14/03/15

la prospettiva bramantesca di Santa Maria presso San Satiro Milano

Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, Via Torino anni Trenta
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, Via Torino Milano – anni Trenta
Un piccolo omaggio da parte mia in occasione del V centenario della morte di Donato Bramante (1514–2014) ricordando i lavori di restauro da noi eseguiti (Restauri Nicora di Mauro Nicora & C.) nel 1986 sulle superfici dei pilastri decorati con motivo a candelabra sia della prospettiva bramantesca che del transetto e della navata nonché quelli sulle superfici murarie di tutta la chiesa di Santa Maria presso San Satiro in Milano, dalla trabeazione al piano di calpestio.
Santa Maria presso San Satiro (interno) Via Torino 17/19 Milano
Santa Maria presso San Satiro (interno) Via Torino 17/19 Milano
Il lavoro ci fu affidato dallo Studio di Restauro Luciano Formica che in quegli anni stava realizzando il restauro degli stucchi dorati della finta volta del coro, della cupola e della volta della navata.
Santa Maria presso San Satiro Milano - Cupola del transetto e finta volta del coro
Santa Maria presso San Satiro Milano – Cupola del transetto e finta volta del coro
Fondamentalmente l’intervento principale che eseguimmo fu quello di ricostruire gli ornati delle candelabre così come erano pervenute dai restauri eseguiti tra il 1819 e il 1820. In quel periodo vennero infatti realizzate radicali opere che investirono la composizione in tutti i suoi elementi cancellando quasi totalmente non solo le tracce dei precedenti restauri ma incidendo pesantemente anche sugli elementi strutturali originali. La decisione di dar corso a tali opere, definite di “miglioramento”, nei primi anni dell’ottocento venne determinata dall’esigenza di dotare la chiesa di un nuovo altare essendo quello esistente corroso dai tarli e dall’umidità delle pareti (la chiesa di San Satiro è caratterizzata da un’intensa umidità di risalita provocata dalla presenza della falda freatica a pochi metri dalle sue fondamenta  che aveva cominciato a danneggiarla già pochi decenni dopo la sua costruzione). In questo frangente di rinnovamento venne deciso quindi un restauro radicale dell’edificio in particolar modo con interventi di ricostruzione degli intonaci della parte inferiore nell’intento di eliminare definitivamente il problema dell’umidità. Si procedette all’isolamento degli intonaci dalla muratura attraverso la formazione di un’intercapedine (di profondità media di cm 3,5) e la ricostruzione di un nuovo supporto, realizzato con tavelle di cotto (di spessore cm. 1,5) che rese necessaria, per non causare alterazioni evidenti nei piani prospettici, la riduzione del sottostante parametro murario fino all’altezza dei capitelli. Per ragioni di stabilità, tuttavia, l’assottigliamento dei piloni portanti non poteva essere spinto oltre i tre centimetri, ragion per cui il nuovo piano ricostruito, compreso lo spessore degli intonaci, risultava sporgente rispetto al piano originario di circa quattro o cinque centimetri. Si rese allora necessario anche il rifacimento dei capitelli, delle cornici e delle fasce della trabeazione. Da questa descrizione si evince in modo convincente che l’originario apparato decorativo quattrocentesco bramantesco, dai capitelli in giù, andò perso. Nei documenti dell’epoca non vien fatto nessun riferimento a decorazioni originarie rinvenute ma anzi si parla della ricostruzione dei disegni dei pilastri e dei finti pilastri del coro ad affresco con le tonalità cromatiche dell’ocra e del grigio prendendo ispirazione dal Bramante e dai suoi seguaci. La nuova decorazione dei pilastri fu affidata nel 1819 al pittore Gaetano Vaccani.
Santa Maria presso San Satiro Milano - Prospettiva bramantesca allo stato attuale
Santa Maria presso San Satiro Milano – Prospettiva bramantesca allo stato attuale
Benché il risultato finale di questo radicale restauro riscosse ampi consensi nell’opinione pubblica del tempo, tanto da essere così commentato “Restituito per tal modo questo lavoro prospettico al primo suo pregio e accoppiatavi quella morbidezza a cui pervenne ai nostri tempi l’ornato, si presenta agli sguardi nobile, elegante e dignitoso.” (1) questa soluzione tecnica non risolse che temporaneamente il problema dell’umidità di risalita. Anzi provocò nel tempo un aggravamento delle condizioni igrometriche della muratura, in quanto le tavelle, greificate (2) dalla parte rivolta alla struttura muraria, impedendone la traspirazione, diede luogo alla formazione di umidità di condensa nell’intercapedine. Perciò questo non fu l’ultimo restauro in ordine cronologico eseguito prima degli interventi del 1986. Si intervenne ancora nel 1919 (e in questo contesto, per alleggerire l’argomentazione, intendo parlare solo dei pilastri del coro) e nel 1939 quando la definizione pittorica ottocentesca venne mantenuta solo sui primi pilastri mentre sulle paraste si eseguì, con colori a tempera, un motivo a scanalature che riprendeva quello del transetto della navata principale.
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Pianta della chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Rilievo E. Strada (1884) (A.P.S.S.)
Il nostro intervento di restauro è consistito essenzialmente in un’opera di pulitura e consolidamento nonché di ricostruzione delle decorazioni ottocentesche così da rendere percepibile la lettura com’essa ci è pervenuta nel tempo equilibrando il campo cromatico interrotto che provocava un effetto di disancoramento dal suolo degli stessi elementi architettonici. Nei finti pilastri e paraste è stata accennata la riquadratura (elemento storicamente accertato) nell’intento di recuperare il senso plastico e prospettico necessario all’equilibrio dell’insieme, altrimenti compromesso dalla perdita totale dei partiti decorativi.
Santa maria presso San Satiro Milano - Veduta d'insieme della "prospettiva bramantesca" prima dei restauri del 1986.
Santa maria presso San Satiro Milano – Veduta d’insieme della “prospettiva bramantesca” prima dei restauri del 1986.
Santa maria presso San Satiro Milano - Veduta d'insieme della "prospettiva bramantesca" dopo i restauri del 1986.
Santa maria presso San Satiro Milano – Veduta d’insieme della “prospettiva bramantesca” dopo i restauri del 1986.
Santa Maria presso San Satiro Milano - Navata sinistra - Pilastro a candelabri prima dei restauri
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto sinistro – Pilastro a candelabra  prima dei restauri
Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Pilastro a candelabra prima dei restauri
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto sinistro – Pilastro a candelabra prima dei restauri

Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Pilastro a candelabra durante i restauri. In questa foto si nota il disegno posizionato a spolvero.
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto sinistro – Pilastro a candelabra durante i restauri. In questa foto si nota il disegno posizionato a spolvero.

Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto sinistro - Pilastro a candelabra a restauro ultimato
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto sinistro – Pilastro a candelabra a restauro ultimato
Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Pilastro a candelabra prima dei restauri
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto destro – Pilastro a candelabra durante le operazioni di restauro

Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Pilastro a candelabra durante le operazioni di restauro
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto destro – Pilastro a candelabra durante le operazioni di restauro

Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Particolare pilastro a candelabra durante le operazioni di restauro
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto destro – Particolare pilastro a candelabra durante le operazioni di restauro
Santa Maria presso San Satiro Milano - Transetto destro - Particolare del pilastro a candelabra a restauro ultimato
Santa Maria presso San Satiro Milano – Transetto destro – Particolare del pilastro a candelabra a restauro ultimato
Il modesto ingresso su via Torino della chiesa di San Satiro non lascia presagire granché. La facciata, costruita da G. A. Amedeo nel 1486, ma mai portata a termine, su disegno del Bramante , e ricordo che questo è uno dei pochi edifici bramanteschi lombardi in cui la presenza di Donato è accertata con sicurezza, è stata rifatta interamente nel secolo scorso da Giuseppe Vandoni.
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Sopra – Disegno della facciata di S. Satiro attribuito a Donato Bramante (fine XV sec, Louvre) Sotto – Giuseppe Vandoni facciata 1871
Santa Maria presso San Satiro Milano - Facciata ingresso su via Torino
Santa Maria presso San Satiro Milano – Facciata ingresso su via Torino
Una volta varcata la soglia della chiesa questo primo umile impatto scompare del tutto quando, appena immersi nel buio della navata centrale appare uno spettacolo sorprendente. In fondo alla fuga di pilastri che separano le tre navate si staglia in profondità l’imponente abside, racchiusa dalla dorata scenografia della successione di tre arcate e protetta da una deliziosa volta a cassettoni. Un gioiello che rifulge come un brillante nello scrigno oscuro della chiesa. Mano a mano che si procede nella navata la meraviglia per lo spettacolo cede il posto a uno stupore crescente. Ci si rende conto infatti che la prospettiva dell’abside è del tutto immaginaria; il corpo absidale sporge verso l’esterno per 97 centimetri. Si tratta di un magnifico gioco prospettico a “trompe l’oeil” concepito dal Bramante per ricreare l’immagine dell’abside che la confinante via Falcone non aveva consentito di realizzare materialmente.
Sezione longitudinale di Santa Maria presso San Satiro Milano - Rilievo di F. Cassina (1840-62) (Milano, Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli)
Sezione longitudinale di Santa Maria presso San Satiro Milano – Rilievo di F. Cassina (1840-62) (Milano, Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli)
Come si sa la chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu la prima prodigiosa opera di architettura non solo ideata ma anche seguita nelle varie fasi di costruzione e decorazione da Bramante stesso eretta sul luogo dell’antica costruzione voluta dall’arcivescovo Ansperto nell’876 in onore di San Satiro.
Nel 1242 il luogo fu teatro di un miracolo che interessò l’immagine della Vergine con Bambino, dipinta nel 1200 sull’esterno dell’edificio in un piccolo altare posto sul lato verso l’attuale via Falcone, e che consistette nel sanguinamento dell’immagine stessa, in seguito a una pugnalata di un certo Massazio da Vigonzone, che nel giorno dell’Annunciazione, adirato a causa della perdita di molto denaro al gioco, scagliò il proprio coltello contro la gola del Bambino. Dalla ferita sul muro – tutt’oggi visibile – prodigiosamente uscì sangue che fece convertire Massazio (poi monaco a S. Ambrogio) e suscitò la devozione mariana dei milanesi.
Santa Maria presso San Satiro Milano - Madonna col Bambino, affresco, XIII sec. restaurato nel 1983.
Santa Maria presso San Satiro Milano – Madonna col Bambino, affresco, XIII sec. restaurato nel 1983.
Il pugnale del miracolo custodito nella sacrestia della chiesa di Santa Maria presso San Satiro Milano.
Il pugnale del miracolo custodito nella sacrestia della chiesa di Santa Maria presso San Satiro Milano.
L’affresco con la Vergine del Miracolo fu portata all’interno della chiesa (oggi visibile sopra l’altare) e rimaneggiata nel XV, inserendo Gian Galeazzo e sua madre Bona di Savoia. Solo nella seconda metà del Quattrocento, sull’onda della vasta devozione popolare, si intraprese la costruzione di una nuova chiesa dedicata a Maria. Venne costituita una Confraternita che gestisse il culto dell’immagine miracolosa e vennero acquistate alcune case da demolire per erigere il transetto della nuova chiesa (1478).
E qui entra in gioco il Bramante al quale fu affidato il progetto di ricostruzione della nuova chiesa.
Oltre ai limiti urbanistici che un tale progetto imponeva (le viuzze intorno a S.Satiro erano il cuore delle attività commerciali e artigianali di Milano e l’area disponibile per la realizzazione della chiesa molto ristretta) venne chiesto al Bramante di aver cura di una cappella posta esteriormente alla basilichetta anspertiana (il Sacello di San Satiro) e che era veneratissima dal popolo milanese, e di adattarla come cappella aggiunta alla nuova chiesa.
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro dipinta ad acquarello da Luigi Bisi (seconda metà XIX sec)
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro dipinta ad acquarello da Luigi Bisi (seconda metà XIX sec). Veduta da via Mazzini (angolo via Falcone). Sacello di San Satiro in primo piano e a destra la torre campanaria della metà XI se.
Decisamente un impegnativo e ambizioso lavoro per Bramante; si trattava inoltre della prima opera dell’architetto a Milano, luogo che aveva avuto modo di conoscere nei suoi viaggi tra Bergamo e la città sforzesca apprezzandone il vivace clima artistico che in quegli anni si andava profilando. Un biglietto da visita che, se portato con onore a buon fine, lo avrebbe introdotto a pieni titoli alla corte degli Sforza. Il limite posto al progetto non si rivelò un impedimento per il genio bramantesco che riuscì a ricavare, demolendo le poche abitazioni addossate ai lati rilevate dalla Confraternita, una piccola chiesa con pianta a a “T” orientata a sud/est (e non a est). Mancava però lo spazio per costruire l’abside perché la via Falcone lungo la quale egli aveva innalzato la parete di fondo del tempio non gli permetteva di costruirne una realmente. Ideò quindi la famosa prospettiva che suggerisce uno spazio profondo dietro l’altare e che egli non pensò certo come elemento ingegnoso e neppur nuovo, a sé stante, ma come esigenza della spazialità architettonica dell’edificio. Una struttura in mattoni, legno, terracotta e stucco dipinto che simula tre campate identiche a quelle reali della navata centrale. Qui vi poteva prendere sede in posizione privilegiata, dietro l’altare nel sito dell’antico muro, l’affresco strappato della Madonna miracolosa così come richiesto dalla Confraternita.
Santa Maria presso San Satiro Milano - Prospettiva bramantesca vista dal transetto destro.
Santa Maria presso San Satiro Milano – Prospettiva bramantesca vista dal transetto destro.
Ma quanto resta ai giorni nostri dell’originale immagine dell’edificio architettato da Bramante? Tutto sommato, in relazione anche agli studi eseguiti durante il restauro del 1986, gli elementi strutturali fondamentali si sono conservati nel loro assetto originario, anche se fu concretamente alterato nella sua immagine visiva, specie all’interno, a seguito di interventi (e oltre a quelli ottocenteschi e novecenteschi altri li precedettero già nel XVII sec.) su alcune sue parti e su alcune sue rifiniture e decorazioni e soprattutto nelle fonti di illuminazioni. Il restauro del finto coro ha contribuito in modo decisivo a darci un’idea attendibile, in larga misura vicina ai dati originali, dell’immagine cromatica pensata ed attuata da Bramante. Le parti considerate strutturali dell’architettura – gli architravi, le cornici, le profilature di margine dei pilastri e degli archi, le concavità murarie nelle nicchie in fondo – dovevano essere tinteggiate di chiaro a simulare venature marmoree. Gli ornati in aggetto dovevano apparire dorati, mentre i fondi – dei riquadri dei cassettoni, del fregio della trabeazione, dei campi dei fusti dei pilastri, a candelabre bianche – erano dipinti in azzurro. La definizione pittorica fu eseguita nel 1482; in quell’anno documenti attestano la presenza dei pittori Marco Lombardo e Matteo Fedeli già impegnati a dipingere l’altare maggiore. La prospettiva risulterebbe quindi interamente definita in quell’anno anche nell’opera pittorica.
Paola Mangano
Santa Maria presso San Satiro Milano - Particolare della facciata
Santa Maria presso San Satiro Milano – Particolare della facciata
Santa Maria presso San Satiro Milano - Colonnato destro navata centrale -
Santa Maria presso San Satiro Milano – Colonnato destro navata centrale -

fonte: passionarte.wordpress.com

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