24/06/20

pedopornografi: boom in Italia!

foto Gilan

di Gianni Lannes
Il canale Telegram «Stupro tua sorella 2.0» è una chat con migliaia di iscritti che possono impunemente (a tutt'oggi 17 giugno 2020) scambiarsi indisturbati fotografie e video di ragazze minorenni, con continue istigazioni alla pedopornografia e al femminicidio. Il più grande network italiano di revenge porn si trova su Telegram, in un'enorme chat accessibile a tutti, contenente foto e video di atti erotici e sessuali pubblicati senza il consenso o la consapevolezza delle vittime e utilizzati per mettere in scena il rito dello stupro virtuale di gruppo.

 Telegram (17 giugno 2020)
Si tratta solo della punta del classico iceberg, eluso o ignorato anche dalla società (mascherata). Sono diversi i gruppi segnalati da alcuni utenti: quello principale, che contava quasi 50 mila iscritti, è stato chiuso, ma ne sono stati aperti molti altri, e tuttora vi si stanno riversando immagini pedopornografiche. Tutti i canali si chiamano «Stupro tua sorella 2.0» e, a quanto pare, sono molti gli utenti che, dopo aver salvato le foto sui propri dispositivi, continuano a inserire fotografie sempre corredandole di insulti e istigazioni alla violenza.
Telegram è un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato senza fini di lucro dalla società Telegram LLC, fondata dall'imprenditore russo Pavel Durov. Caratteristiche di Telegram sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi fino a 200 mila partecipanti, effettuare chiamate vocali cifrate «punto-punto», scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 1,5 GB.
Telegram, attualmente vanta in Italia oltre 43 mila iscritti, 21 canali pedopornografici collegati e un volume di conversazioni che si aggira sui 30 mila messaggi ogni giorno. Ai vertici di questa desolante piramide della mercificazione ci sono tre oggetti di culto: le foto delle ex, alcuni video amatoriali particolarmente difficili da reperire e la mitologica «Bibbia 5.0», un enorme file contenente gli scatti di migliaia di vittime di revenge porn, catalogate per provenienza (le foto arrivano perlopiù da gruppi Facebook segreti) ed esposte con nome, cognome e volto visibile, anche di minori.
La legge numero 69 del 19 luglio 2019, all'articolo 10, ha introdotto l'articolo 612-ter del codice penale, chiamato più comunemente «revenge porn», consistente nella sottrazione e diffusione illecita e senza consenso delle persone rappresentate di immagini o video a contenuti sessualmente espliciti e destinati a rimanere privati. Tale comportamento illecito è punito con la reclusione da uno a sei anni e la sanzione da 5 mila a 15 mila euro; pena, quest'ultima, che si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati.



Il servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni ha sede a Roma e coordina 20 compartimenti regionali e 80 sezioni territoriali;
le dotazioni della Polizia postale e delle Comunicazioni necessitano, tanto a livello di servizio centrale quanto a livello di compartimenti regionali, di una costante implementazione in modo tale da poter rispondere alle rapide evoluzioni tecnologiche in materia di pedopornografia, cyberterrorismo, copyright, hacking, protezione delle infrastrutture critiche del Paese, e-banking, giochi e scommesse on line e cyberbullismo.
Nonostante i notevoli e importanti compiti attribuiti, l'organico dei compartimenti della polizia postale e delle comunicazioni è sottodimensionato e nessun provvedimento in senso contrario risulta ancora essere adottato; in alcuni compartimenti si sono rilevate carenze infrastrutturali gravi che hanno interessato addirittura le linee internet in uso.
Il compito della Polizia postale sta diventando con il passare degli anni sempre più difficile, ma nello stesso tempo sempre più necessario ai fini della prevenzione e del contrasto delle frodi fiscali e dei crimini informatici. Sono proprio quest'ultimi a generare maggior preoccupazione; infatti, secondo i dati dei rapporto Clusit, in Italia, dal primo semestre 2016 allo stesso periodo di quest'anno, i reati in rete sono cresciuti dell'83 per cento. Si va dai raggiri alle sostituzioni di identità, dalle truffe informatiche alle diffamazioni online, per non parlare della rete di pedopornografia.
Nonostante il pericoloso aumento di questa tipologia di reati che richiederebbe un potenziamento e una rivalorizzazione di questa specialità, si assiste invece in questi anni a un vero e proprio depotenziamento degli organici della Polizia postale a livello nazionale. In poco meno di un decennio, dal 2010 ad oggi, gli agenti sono passati da circa 900 a circa 600. Una delle situazioni maggiormente precarie a livello di organico viene registrata nella sezione di Polizia postale di Padova, dove si è passati dalle 15 unità del 2008 a 5 unità di oggi. Con una media di circa 50 interventi al giorno e il sequestro di oltre 120 computer ogni anno, l'ufficio di polizia postale di Padova è assolutamente strategico per il lavoro svolto a servizio dei cittadini e perciò, la grave carenza di organico sta portando e porterà a gravi conseguenze in termini di sicurezza.
Ecco un altro esempio. Cuneo e la sua provincia, grazie alla sua posizione geografica strategica, svolge un ruolo chiave nella questione della sicurezza di frontiera e quindi di controllo dei confini di Stato, e il territorio può contare su uomini e donne che lavorano con dedizione e professionalità nonostante situazioni non sempre facili. La Polizia postale del capoluogo tratta ogni anno 400 fascicoli, collaborando con le Procure di tutta Italia, affrontando casi di truffe on line, pedopornografia, terrorismo, cyber bullismo e stalking. Recentemente si è assistito ad una riduzione dell'organico della Polizia postale cuneese, passata da 3 a 2 agenti ed alla cessazione dal servizio del comandante, con il venir meno quindi del contributo di una figura importante sia sul piano investigativo sia quale interlocutore della comunità locale, anche e soprattutto del mondo della scuola: studenti, insegnanti, genitori e cittadini tutti. Dal 2010 al 2015 in Piemonte i reati informatici sono aumentati del 68 per cento, e nella provincia di Cuneo si assesta poco sopra la media regionale, facendo registrare un aumento del 69 per cento.
Quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo italiano ritenga opportuno adottare, per contrastare i reati commessi per mezzo di strumenti informatici e telematici e per procedere al blocco immediato di tali contenuti, con oscuramento e rimozione delle immagini diffuse, così come ad esempio previsto per il cosiddetto reato di cyberbullismo, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. numero 71 del 2017?
E ancora: quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare il governo per l'implementazione delle dotazioni informatiche e tecnologiche della Polizia postale e delle comunicazioni, tanto a livello di servizio centrale quanto a livello di compartimenti regionali?
La Polizia di Stato è un soggetto fondamentale della macchina della pubblica amministrazione per garantire sicurezza: ad essa sono attribuite una molteplicità di funzioni di prevenzione, di vigilanza, e di controllo. La riorganizzazione dei presidi territoriali della Polizia di Stato è sicuramente una questione di interesse nazionale, ma il loro ridimensionamento si ripercuote sul cittadino nelle singole comunità in termini di tutela e di sicurezza.

Mafia di Stato? Pedofilia sdoganata? Di sicuro la piaga è ormai cancrena a partire da Roma capitale. Distrazioni virali, violenza sui minori in aumento e protezioni onorevoli o altolocate. Le prime vittime sono i minori, mentre lo Stato tricolore depotenzia la Polizia postale, ovvero chi individua e persegue tanti ignoti criminali. Per caso nel governo grulpiddino e in Parlamento c'è più di qualcuno invischiato nel fenomeno di orgette e festini a numero chiuso? Chi sfrutta ed incoraggia la prostituzione minorile? Come mai il Conte bis non ha presentato la relazione sulla violenza contro i minori? Perché, quando si tratta di proteggere infanzia e adolescenza autorità e istituzioni giocano sempre a perdere nel belpaese? Peggio: l'esecutivo grulpiddino - come il precedente grulleghista - è latitante in materia.
Riferimenti:

Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016.

20/06/20

pandemia, una "strage di Stato" / il potente j'accuse di Giulio Tarro



La Grande Truffa della pandemia.
Le Maxi Menzogne dei politici di casa nostra.
L’Immensa Ignoranza di scienziati-burattini.
Gli Scientifici Depistaggi mediatici.
Una Montagna Organizzata di Fake News per rincoglionire i cittadini, renderli sempre più sudditi, calpestare ogni loro diritto.
Di tutto e di più nel gigantesco pandemonio della pandemia, come balza alla luce in “Covid – Il virus della paura”, scritto dal virologo Giulio Tarro, un pamphlet che tutti gli italiani dovrebbero leggere.
Proprio per capire chi li inganna, chi li massacra quotidianamente da ormai quattro mesi, chi li priva degli ultimi stracci di libertà e democrazia.
Con immensa capacità divulgativa ed estremo rigore scientifico, Tarro riesce a calarci – come in un perfetto thriller – nell’ingranaggio mortale, tra le spire del Covid-19: un virus che è riuscito a coagulare, come in un unico blocco mortale, gli interessi e gli appetiti di Big Pharma e dei suoi lacchè tutto affari & tivvù, dei politici di casa nostra e del relativo sottobosco, di giornalisti assoldati e scodinzolanti.
Di tutto e di più, un intreccio che più devastante non si può.
Un e-book – autoprodotto – che si può scaricare attraverso il battagliero sito de l’Antidiplomatico e poi avrà la sua edizione cartacea con i tipi di Feltrinelli.
Mozzafiato già l’incipit.

INCOMPETENZA, ARROGANZA, IRRESPONSABILITA’
“Di epidemie in Italia ne ho viste davvero tante. Il colera a Napoli nel 1973, il ‘Male oscuro’ nel 1978, le innumerevoli epidemie influenzali che congestionavano l’Ospedale Cotugno, dove ero Primario. E tantissime ne ho viste all’estero. Ho visto panico, disorganizzazione, eroismi, infamie; ho conosciuto scienziati che preparavano armi biologiche e progettavano epidemie; giornalisti e dirigenti di blasonate organizzazioni che, verosimilmente, gonfiavano la minaccia di qualche virus per conto di aziende produttrici di vaccini, ricercatori che, pur di avere il loro momento di gloria, attestavano qualsiasi sciocchezza in Tv; politici che minimizzavano il contagio pur di non perdere il loro consenso… . Credevo, quindi, di aver visto di tutto”.
“Ma mai avrei immaginato di vedere tanta incompetenza, arroganza, superficialità, irresponsabilità, quelle con le quali si è tentato di affrontare il virus del Covid-19. Una emergenza che avrebbe potuto riproporre uno scenario non molto dissimile da quello di tante epidemie influenzali che, periodicamente, sferzano anche il nostro Paese e che, invece, per sciagurate scelte, ha comportato dapprima un numero elevatissimo di vittime e poi ha lasciato il nostro Paese in ginocchio”.

Un giovanissimo Giulio Tarro nel suo laboratorio. In apertura lo vediamo accanto alla copertina del suo nuovo libro
Continua il j’accuse, fin dalle primissime battute: “Se questa tragedia si è verificata, grande è la responsabilità di tanti ‘esperti’ che pur di troneggiare in Tv non hanno avuto remore (oltre a dichiarare tutto e, il giorno dopo, il suo contrario) ad assecondare dissennate scelte che, se non avessero avuto qualche ‘avallo’ scientifico, avrebbero scatenato le piazze”.
“Questo libro nasce proprio per questo. Dall’amarezza e dalla rabbia nel constatare l’opportunismo di tanti ‘esperti’ che ora, paventando un fantomatico catastrofico ritorno del Covid-19, servilmente, si dichiarano entusiasti delle vessatorie – e inutili – misure che saranno messe in atto, prima tra tutte l’obbligatorietà della già fallimentare vaccinazione antiinfluenzale”.
“Stessa amarezza e rabbia per tante persone trasformate dal terrore profuso in questa emergenza in ipocondriaci burattini animati dai suddetti ‘esperti’. Un asservimento reso totale da tanti canti patriottici cantati dai balconi contro il ‘nemico virus’. Un fenomeno illuminante sulla vulnerabilità della nostra società agli stravolgimenti della realtà imposti dal Potere”.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane pubblicheremo stralci del libro. Di seguito, invece, ripercorriamo alcuni passaggi salienti.
UNA MANIPOLAZIONE DEI DATI
“La cosa più penosa della faccenda è che i dati dei ‘contagiati’ (raccolti a casaccio dalle Regioni e che, quindi, non erano l’indice di alcunchè) rivestivano caratteri di ufficialità nella comunicazione istituzionale dove venivano affiancati al numero dei ‘deceduti’. La questione ‘morti per Covid-19’ invece che ‘morti con Covid-19’ (e cioè se questo virus sia stata la causa principale della morte e se era presente nell’organismo di persone in procinto, comunque, di morire per altre patologie o per vecchiaia), è stata oggetto di innumerevoli polemiche che, comunque, non hanno impedito al Governo di continuare a divulgare il numero di non meglio specificati ‘Deceduti’ seguito dalla farisaica dicitura ‘in attesa di conferma Istituto Superiore di Sanità’. In realtà già il 13 marzo il direttore dell’ISS annunciava che solo per due persone, tra le tante ascritte come ‘morte per Coronavirus’, si poteva – per l’assenza di gravi patologie pregresse e per l’età – confermare questa diagnosi. Il 17 marzo un verdetto ancor più inequivocabile: su 355 cartelle cliniche esaminate, solo 12 decessi possono essere ascritti come ‘morti per Coronavirus’”.
“In più, per valutare la letalità del virus, l’esatto numero dei morti, avrebbe dovuto essere rapportato non già ai pochi positivi a tampone presentati come ‘contagiati’, ma alle stime del numero degli infettati in Italia che venivano già pubblicate da autorevoli istituti di ricerca”.
“Questo non è stato fatto. E così l’Italia, invece di un tasso di letalità del virus stimato inferiore a 12, faceva registrare dapprima un farlocco quanto agghiacciante 6,6 per cento e, poi, un ancor peggiore 10 per cento. Una manipolazione dei dati che ha avuto ripercussioni gravissime e per la quale, ci auguriamo, qualcuno pagherà”.

ASSISTENZA DOMICILIARE NEGATA
Un interessante paragrafo è dedicato a quell’assistenza medica domiciliare fondamentale, e invece boicottata dal Governo. “Numerosi studi attestano (soprattutto considerando l’impatto delle infezioni ospedaliere e del trauma che subisce una persona, soprattutto anziana, che deve abbandonare il proprio letto per andare in corsia) come l’assistenza medica domiciliare determini percentuali di sopravvivenza molto più alte del ricovero ospedaliero. Si direbbe abbia ignorato questa e altre considerazioni l’indicazione governativa (Protocollo sanitario 21 febbraio 2020) che dissuade il medico curante dal recarsi a casa del proprio paziente affetto da Covid-19 dovendo egli limitarsi a ‘consultarlo’ telefonicamente”.
“Scomparsa così l’assistenza sanitaria domiciliare, la velleitaria pretesa di una generale ospedalizzazione ha determinato ben presto il trasporto in sempre più affollate strutture ospedaliere di un numero spropositato di affetti da Covid-19 che sono stati ben presto falcidiati da infezioni ospedaliere. Il risultato è stato una impennata di mortalità Covid-19 e scene da lazzaretto medioevale diventate ‘piatto forte’ nelle trasmissioni Rai e di tanti altri media”.
VACCINI? NON UNA SOLUZIONE: UN PROBLEMA
Un illuminate focus sulle aree di Bergamo e Brescia. Zone in cui “appare verosimile una ipotesi tutta da verificare ma già rigettata con sdegno, senza che sia stata fatta una sola indagine al riguardo. E cioè che possa essere stata la straordinaria campagna di vaccinazione anti-meningococco C – svoltasi nella provincia di Bergamo (21.331 vaccinati) e di Brescia (12.200 vaccinati) – e la periodica campagna vaccinale contro l’influenza (che avrebbe registrato nelle suddette province adesioni, a detta dei media, ‘superiori ad ogni aspettativa’) a determinare in molte persone un abbassamento delle difese immunitarie che le hanno rese particolarmente vulnerabili al Covid-19”.
le ‘autorità’ (sic) parlano di obbligatorietà per la vaccinazione contro l’influenza. “Una misura assolutamente insensata, sia perché l’attuale vaccinazione antinfluenzale risulta inefficace per circa il 30 per cento dei vaccinati, sia perchè il vaccino non agisce affatto sul virus Sars-Cov2 che, tra l’altro, trovando un organismo con un sistema immunitario già impegnato dal vaccino antinfluenzale, troverebbe una più agevole strada per infettare”.
Come detto, torneremo sul testo di Tarro per singoli argomenti.
Intanto, ecco le altrettanto choccanti conclusioni.
CI VUOLE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA
“Se questa emergenza è diventata un’ecatombe, la responsabilità è certamente di chi, non avendo pianificato nulla per affrontare l’epidemia, l’ha prima ritenuta impossibile e poi ha preteso di bloccarla costringendo tutta la popolazione a stare chiusa a casa. E, per fare questo, si è ricorso – oltre ad una terroristica informazione – ad una evidente falsità: considerare contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati qua e là dalle Regioni e considerare come ‘morti per Covid’ TUTTI coloro che, prima o dopo la morte, risultavano positivi al tampone”.
“Si è istituzionalizzato, così, in Italia un tasso di letalità del virus Sars-Cov-2 elevatissimo, 28 volte superiore a quello della Germania”.
“Se questo è potuto accadere, gravissima è la responsabilità di tanti cialtroni, presentati come ‘scienziati’, che, non solo hanno taciuto sulle follie di questa gestione dell’emergenza, ma che continuano ad assecondarle, sperando così di poter essere ancora utili ai loro sponsor per farci accettare una società fatta di assurdi divieti e di vaccini”.
“E’ possibile che le voci critiche su questa gestione dell’emergenza portino ad una Commissione parlamentare di inchiesta degna di questo nome e, cosa ancora più importante, ad un risveglio dei tanti oggi intrappolati nell’ipocondria? Lo spero. Nonostante quello che sentenziava Mark Twain: ‘E’ più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata’”.

http://www.lavocedellevoci.it/2020/06/12/pandemia-una-strage-di-stato-il-potente-jaccuse-di-giulio-tarro/

Giulio Tarro: “Coronavirus non è Ebola, il vaccino non serve. Sanità in crisi per colpa di chi ha dimezzato le terapie intensive”

http://informaresenzacensure.blogspot.com/2020/04/giulio-tarro-coronavirus-non-e-ebola-il_16.html

fonte: INFORMARE SENZA CENSURE

03/06/20

vietato vivere in Italia!



    Assembramenti e affollamenti, anche in casa.
    Rimane vietato stare troppo vicini all’aperto e nei luoghi pubblici. Anche nelle case è raccomandato non stare affollati.

    Avvicinarsi a meno di 1 metro.
    La distanza dagli altri deve essere sempre di 1 metro, e di 2 quando si svolge attività fisica. Dove non è possibile si deve indossare la mascherina.

    Baci e abbracci.
    Niente baci e abbracci con chi non è «congiunto»: e anche con i parenti non conviventi (soprattutto anziani) vanno evitati i contatti fisici.
          Togliere le mascherine. 
          Nei luoghi pubblici, nei negozi, dal parrucchiere e dall’estetista, in aereo e in treno, sui mezzi pubblici e ovunque non sia possibile mantenere la distanza, e in alcuni casi anche all’aperto (in Lombardia è obbligatoria) bisogna sempre indossare la mascherina.
    Togliersi i guanti.
    In molti negozi bisogna indossare i guanti: che diventano obbligatori quando si acquistano generi alimentari. 
    Non provarci la temperatura.
    Non potremo rifiutare di sottoporci alla misurazione della febbre. Con 37,5 è vietato l’accesso in molti luoghi pubblici, e si può essere segnalati all’autorità sanitaria.

    Non prenotare.
    Non potremo (ancora) andare dal parrucchiere e in palestra senza prenotazione.

    Non dare le generalità.
    Non potremo rifiutare di rilasciare le nostre generalità in quei negozi o ristoranti che lo chiederanno. La misura serve al tracciamento delle persone eventualmente entrate in contatto con «positivi».

    Viaggiare dove si vuole.
    Potremo andare all’estero solo nei Paesi che accettano gli italiani.

    Non stare in quarantena.
    Se siamo entrati in contatto con persone positive oppure nei luoghi dove vige l’ordinanza del governatore o del sindaco (in Sicilia è prorogata fino all’8 giugno) si dovrà rimanere in quarantena dal momento dell’arrivo.

    https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

    fonte: SU LA TESTA GIANNI LANNES