27/07/19

il tempo della Rosa


Tentiamo un’ultima puntata (anche se il romanzo di Eco è una miniera infinita di ispirazioni e rimandi), dopo le prime due dedicate ai luoghi, ai protagonisti e agli altri personaggi principali (qui qui), dedicandola ai tempi storici all’interno dei quali vengono collocate dall’autore le fosche vicende dell’abbazia.
Conoscendo ormai l’attenzione dedicata ad Umberto Eco a tutti gli aspetti anche minimi che possano contribuire alla verosimiglianza delle vicende narrate, nonché alla sua sconfinata conoscenza e attenzione per la collocazione storica del suo racconto, è ovvio che il tempo nel quale va ad incastrare la sua straordinaria narrazione non sia né casuale, né tantomeno un tempo qualsiasi.
I protagonisti giungono all’abbazia fra i monti alpini verso la fine dell’anno (“Era una bella mattina di fine novembre”) e vi restano sette giorni fino al pirotecnico e apocalittico finale.
L’anno è il 1327.

La cattività avignonese
Il periodo storico è identificato con chiarezza, ed è un unicum non solo della storia medievale ma anche dell’intera storia della chiesa cattolica: la cattività avignonese.
Negli anni che vanno dal 1309 al 1377 la sede papale si sposta da Roma ad Avignone, in Francia. E’ quindi inevitabilmente un periodo del tutto particolare, durante il quale la chiesa cattolica apostolica romana vive un momento di straordinaria complessità, e debolezza.


Il termine cattività (dal latino captivus: prigioniero) nasceva come indicazione di una situazione di esilio, paragonata a quella del popolo ebraico negli anni dal 587  al 517 a.C., detti appunto “cattività babilonese”. Il paragone proviene da un sonetto del Petrarca (che per quanto fosse toscano, come si sa fu di adozione provenzale) che in un sonetto del Canzoniere (De l'empia Babilonia, ond'è fuggita) paragona Avignone con Babilonia, suggerendone l’identificazione di capitale del vizio. Venne quindi paragonata, dai contemporanei, la situazione papale con l'esilio degli Ebrei dandole il nome di “nuova cattività babilonese”, per poi diventare col tempo, per chiarezza, l’espressione che conosciamo oggi: "cattività avignonese". 


Nell’anno degli avvenimenti narrati, il 1327, il papa è Giovanni XXII, il secondo dei papi avignonesi, francese (il suo nome è Jacques Duèse) così come era francese il suo predecessore, Bertrand de Got, incoronato papa a Lione col nome di Clemente V, colui che sostanzialmente avviò la cattività. Con Roma già in preda alle rivolte e considerata ormai poco sicura, nel 1305 era stato eletto in un conclave eccezionalmente tenuto a Perugia e che si protrasse per ben undici mesi (e senza di lui, che si trovava nella sua sede vescovile a Bordeaux). Fu poi lui a trasferire la sede pontificia ad Avignone, nel 1313, dopo essere stato per quattro anni a Poitiers a partire dal 1309.


Per arricchire la controversia delle figure in gioco e la complessità del momento storico le cui propaggini ancora oggi ci portiamo dietro, quantomeno a livello di miti, Clemente V viene anche ricordato per essere stato colui che, appena eletto, accordandosi con il Re di Francia Filippo il Bello acconsentì nel 1307 di barattare il paventato processo postumo a Bonifacio VIII con la distruzione definitiva dell’Ordine dei Templari, a seguito della quale il Re di Francia acquisì la gran parte dei possedimenti in carico ai famosi cavalieri.

La disputa sulla povertà apostolica
Ma il primo periodo della cattività avignonese coincide anche con l’apice della disputa sulla povertà apostolica, che è appunto l’oggetto centrale dell’incontro fra le delegazioni che si tiene nell’abbazia nei giorni narrati da Adso. Si tratta di una controversia nata quasi un secolo prima sulla scia delle predicazioni di San Francesco e dell’Ordine monastico da lui fondato, che in quegli anni (dal 1318 fino al 1328) raggiunge i livelli più alti di tensione. Umberto Eco colloca quindi la vicenda proprio nella fase finale, quando l’ordine francescano è seriamente minacciato di scomunica ed eresia dal papa avignonese, e lo scontro apparentemente teologico sulla legittimità della chiesa a possedere beni materiali si tramuta in vera e propria guerra nella quale si inserisce, intravedendo la possibilità di indebolire lo stato pontificio, il duca di Baviera e fresco imperatore Ludovico il Bavaro, a seguito del quale infatti si rifugeranno i francescani quando le cose inizieranno a mettersi male.


La spedizione italiana di Lodovico di Baviera
Nel fatidico anno 1327 cade anche un altro evento per nulla secondario. Ludovico di Baviera, nel tentativo di indebolire il papa che non voleva riconoscere la sua investitura a Imperatore del Sacro Romano Impero e lo aveva in conseguenza interdetto (atto a cui seguì l’abitudine a chiamarlo, in senso dispregiativo, Il Bavaro), mise insieme un esercito di Ghibellini e marciò in Italia per dirigersi a Roma per ricevere lì (da Giacomo Sciarra Colonna, capitano del popolo romano in assenza del pontefice) la corona imperiale. Fatto questo, con un decreto dichiarò il papa Giovanni XXII deposto in quanto eretico, e nominò al suo posto l’antipapa Niccolò V. Tutto questo avvenne però già nel 1328. Essendo accertato che Lodovico trascorse e celebrò il Natale del 1327 a  Castiglione della Pescaia, sappiamo quindi che al momento degli avvenimenti narrati (“Era una bella mattina di fine novembre”) la spedizione di Lodovico era pienamente in Italia, probabilmente fra Emilia e Toscana. Ecco quindi che la disputa nell’abbazia avviene in un momento particolarmente teso proprio mentre su quegli stessi territori la sfida fra Papa e Imperatore sta raggiungendo il culmine. La spedizione di Lodovico permette poi di riagganciare i personaggi di Michele Guglielmo al loro successivo esilio, perché i reali personaggi, Michele da Cesena e Guglielmo da Ockham, dopo essersi recati ad Avignone (evidentemente dopo aver lasciato l’abbazia…) per la prosecuzione della disputa ed essersi trovati in evidente minoranza e a rischio di scomunica o di conseguenze peggiori, fuggirono dalla sede pontificia e raggiunsero proprio Lodovico che rientrava in Germania, rifugiandosi quindi a Monaco di Baviera dove finirono entrambi i loro giorni (il primo nel 1342, il secondo nel 1347).


Il periodo storico, e i personaggi utilizzati da Eco si possono anche “vedere” in una delle opere più importanti della storia dell’arte medievale. A Firenze, in Santa Maria Novella, c’è il cosiddetto Cappellone degli Spagnoli (antica sala capitolare della chiesa). Li si trova uno straordinario ciclo di affreschi realizzato da Andrea Bonaiuto intorno all’anno 1367. Su una delle pareti è rappresentata la cosiddetta Via Veritas, conosciuta anche come Chiesa militante e trionfante, che è una complessa rappresentazione allegorica della missione, dell’opera e del finale trionfo dell’ordine dei Domenicani. Vi si trovano quindi anche tutti i riferimenti alla disputa sulla povertà apostolica, con i protagonisti ritratti a pochi decenni dai fatti.
Oltre ad una rappresentazione pressoché perfetta della basilica di Santa Maria del Fiore, con la cupola incredibilmente riprodotta in modo fedele quasi centocinquanta anni prima che il Brunelleschi trovasse il modo di realizzarla (si ritiene fu dipinta sulla base dei modelli già progettati nel 1300, anche dallo stesso Bonaiuti, sebbene ancora nessuno sapesse come costruirla davvero nella pratica), si possono infatti distinguere molto chiaramente, nella parte in basso a sinistra del grande affresco, due frati francescani che discutono (disputano) con un alto prelato, ai piedi del pontefice.
I Pontefice è forse Benedetto XI o forse Innocenzo VI (all’epoca i papi si succedevano con una certa frequenza e come pontefice anche simbolico non è certo quale sia stato scelto per rappresentare la chiesa nel momento del trionfo contro le “eresie” ) , l’alto prelato è Simone Saltarelli (arcivescovo di Pisa, domenicano) , e i due francescani sono proprio Michele da Cesena (a sinistra) e Guglielmo di Ockham (al centro).


Umberto Eco (Alessandria5 gennaio 1932 – Milano19 febbraio 2016
Il nome della rosa (prima edizione 1980, Bompiani)




ALESSANDRO BORGOGNO
Vivo e lavoro a Roma, dove sono nato il 5 dicembre del 1965. Il mio percorso formativo è alquanto tortuoso: ho frequentato il liceo artistico e poi la facoltà di scienze biologiche, ho conseguito poi attestati professionali come programmatore e come fotoreporter. Lavoro in un’azienda di informatica e consulenza come Project Manager. Dal padre veneto ho ereditato la riservatezza e la sincerità delle genti dolomitiche e dalla madre lo spirito partigiano della resistenza e la cultura millenaria e il cosmopolitismo della città eterna. Ho molte passioni: l’arte, la natura, i viaggi, la storia, la musica, il cinema, la fotografia, la scrittura. Ho pubblicato molti racconti e alcuni libri, fra i quali “Il Genio e L’Architetto” (dedicato a Bernini e Borromini) e “Mi fai Specie” (dialoghi evoluzionistici su quanto gli uomini avrebbero da imparare dagli animali) con L’Erudita Editrice e Manifesto Libri. Collaboro con diversi blog di viaggi, fotografia e argomenti vari. Le mie foto hanno vinto più di un concorso e sono state pubblicate su testate e network nazionali ed anche esposte al MACRO di Roma. Anche alcuni miei cortometraggi sono stati selezionati e proiettati in festival cinematografici e concorsi. Cerco spesso di mettere tutte queste cose insieme, e magari qualche volta esagero.

17/07/19

Facebook

vieta tutti i contenuti sulla consapevolezza del vaccino, compresi i fatti sugli ingredienti del vaccino, sul pregiudizio del vaccino e sulla collusione nell'industria del vaccino

Immagine: Facebook vieta tutti i contenuti sulla consapevolezza del vaccino, compresi i fatti sugli ingredienti del vaccino, sulla lesione del vaccino e sulla collusione nel settore dei vaccini

Naturale News ) Proprio come avevamo avvertito, i giganti della tecnologia ora si stanno muovendo in modo aggressivo per mettere al bando tutti i discorsi che contraddicono qualsiasi posizione "ufficiale" si decida di essere "la verità" dall'istituzione corrotta. Questa settimana, Facebook ha annunciato che bloccherebbe tutti i contenuti su Facebook che mettono in discussione il dogma ufficiale sui vaccini , che insiste falsamente sul fatto che i vaccini non hanno mai fatto del male a nessuno (una bugia esilarante), che i vaccini contengono solo ingredienti sicuri (un evidente inganno) e che i vaccini sempre lavorare su tutti (un'altra bugia ridicola).
Facebook sta raggiungendo questo obiettivo etichettando le informazioni sulla consapevolezza del vaccino "disinformazione" o "bufale". In cima alla lista c'è l'affermazione che i vaccini sono legati all'autismo - qualcosa che persino lo scienziato di prima classe del CDC rivela essere vero , eppure il vaccino l'industria sostiene che è tutto uno scherzo (al fine di coprire i crimini di violenza medica contro i bambini che vengono commessi dagli spacciatori di vaccini).
In particolare, i giganti della tecnologia stanno mettendo al bando le informazioni sulla verità del vaccino etichettandolo come "disinformazione" esattamente nello stesso modo in cui vietano il contenuto conservativo etichettandolo come "incitamento all'odio". Semplicemente inventano una falsa categoria per giustificare il divieto, il tutto mentre schiaccia la libertà di parola degli utenti (e in definitiva portando alla vaccinazione di milioni di bambini innocenti). Sotto questo sistema contorto di polizia del linguaggio, possono vietare qualsiasi contenuto che non piace semplicemente etichettandolo come "falso" o "odioso", anche se è vero e importante.
Non ti piace l'infanticidio e l'uccisione di neonati umani dopo la loro nascita? Questo è "discorso d'incitamento contro le donne", presto Facebook dichiarerà. E ti verrà vietato parlare di aborto.
Preoccupato per il fluoruro e come danneggia lo sviluppo del cervello e riduce il QI dei bambini? Quello sarà etichettato come una "beffa" da parte di Facebook, anche se è scientificamente verificato attraverso più studi per essere vero .

Il trucco della censura: limitazione del contenuto a "informazioni autorevoli"

"Monika Bickert, vicepresidente di Facebook per la gestione delle politiche globali, ha affermato che la rete dei social media ridurrebbe la distribuzione di dati falsi e fornirebbe agli utenti informazioni autorevoli sulle vaccinazioni", riferisce AFP, tramite Breitbart .
Certamente, "informazione autorevole" significa qualsiasi propaganda che lo stato profondo del vaccino sta spingendo al momento. L'industria dei vaccini è immersa in conflitti di interesse e una lunga storia di sopprimere scienziati e informatori che tentano di mettere in guardia il pubblico sugli effetti tossici degli ingredienti del vaccino come il Thimerosal (contenente mercurio), i coadiuvanti di alluminio, il glutammato monosodico, la formaldeide e altre neurotossine apertamente ammessi dal CDC come ingredienti usati nei vaccini somministrati ai bambini .
Proprio di recente, l'Associazione dei medici e chirurghi americani ha denunciato i vaccini obbligatori , citando "nessun rigoroso studio sulla sicurezza" e avvertendo della corruzione della scienza del settore dei vaccini. La loro dichiarazione include quanto segue:
  • I produttori sono praticamente immuni dalla responsabilità del prodotto, quindi l'incentivo a sviluppare prodotti più sicuri è molto diminuito. I produttori possono persino rifiutarsi di rendere disponibile un prodotto ritenuto più sicuro, come il vaccino monovalente contro il morbillo in preferenza all'MRU (morbillo-parotite-rosolia). Il rifiuto dei consumatori è l'unico incentivo a fare meglio.
  • Vi sono enormi conflitti di interesse che implicano relazioni redditizie con i fornitori di vaccini.
  • La ricerca sui possibili effetti avversi del vaccino viene annullata, così come il dissenso dei professionisti.
  • I vaccini non sono sicuri al 100% né efficaci al 100%. Né sono gli unici mezzi disponibili per controllare la diffusione della malattia.
Eppure Facebook, sotto la pressione del radicale e squilibrato democratico Adam Schiff, è stato vittima di bullismo nel mettere al bando le conversazioni sui vaccini per placare l'industria dei vaccini e coprire i suoi crimini.

Questo è solo l'inizio: Facebook bandirà presto opinioni umane su cancro, OGM, pesticidi, fluoro, aborto e politica

Il quadro generale di tutto questo va ben oltre la questione dei vaccini, ovviamente. Con questa decisione, Facebook sta ora segnalando che metterà al bando tutte le conversazioni o contenuti che contraddicano le "posizioni ufficiali" su qualsiasi argomento. Questi argomenti verranno rapidamente ampliati per includere OGM, trattamenti contro il cancro, fluorizzazione dell'acqua , politica, elezioni, aborti , pesticidi e nutrizione.
Non è più difficile immaginare che Facebook metta al bando tutte le conversazioni sulla nutrizione , citando l'assurda posizione della FDA che non esiste una sostanza nutritiva che possa prevenire, curare o trattare qualsiasi malattia o condizione di salute. Questa è la reale posizione "autorevole" della FDA, quindi con la stessa logica che Facebook ha applicato al dibattito sui vaccini, potrebbero semplicemente vietare tutti i post su vitamina D, vitamina D, resveratrolo, astaxantina o qualsiasi altro integratore.
Immagina di essere bandito da Facebook per aver detto che la vitamina C aumenta la tua funzione immunitaria. Questo è esattamente ciò che sta arrivando.
Peggio ancora, Facebook potrebbe dichiarare che "fonti autorevoli" hanno concluso che il presidente Trump ha colluso con i russi. Qualsiasi opinione umana che contraddica quella "fonte autorevole" sarebbe bandita su Facebook.

Le fonti "autorevoli" sono spesso le fonti più corrotte e fuorvianti gestite dall'establishment farmaceutico globalista

Il problema con Facebook che si basa sulle cosiddette "fonti autorevoli" per la censura è che tali fonti rappresentano quasi sempre il punto di vista globalista corrotto, pro-farmaceutico, pro-establishment che è intriso di frodi, inganni e falsità. I vaccini, per esempio, sono così pericolosi che il governo statunitense ha ora pagato circa 4 miliardi di dollari in premi a famiglie di bambini danneggiati dal vaccino, tuttavia qualsiasi menzione di quelle statistiche governative che sono state pubblicamente pubblicate da HHS ( VAERS.HHS.gov ) essere falsamente etichettato come "bufala" da Facebook, dal momento che l'industria del vaccino insiste falsamente sul fatto che i vaccini non hanno mai danneggiato nessuno.
Così, la verità diventa una "bufala", ma le bugie diventano la "verità ufficiale". Facebook diventa il Ministero della Verità (o più precisamente, il Ministero delle Bugie), e tutte le voci di verità e ragione sono messe a tacere nel nome della protezione corrotta industrie nocive che sacrificano i bambini a scopo di lucro.
Questo è quello a cui è arrivato tutto ora, motivo per cui le persone lasciano Facebook in numero enorme.
In poco tempo, Facebook non permetterà affatto alcuna opinione umana e il sito dei "social media" non sarà nient'altro che i robot AI che vomitano propaganda ufficiale che soddisfa la definizione di informazioni "autorevoli" dall'establishment globalista.

09/07/19

Crevola, la sua storia, la sua chiesa


Il nome di Crevola, o Crevoladossola, è molto familiare. Ma cosa si cela dietro a questo nome? Parliamo di un territorio strategico, dal grande rilievo storico. Crevoladossola sorge alla confluenza della Val Divedro e della Val Antigorio, che portavano ai due storici valichi verso la Svizzera. Il centro vero e proprio di Crevoladossola si trova in posizione rialzata dominante la conca di Domodossola. Da Crevoladossola, in epoca romana, passava la via Severiana Augusta, strada romana consolare che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) con il Verbanus Lacus e, da qui, portava al passo del Sempione (Summo Plano). Altra testimonianza di epoca antica è l’iscrizione rupestre del I secolo d.C., all’interno di un riparo roccioso posto sulla via del Sempione, che cita la divinità germanica della guerra “Tinco” e il dio cinghiale celtico “Mocco”, simbolo del furore guerriero. 


Un importante punto di transito nel territorio era ed è tuttora il ponte sul Diveria, collegamento importante verso l'Europa. L'attuale ponte di origine napoleonica sostituisce quello medievale, distrutto da una piena all’inizio del XVI secolo, di cui sono ancora visibili i resti. Napoleone, nel 1800, ordinò di iniziare i lavori per costruire una strada che congiungesse Milano a Parigi attraverso il passo del Sempione; per realizzare il ponte, oggi ancora ben saldo, si utilizzarono pietre già squadrate provenienti dall’abbattimento del campanile della chiesa di San Francesco a Domodossola. Trattandosi di un territorio strategico, è stato anche il teatro di importanti avvenimenti storici e scontri. Infatti, alla fine del XV secolo era in atto una guerra tra l’Ossola e il cantone svizzero del Vallese. Fin dal 15 febbraio 1487 il duca di Milano era informato che in Vallese si stavano radunando delle truppe, perciò inviò a Domodossola dei soldati per rinforzare le difese. 


Nel mese di aprile i vallesani e i confederati confluirono verso Domodossola, sia dal Sempione che dalla Valle Antigorio; dopo diversi scontri, il 28 aprile 1487 i vallesani si ritirarono verso Crevoladossola e vennero sconfitti dalle milizie ducali nei pressi del ponte sul Diveria. Per celebrare la vittoria contro gli svizzeri, si iniziò la realizzazione dell'oratorio di San Vitale di Crevoladossola, tuttora visibile ai piedi del ponte napoleonico. Sopra l'ingresso si può ancora vedere un piccolo affresco che riporta una scena della battaglia di Crevola sopra il ponte medievale. Una scomparsa tradizione voleva che ogni anno, nell'anniversario della Battaglia, i domesi si recassero in processione presso l'oratorio che viene intitolato a San Vitale proprio per ricordare il giorno della battaglia. 


Ma Crevola conserva un altro monumento degno di nota, ed è la chiesa pievana dei Santi Pietro e Paolo, risalente ai primi decenni dell’XI secolo, come ancora si può vedere nel campanile, struttura in origine a quattro piani con specchiature ad archetti trinati ed eleganti trifore. La chiesa vera e propria inizialmente era un edificio ad aula unica, coincidente con la navata centrale. Alla fine del XV secolo si aprì un’epoca di profonde trasformazioni. In facciata si può osservare una targa con lo stemma dei Della Silva (il leone rampante che tiene le chiavi della città) e quello degli Orrigoni (la quercia radicata), con la data 1475, che segna l’epoca della ristrutturazione. 
All’inizio del secolo XVI, sempre per merito dei Signori Della Silva, si concretizzò l’idea di ingrandire la Chiesa di Crevola portandola da una a tre navate. In primo luogo fu costruito nella parte sud un muro di sostegno ad archi per ricavare lo spazio necessario per la navata laterale; successivamente furono costruiti i muri perimetrali esterni delle nuove navate. Per realizzare la continuità fra le tre navate, occorreva abbattere le pareti laterali della vecchia costruzione: a tal fine, furono inserite nelle pareti laterali della vecchia chiesa delle colonne in serizzo locale e infine furono realizzati gli archi che, appoggiando sulle nuove colonne, dovevano sostenere il peso di tutta la copertura. Poi fu demolito quello che rimaneva delle vecchie pareti laterali. Dopo questo intervento, fu demolito il tetto per sopraelevare i muri della navata centrale (ulteriormente innalzati nel 1723) e furono aperte diverse finestre. 


Della costruzione romanica si sono conservati il campanile, parte della facciata e gli importanti resti delle pareti laterali e della decorazione ad archetti ciechi sorretti da mensolette con protomi antropomorfe, che si possono vedere recandosi nei sottotetti delle navate laterali. Le aperture del campanile, in parte tamponate e modificate, restano integre nei due piani sotto la cella campanaria, con eleganti trifore. Il bassorilievo sopra il portale, che raffigura Cristo che esce dal sepolcro, è quattrocentesco; il portale è del XVII secolo. Un bassorilievo, rappresentante San Bernardo da Mentone, risale al 1475. Del XVI secolo sono gli affreschi di Antonio Bugnate; nell’abside, un’ “Ultima Cena” di Fermo Stella da Caravaggio e le splendide vetrate opera di Hans Funk, uno dei principali vetrai bernesi dell’epoca. 


L’elegante coro tardo-gotico è stato commissionato dai nobili Della Silva e realizzato dall’architetto presmellese Ulrich Ruffiner, operante nel Vallese. Le preziose vetrate istoriate, opera del maestro vetraio bernese Hans Funk, vennero realizzate nel 1526. Le pareti del presbiterio sono ornate da affreschi monocromatici negli sguinci delle finestre e da rappresentazioni dei santi, attribuiti al pittore cinquecentesco Sperindio Cagnoli, così come l'Ultima Cena e le sibille del sottarco. 


Prospiciente alla chiesa, si trova il Battistero di San Giovanni o carné. Si tratta di un edificio con forma di oratorio con presbiterio affrescato. Fu costruito nel XVI secolo. Al suo interno era presente un fonte battesimale, poi trasportato nella chiesa parrocchiale. Successivamente fu adibito a ossario (carnerium da cui “carné”) e poi a vari scopi. Servì addirittura da autorimessa. Per fortuna, di recente è stato sottoposto a restauro da Claudio Valazza, per cui ora è ancora possibile ammirare in tutta la loro bellezza le pitture attribuite in parte a Fermo Stella da Caravaggio, datate al 1535. Un posto magico che ci regala ancora tutta la sua bellezza.

Claudia Migliari

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI


CLAUDIA MIGLIARI
La storia di Claudia inizia in un giorno di fine aprile del 1980. Il luogo dove è nata e cresciuta, il lago di Lugano, terra di confine e di contrasti, dove l'asprezza e il rigore delle montagne cedono il passo alla dolcezza mediterranea dei laghi, forma il suo carattere poliedrico. Da sempre appassionata di tutto ciò che la può portare in epoche lontane, si butta a capofitto sul disegno, sulla musica, sulla storia. Nel 1999 inizia la sua avventura come guida turistica presso una villa rinascimentale, dove ancora collabora. L'attività la coinvolge tanto, che nel 2005 consegue la certificazione ufficiale di guida turistica. Nel frattempo, conclude i suoi studi di lingue (e, naturalmente, storia delle lingue) e inizia a lavorare come traduttore, sua attuale professione. Ha al suo attivo la traduzione di quasi un centinaio di libri sugli argomenti più disparati, dalle fiabe e dalla narrativa per ragazzi, fino a libri di scultura su pietra e su legno e sulla storia della smaltatura dei metalli. Da marzo 2015, Claudia è segretario della Pro Loco del suo paese, Bisuschio, e continua le sue attività artistiche, prosegue con lo studio del canto lirico e... è sempre in giro per chiese o luoghi storici, purché siano antecedenti all'Ottocento! Per concludere, Claudia ha una fluente chioma ribelle e rossa, vive sola con un gatto nero, ha la casa piena di libri e ama studiare e conoscere i principi curativi delle erbe. Che cosa avrebbe pensato di lei un inquisitore?