L’escalation per destabilizzare la Russia di Putin, si è servita di due tools essenziali: le sanzioni, in un crescendo di settori e personalità politiche e dell’economia russa colpite, e successivamente dell’attacco economico e monetario mirato nei confronti del rublo (iniziato con l’operazione di abbassamento del prezzo del greggio) con lo scopo di creare malcontento e instabilità verso il governo di Putin.
Il resto è storia di queste settimane: una guerra nell’est Ucraina che sta costando oltre 50 mila morti, in gran parte civili. Una responsabilità di una gravità inaudita per l’Occidente, la Casa Bianca e i governi dell’Unione Europea.
Se c’è un’incongruenza in tutta questa vicenda, è nell’atteggiamento dei paesi europei. Infatti, la cessazione dei rapporti con la Russia ha chiuso di fatto lo sbocco per l’UE a un mercato essenziale, le sanzioni hanno fatto perdere miliardi di euro all’Europa. D’altra parte, questo clima di guerra che chiamarla fredda è un eufemismo, ha costretto la Russia a rivolgere la sua strategia economica, finanziaria ed energetica verso altre aree di mercato come la Cina, la Turchia, l’Iran e l’India. Ma quel che è peggio, il conflitto ucraino ha reso concreta la possibilità di una guerra dell’Alleanza Atlantica con la Russia, una grande potenza nucleare e militare.
Il resto è storia di queste settimane: una guerra nell’est Ucraina che sta costando oltre 50 mila morti, in gran parte civili. Una responsabilità di una gravità inaudita per l’Occidente, la Casa Bianca e i governi dell’Unione Europea.
Se c’è un’incongruenza in tutta questa vicenda, è nell’atteggiamento dei paesi europei. Infatti, la cessazione dei rapporti con la Russia ha chiuso di fatto lo sbocco per l’UE a un mercato essenziale, le sanzioni hanno fatto perdere miliardi di euro all’Europa. D’altra parte, questo clima di guerra che chiamarla fredda è un eufemismo, ha costretto la Russia a rivolgere la sua strategia economica, finanziaria ed energetica verso altre aree di mercato come la Cina, la Turchia, l’Iran e l’India. Ma quel che è peggio, il conflitto ucraino ha reso concreta la possibilità di una guerra dell’Alleanza Atlantica con la Russia, una grande potenza nucleare e militare.
Ancora una volta i media sono i protagonisti di un’opera di falsificazione, questa volta sulla pericolosa portata di questo conflitto, trattato come una guerra regionale com’era stata quella nei Balcani. Un’operazione sulla percezione stessa del reale pericolo verso le pubbliche opinioni. È evidente come siano stati gli USA il principale attore di questa spinta a una catastrofe bellica di dimensioni mondiali.
Alla crisi di egemonia gli USA rispondono portando due guerre. Infatti all’Ucraina si affianca l’Isis, il califfato nero in piena espansione dal Medio Oriente del triangolo Irak, Siria e Turchia al Nord Africa: una creatura dei servizi di intelligence della Casa Bianca dei paesi NATO e delle petromonarchie. Due guerre: una nel continente suo alleato, il polo imperialista che poteva dare problemi sui mercati e con la moneta. L’altra guerra, si sta meglio delineando in questi giorni in Libia, con la creazione del califfato dell’Isis a Sirte. Entrambi riguardano i flussi energetici, gas e petrolio verso il vecchio continente. Curioso vero? Ancora più curioso se apprendiamo che il 75% delle infrastrutture del gas in Ucraina è stato acquistato da company statunitensi. Il che significa avere in mano i rubinetti del gas.
Ma perché questo atteggiamento subordinato dei partner europei?
Perché in questa farsa di democrazia occidentale, i governi dei paesi europei sono dei servi organici a Washington. Ogni tanto ringhiano pretendendo a sé un po’ di protagonismo come la Francia. Ma nel complesso accettano tutto, anche il TTIP, il trattato di libero scambio tra UE e USA che legherà l’UE mani e piedi alle multinazionali statunitensi. Sono un “dio minore” di oligarchi, di élite capitaliste capaci dei peggiori massacri sociali contro le proprie classi lavoratrici e popolari, ma incapaci di costruire una reale autonomia economica e politica nei riguardi delle élite egemoni statunitensi. Questa subordinazione ha trovato la sua massima espressione nella questione ucraina, nell’accettare l’eventualità di un conflitto su vasta scala nel proprio continente.
La chiave di lettura più importante per comprendere perché l’UE, e la finanza che la controlla in toto, vogliano la guerra con la Russia risiede su uno dei temi centrali: la sovranità. In Europa ci chiedono costantemente di cederla per porre in essere le riforme strutturali. Trattasi in realtà di fatto illecito, incostituzionale ex artt. 1-11, che mira ad un’unica riforma: la cancellazione della democrazia e l’instaurazione di una dittatura finanziaria le cui basi sono codificate nei Trattati UE.
Alla crisi di egemonia gli USA rispondono portando due guerre. Infatti all’Ucraina si affianca l’Isis, il califfato nero in piena espansione dal Medio Oriente del triangolo Irak, Siria e Turchia al Nord Africa: una creatura dei servizi di intelligence della Casa Bianca dei paesi NATO e delle petromonarchie. Due guerre: una nel continente suo alleato, il polo imperialista che poteva dare problemi sui mercati e con la moneta. L’altra guerra, si sta meglio delineando in questi giorni in Libia, con la creazione del califfato dell’Isis a Sirte. Entrambi riguardano i flussi energetici, gas e petrolio verso il vecchio continente. Curioso vero? Ancora più curioso se apprendiamo che il 75% delle infrastrutture del gas in Ucraina è stato acquistato da company statunitensi. Il che significa avere in mano i rubinetti del gas.
Ma perché questo atteggiamento subordinato dei partner europei?
Perché in questa farsa di democrazia occidentale, i governi dei paesi europei sono dei servi organici a Washington. Ogni tanto ringhiano pretendendo a sé un po’ di protagonismo come la Francia. Ma nel complesso accettano tutto, anche il TTIP, il trattato di libero scambio tra UE e USA che legherà l’UE mani e piedi alle multinazionali statunitensi. Sono un “dio minore” di oligarchi, di élite capitaliste capaci dei peggiori massacri sociali contro le proprie classi lavoratrici e popolari, ma incapaci di costruire una reale autonomia economica e politica nei riguardi delle élite egemoni statunitensi. Questa subordinazione ha trovato la sua massima espressione nella questione ucraina, nell’accettare l’eventualità di un conflitto su vasta scala nel proprio continente.
La chiave di lettura più importante per comprendere perché l’UE, e la finanza che la controlla in toto, vogliano la guerra con la Russia risiede su uno dei temi centrali: la sovranità. In Europa ci chiedono costantemente di cederla per porre in essere le riforme strutturali. Trattasi in realtà di fatto illecito, incostituzionale ex artt. 1-11, che mira ad un’unica riforma: la cancellazione della democrazia e l’instaurazione di una dittatura finanziaria le cui basi sono codificate nei Trattati UE.
La finanza tuttavia vuole il controllo globale, non si accontenta di qualche paese, vuole tutto. Questa finanza non accetta le posizioni ostili di Russia e Cina che sono diventate un bersaglio. Putin, finito l’incontro con Hollande e Merkel, è stato chiarissimo: “Dobbiamo aumentare il nostro livello di sovranità, anche nella sfera economica“. Questa frase, per la finanza che controlla i nostri paesi equivale ad una dichiarazione di guerra. Il concetto stesso di Stato sovrano è per essi inaccettabile.
Il tempo per fermare questa follia è sempre meno, la rotta è decisa. Se rimaniamo inerti non ci salveremo. Neppure durante la guerra fredda abbiamo rischiato così tanto. È drammatico pensare che nel momento in cui si scatena una simile minaccia manchi totalmente la sovranità nazionale ed al Governo siedano Renzi e compagnia, ovvero il nulla più assoluto. Soggetti privi di pensieri propri che eseguono ciecamente gli ordini che gli vengono impartiti. Purtroppo se sarà la finanza a decidere stavolta il bottone sarà premuto ed il sipario calerà.
Possiamo tranquillamente affermare che il golpe di un anno fa a Kiev ha rotto un tabù durato oltre 60 anni: quello della deterrenza del terrore. Chi sta conducendo questa pericolosissima partita sulla pelle di miliardi di persone e del pianeta, ovviamente non ha messo in conto un conflitto termonucleare. Gli apprendisti stregoni di questo gioco molto pericoloso hanno solo intenzione di svuotare dall’interno il potere dei loro avversari, sperando di rovesciare chi oggi siede al Cremlino esattamente come è stato fatto con Yanukovich. Ma paradossalmente la loro aggressività dà più forza al nuovo zar di Mosca. Ciò porterà i suoi avversari ad aggiungere di volta in volta un passo in più verso la guerra. Fino al punto di non ritorno.
Possiamo tranquillamente affermare che il golpe di un anno fa a Kiev ha rotto un tabù durato oltre 60 anni: quello della deterrenza del terrore. Chi sta conducendo questa pericolosissima partita sulla pelle di miliardi di persone e del pianeta, ovviamente non ha messo in conto un conflitto termonucleare. Gli apprendisti stregoni di questo gioco molto pericoloso hanno solo intenzione di svuotare dall’interno il potere dei loro avversari, sperando di rovesciare chi oggi siede al Cremlino esattamente come è stato fatto con Yanukovich. Ma paradossalmente la loro aggressività dà più forza al nuovo zar di Mosca. Ciò porterà i suoi avversari ad aggiungere di volta in volta un passo in più verso la guerra. Fino al punto di non ritorno.
Oggi, se c’avete fatto caso, non si parla più di “missioni umanitarie”. La guerra è una parola ben definita, accettata, persino esibita come possibilità del tutto legittima. Un lessema quotidiano che rende del tutto normale e possibile questa eventualità.
Siamo già in un’era di barbarie.
Siamo già in un’era di barbarie.
Le future generazioni, se saranno uscite dalla realtà ribaltata dei nostri media, dove le vittime sono carnefici e viceversa, considereranno questi governanti alla stregua dei gerarchi nazisti che hanno condotto la comunità internazionale alla seconda guerra mondiale.
Ma per una seconda Norimberga, se ci sarà ancora il genere umano, dovremo pensare a ben altro che a un cambio di governo. Questi stati criminali, queste classi dirigenti di nani irresponsabili che giocano in borsa come nei vari teatri del conflitto, vanno abbattuti con la più ferma mobilitazione popolare.
Tratto da Fonte & Fonte
Tratto da Fonte & Fonte
fonte: freeondarevolution.blogspot.it
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