18/08/19

si muore di cancro o di chemio?



Marcello Pamio

Ogni anno in Italia 363.300 persone ricevono una diagnosi di cancro, sono esclusi i carcinomi della pelle.
Ogni anno in Italia oltre 170.000 persone soccombono alla malattia.
Questi numeri però non devono essere interpretati e tradotti come la percentuale di mortalità del cancro, perché si verrebbe fuorviati. Se 360.000 persone scoprono il tumore e 170.000 muoiono non significa che il cancro ha una mortalità all’incirca del 50% (170.000 su 360.000 = 47%), perché non è così: la mortalità è molto più alta!
Va infatti precisato che la stragrande maggioranza di quei 360.000 tumori che ogni anno vengono scoperti non sono cancri fulminanti ma sono sovradiagnosi, cioè tumori innocui, incistati (in situ) che non creano nessun problema e nessun rischio per la vita della persona. Ma una volta scoperti - grazie agli screening - vengono catalogati come tumori e spesso curati come tali, facendo lievitare le statistiche di incidenza da una parte, i danni e le morti dall’altra.
La statistica è impietosa: nel corso di una vita media, ci dicono, circa 1 uomo su 2 e 1 donna su 3 sarà toccata dal cancro.
Ovviamente queste sono stime e sappiamo bene che con i numeri l’oncologia può affermare tutto e il contrario di tutto. Non si sta dicendo che il cancro non sia un problema serio che interessa sempre più persone, e non servono certo i matematici e/o gli oncologi a dircelo perché è la Vita stessa che parla da sola, ma va tenuto in seria considerazione il fatto che la maggior parte dei tumori è sovradiagnosi.

Sovradiagnosi

Si tratta del pericolo più serio della diagnosi precoce, gli screening.
Consiste nel mettere in evidenza lesioni o tumori in situ che non sarebbero MAI evoluti nel corso della vita, ma sui quali, una volta individuati, ci si sentirà obbligati ad intervenire, questo soprattutto da parte del medico che vive e trasuda medicina difensiva.
L’Industria farmaceutica ha gentilmente sviluppato tecnologie - con il plauso del mondo intero - in grado di identificare le più piccole anomalie, ha poi modificato le soglie che definiscono la normalità e creato nuove malattie.
La grande maggioranza di queste anomalie scoperte in persone soggettivamente sanissime risulta inconsistente, cioè non darà MAI sintomi o problemi nel corso della vita, ma una volta individuate queste difformità? Cosa si fa?
La PAURA in questo frangente è deleteria, perché non lascia il tempo di pensare e riflettere...
Grazie alle nuove tecnologie diagnostiche (TAC, risonanze, ecc.) e alla risoluzione sempre più alta si creano molte potenziali sovradiagnosi e quindi molti interventi inutili, ma assai dannosi.
Fa molto riflettere la dichiarazione di un radiologo americano che dopo aver analizzato più di 10.000 pazienti arriva a dire che “in realtà, con questo livello di dettaglio, non ho ancora esaminato un paziente normale”…
Qualsiasi radiologo onesto intellettualmente e moralmente libero può solo confermare questo dato di fatto.
Qualche esempio concreto di sovradiagnosi?
Il British Medical Journal il 9 luglio 2009 ha pubblicato una ricerca dal titolo: “Stimare la sovradiagnosi di tumori al seno negli screening”. Lo studio ha revisionato i dati di paesi come Inghilterra, Canada, Australia, Svezia e Norvegia e il risultato è un preoccupante 52%.
Questo vuol dire che 1 mammografia su 2 è sovradiagnosi! Un tumore su due NON andrebbe toccato in quanto innocuo e non pericoloso.
Il New England Journal of Medicine il 18 agosto 2016 pubblica uno studio sulla tiroide e in questo caso i dati sono ancora più incredibili: dal 50 al 90% dei tumori alla tiroide sono sovradiagnosi.
La quasi totalità dei tumori alla piccola ghiandola alla base del collo NON andrebbero curati.
Il tumore alla prostata è senza dubbio il più sovradiagnosticato e il trattamento ufficiale sta portando all’invalidità (impotenza e incontinenza) decine di milioni di uomini sanissimi.
La stragrande maggioranza dei tumori alla prostata scoperti con il PSA, il test più fallimentare che la medicina conosca, infatti, non causerebbe alcun tipo di problema se non venisse individuata.
La maggior parte degli uomini trattati starebbe benissimo se non sapesse di quel cancro.  Ad affermarlo è nientepopodimenoché il prof. Richard Ablin, il medico scopritore nel 1970 del PSA stesso. E se lo dice lui qualche pensiero sarebbe bene farselo…
Ogni anno in America a 240.000 uomini (35.000 in Italia) viene diagnosticato il cancro alla prostata.
Gli uomini hanno un rischio del 3% nella loro vita di morire di cancro alla prostata, il che significa che il 97% degli uomini avrà il test del PSA che probabilmente causerà maggiori danni che benefici, assieme alle immancabili terapie successive alla diagnosi.
La lettura di questi dati è inquietante: la sovradiagnosi nel cancro alla prostata mediante PSA è del 97%.

Alcuni uomini muoiono di cancro della prostata,
ma quasi tutti muoiono con il cancro alla prostata!

Dopo quello che è stato appena detto sorgono delle domande: le persone stanno morendo a causa del cancro o a causa delle cure? Le persone che hanno il cancro e seguono i protocolli guariscono o no? Cosa accade a tutte le persone sovradiagnosticate?
Per rispondere a queste delicate domande è importante conoscere l’origine storica della chemioterapia…

Origine storica della chemioterapia

Innanzitutto è necessario occuparsi di guerra chimica, la cui paternità va attribuita al chimico tedesco Fritz Haber.
Allo scoppio della Grande Guerra il dott. Haber dirige il prestigioso Kaiser Wilhelm Institute a Berlino e il suo laboratorio chimico ha un ruolo centrale nello sforzo bellico: sviluppa gas irritanti utili per stanare dalle trincee i soldati nemici.
Tra tutti i gas studiati uno solo emerge per caratteristiche utili allo scopo: il cloro.
Questo gas dal colore gialloverde è estremamente tossico ed è caratterizzato da un odore soffocante che penetra violentemente nelle vie respiratorie.
Il 22 aprile 1915 l’esercito tedesco scarica oltre 146 tonnellate di gas di cloro (detto dicloro o diossido di cloro) a Ypres in Belgio: le truppe francesi, britanniche e canadesi prese alla sprovvista cadono come mosche cercando di proteggersi le vie aeree con banali fazzoletti.
Fu una vittoria straordinaria per i tedeschi, ma Fritz Haber pagherà molto caro questo attacco perché, qualche giorno dopo aver usato il gas, sua moglie Clara Immerwahr, chimico pure lei, si suicida con un colpo di pistola direttamente al cuore usando l’arma di servizio del marito che per questi servizi era stato promosso al grado di capitano…
Gli Alleati nel frattempo si sono dotati di maschere antigas per cui il cloro non è più un problema. Fatta la legge e trovato l’inganno. Haber per ovviare il problema maschera mette a punto il fosgene, costituto da una miscela di dicloro e monossido di carbonio. Meno irritante per naso e gola del cloro stesso ma rappresenta la più letale arma chimica preparata a Berlino, poiché attacca violentemente i polmoni riempiendoli di acido cloridrico.
Verso la fine della Guerra quando le vittime dei gas si contano a decine di migliaia Haber lancia il suo ultimo ritrovato: il gas mostarda, detto anche iprite. Il nome deriva dalla località in cui è stato sperimentato: le trincee di Ypres in Belgio.
Gli effetti del gas mostarda sono terribili: provoca vastissime vesciche sulla pelle, brucia la cornea causando cecità permanente e attacca il midollo osseo distruggendolo e inducendo la leucemia.
Proprio da questa leucopenia (diminuzione dei linfociti nel sangue) nasce il concetto medico di chemioterapia.
Ma andiamo per ordine.
La sera del 2 dicembre 1943 il porto di Bari era gremito da quasi una quarantina di navi cariche di preziosi rifornimenti, tra queste la nave americana John Harvey partita dal porto di Baltimora. La Harvey, a differenza delle altre navi, aveva le stive piene di bombe all’iprite. Oltre 100 tonnellate di iprite (gas tossico e vescicante) sotto forma di bombe lunghe 120 centimetri e del diametro di 20. La nave sarebbe stata scaricata il giorno seguente.
Alle 19,30 uno stormo di aerei della tedesca Luftwaffe arrivarò nel porto di Bari bombardando le navi.
La John Harvey colpita prese fuoco e l’iprite mescolata alla nafta delle petroliere affondate formò un velo mortale su tutta la superficie del porto, mentre i suoi deleteri vapori si sparsero ovunque intossicando i polmoni dei sopravvissuti .
Il numero esatto di morti non si saprà mai, ufficialmente si parla di circa 1000 cittadini baresi uccisi.
Nel rapporto che seguì l’incidente vennero evidenziati dei fatti interessanti: le persone colpite da iprite svilupparono una grave aplasia del tessuto linfoide e del midollo osseo. Il colonnello statunitense Steward Alexander nella sua relazione finale notò che dalle autopsie dei morti per iprite si notava una notevole soppressione dei linfomi e dei mielomi.
Questo rinforzò l’ipotesi che solo un anno prima Goodman e collaboratori avevano fatto sull’impiego di derivati dell’iprite.
I dottori Goodman, Gilman e Dougherty somministrarono mostarda azotata (derivata dell’iprite) in sei pazienti affetti da linfoma maligno registrando un miglioramento iniziale delle condizioni cliniche e una riduzione delle lesioni neoplastiche. Poco importava se tale terapia era risultata devastante sotto altri punti di vista: questo era quanto bastava perché venisse pubblicato nel settembre del 1946 uno studio di portata epocale sull’effetto dell’iprite nei linfomi. Tale studio venne pubblicato sulla rivista Science con il titolo: “Azioni biologiche e indicazioni terapeutiche delle beta-cloroetilamine e dei sulfidi”.
Tutto ciò diede inizio - purtroppo per noi – all’utilizzo della chemioterapia che giunge fino ai nostri giorni.
Negli attuali bugiardini dei chemioterapici alla voce Categoria terapeutica viene riportato: “Analoghi della mostarda azotata”.
Le mostarde azotate - ce lo dice il Ministero della Salute alla voce Emergenze sanitarie - furono prodotte per la prima volta negli anni Venti come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate. Sono in grado di penetrare le cellule in modo rapido e causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo”.
Quindi la chemioterapia è nata grazie ad un incidente di guerra ed è una vera e propria arma chimica!
Lo scrivono nei bugiardini le stesse case farmaceutiche che li producono e lo conferma il Ministero della Salute.
L’utilizzo in guerra di tali armi chimiche è vietato da numerose convenzioni: Dichiarazione dell’Aja del 1899, Convenzione dell’Aja del 1907, Protocollo di Ginevra del 1925 e Convenzione di Parigi del 1993, ma nella guerra al cancro non solo sono legittime ma sono anche le uniche riconosciute.
Oggi ad un qualsiasi malato di cancro viene iniettato un mix di sostanze chimiche vietate in guerra per la loro pericolosità dalla Convenzione di Ginevra.

Sopravvivenza al cancro e alla chemio

Una persona col tumore a cui vengono iniettati nel sangue farmaci derivati dall’iprite e dalle mostarde azotate (vescicanti e distruttori midollari) guarisce o no?
La risposta è che nonostante questi trattamenti alcune persone sopravvivono (non tanto al cancro ma alle cure ufficiali) e le testimonianze ovviamente non mancano. Ma tali persone avevano un cancro fulminante? Rientravano invece nella diffusissima sovradiagnosi? E tutto questo a che costo?
Come sempre i pro e i contro vanno soppesati e valutati entrambi.
Al Sistema interessa solo screditare mediaticamente tutte le persone che decidono di non fare i protocolli, ma evitano accuratamente di parlare di tutte le centinaia di migliaia di persone che muoiono ogni anno facendo le cure ufficiali. Come mai?
Forse i morti non sono tutti uguali: ci sono quelli di seria A e quelli di serie B?
Sui pericoli e sull’inutilità della chemioterapia citotossica nella sopravvivenza vi sono alcuni studi magistrali.
Il 5 agosto del 2012 la rivista Nature ha pubblicato uno studio  nel quale si evidenzia come la chemioterapia usata per il cancro alla prostata in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita tumorale stessa rendendo immune il tumore a ulteriori trattamenti.
I ricercatori dello studio hanno spiegato che i risultati “indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica del cancro”, e questo ha trovato conferma, oltre al tumore alla prostata, anche in quello al seno e alle ovaie.
Del dicembre 2004 è la faraonica ricerca scientifica a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).
Lo studio intitolato: “Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti” viene pubblicato su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo, Clinical Oncology.
La meticolosa ricerca si è basata sulle analisi di tutti gli studi clinici randomizzati condotti in Australia e Stati Uniti nel periodo compreso tra gennaio 1990 e gennaio 2004.
L’analisi ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi e curate SOLO con chemioterapia.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia.
Nonostante queste accortezze la conclusione non lascia spazio a tante interpretazioni:

Sopravvivenza Australia     > 2,3%
Sopravvivenza Stati Uniti   > 2,1%

Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori.
In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Se la chemio citotossica contribuisce alla sopravvivenza a 5 anni per un miserrimo 2% cosa è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? E dopo 10 anni, ci sono dati?
Domande prive di risposta….
Un’altra ricerca interessante è quella del dottor Ulrich Abel, epidemiologo tedesco della Heidelberg/Mannheim Tumor Clinic. Abel chiese a circa 350 centri medici sparsi nel mondo l’invio di tutti gli studi ed esperimenti clinici sulla chemioterapia.
L’analisi durò parecchi anni e alla fine quello che risultò è la non disponibilità di riscontri scientifici in grado di dimostrare che la pratica della chemioterapia prolunghi la vita in modo apprezzabile.
Quindi da oltre sessant’anni stiamo usando farmaci citotossici che non solo non funzionano, ma che inducono più problemi e danni della malattia stessa.

Cancro: il business intoccabile

Non serve andare oltre per comprendere che la chemioterapia da oltre 70 anni sta facendo molto male alle persone, ma molto bene alle casse delle industrie che li producono.
Ecco qualche esempio di chemioterapico con tanto di prezzo in euro (Farmadati, 2013):

Ibritumomab (Schering), 1 fiala: 14.894 euro
Sunitinib (Pzifer), 30 compresse: 8.714 euro
Sorafenib (Bayer), 112 compresse: 5.305 euro
Erlotinib (Roche), 30 compresse: 3.239 euro
Pemetrexed (Eli Lilli), 1 fiala ev.: 2.265 euro
Topotecan (Glaxo), 5 fiale: 1.752 euro.

Questi veleni oltre ad essere i farmaci più tossici sono anche quelli più costosi nella storia della medicina e non si usano quasi mai singolarmente, perché gli oncologi preferiscono mescolarli e potenziarli nei loro cocktails, per cui il costo e i danni lievitano esponenzialmente.
Questo è uno dei motivi per il quale i protocolli NON si devono toccare: sono il business per eccellenza.
Tutto il resto è secondario, anche la morte…

Conclusione

Iniettare una sostanza citotossica, cioè velenosa e mortale per le cellule malate e sane, per il sistema immunitario, per il sangue, per la linfa, per il midollo osseo, per il cervello e quindi per la Vita stessa non può essere considerato un trattamento terapeutico, ma una vera e propria aggressione e guerra chimica.
Se fosse vivo oggi il chimico Fritz Haber molto probabilmente farebbe la stessa fine della moglie: si sparerebbe un colpo in testa nel vedere le armi chimiche mortali, scoperte da lui in periodo di guerra, usate nei protocolli oncologici nella Grande Guerra al Cancro….

Tratto dal libro di Marcello Pamio: “Cancro SPA”, rEvoluzione edizioni, 2016


fonte: DISINFORMAZIONE

14/08/19

le origini e il significato dell'occhio che tutto vede

Perché ci sono così tante foto di celebrità che nascondono un occhio? Non è sicuramente casuale. In effetti, il simbolo dell’occhio che tutto vede ha un significato profondo e sembra essere importante per i poteri che sono. Questo articolo esamina le origini e il significato dell’onnipresente occhio che tutto vede.




Il simbolo dell’occhio che tutto vede è uno dei temi più ricorrenti su Neovitruvian perché è anche uno dei temi più ricorrenti nei mass media. Nel corso degli anni, questo sito ha messo in luce centinaia e centinaia di casi in cui artisti, modelli, personaggi famosi, politici e personaggi pubblici hanno nascosto nelle loro immagini pubbliche, un occhio.
Il simbolo è ovunque: nei video musicali, sulle copertine delle riviste, sui poster dei film, nella pubblicità e così via. Il numero totale di queste immagini è semplicemente sconcertante. Considerando questi fatti, l’ossessivo ripetersi del simbolo dell’occhio che tutto vede semplicemente non può essere il risultato di una coincidenza. In effetti, c’è un chiaro sforzo perche` questo simbolo venga visualizzato ovunque.
Perché questo simbolo è ovunque e cosa significa? Ecco uno sguardo al simbolo trascendentale e senza tempo dell’occhio.

UN SIMBOLO ARCHETIPICO


Un amuleto turco “nazar” usato per respingere le maledizioni e il “malocchio”. Possiamo trovare oggetti e nozioni simili in Portogallo, Brasile, Armenia, Azerbaijan, Albania, Algeria, Tunisia, Libano, Turchia, Grecia, Israele, Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Bangladesh, Iran, Iraq, Pakistan, parti dell’India del Nord, Palestina, Marocco, Spagna meridionale, Italia, Malta, Romania, Balcani, Levante, Afghanistan, Siria e Messico.

L’occhio umano è stato usato come simbolo sin dall’alba della civiltà. Può essere trovato attraverso tutte le età e civiltà. Carl Jung identificò l’occhio come un classico “simbolo archetipico” – un’immagine che è incorporata nell’inconscio collettivo dell’umanità. Secondo la sua teoria, gli umani rispondono istintivamente ai simboli archetipici e inconsciamente assegnano loro un significato specifico.
“Gli occhi sono probabilmente l’organo sensoriale simbolico più importante. Possono rappresentare la chiaroveggenza, l’onniscienza e / o una porta nell’anima. Altre qualità a cui gli occhi sono comunemente associati sono: intelligenza, luce, vigilanza, coscienza morale e verità. Guardare qualcuno negli occhi è un’usanza occidentale che suggerisce onestà. Detto questo, coprirsi gli occhi, indossare occhiali da sole, ecc. Può significare mistero, non vedere completamente la verita` o l’inganno. L’occhio spesso significa giudizio e autorità. ”
– Dictionnary of Symbolism, Università del Michigan
In quasi tutte le culture, il simbolo dell’occhio è associato a concetti spirituali quali la divinità (l’occhio della Provvidenza), l’illuminazione spirituale (il terzo occhio) e la magia (l’occhio diabolico).
“L’occhio simboleggia il vedere e la luce, e quindi la coscienza stessa. L’occhio è la parte di noi che vede l’universo e vede il nostro posto in esso. È conoscenza, consapevolezza e saggezza. L’occhio prende la luce, la pura energia dell’universo e la presenta allo spirito interiore. È la porta, anzi la vera unione, tra il sé e il cosmo. ”
– Peter Patrick Barreda, Archetype of Wholeness – Jung e il Mandala
Nella Bibbia, Gesù si riferiva all’occhio come alla “lampada del corpo”.
“L’occhio è la lampada del corpo; quindi se il tuo occhio è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato. Ma se il tuo occhio è viziato, tutto il tuo corpo sarà pieno di tenebre. Se poi la luce che è in te è tenebra, quanto sara` grande l’oscurità! ”
– Matteo 6: 22-23
Sin dagli albori dell’umanità, il simbolo dell’occhio ha una dimensione mistica e spirituale assegnata ad esso. Come dice il detto popolare: gli occhi sono le finestre dell’anima.
Per questo motivo, il simbolo dell’occhio è particolarmente importante nei circoli occulti e nelle scuole del mistero.

DIO DEL SOLE

Sin dagli albori della civiltà, il simbolo dell’occhio e del sole (noto come “l’occhio nel cielo”) sono associati alla divinità. Nell’antico Egitto, i simboli di Wadjet, Occhio di Horus e Occhio di Ra sono tutti associati al dio solare.

Una rappresentazione classica dell’occhio egiziano.
“Il primo dio del sole si chiamava Horus, ma non era solo associato al sole. Quando Ra ha assunto il titolo di dio del sole, era anche conosciuto come “Ra-Horakhty o Ra, che è Horus dei 2 orizzonti”.
Fu in una battaglia con Set che Horus perse l’uso di un occhio. Thoth lo ripristinò, quando questo avvenne Horus fu chiamato anche Wadjet.
– Ancient Pages, Eye Of Horus – Powerful, Ancient Egyptian Symbol With Deep Meaning
Poiché il simbolo dell’occhio è associato al sole – un collegamento con la divinità – l’occhio esoterico ha una qualità peculiare: è “onniveggente”. L’archetipo del dio sole con un occhio solo può essere trovato in altre culture antiche.
In Persia, Ahura Mazda era considerato il creatore della Terra, dei cieli e dell’umanità, nonché la fonte di ogni bene e felicità sulla terra. Si diceva che avesse “il sole come occhio”.
Anche il dio supremo Ahura Mazda ha un occhio solo, oppure si dice che “con i suoi occhi, ovvero il sole, la luna e le stelle, vede tutto “.
– Manly P. Hall, The Secret Teachings of All Ages
Nella mitologia norrena, Odino era conosciuto come il “Padre”. Era rappresentato come un vecchio con un occhio solo.


Un’antica rappresentazione di Odino.

Odino è un’altra rappresentazione di un dio sole creatore con un occhio solo.
“Il Supremo, il Creatore invisibile di tutte le cose era chiamato il Padre di Tutto. Il suo reggente in natura era Odino, il dio con un occhio solo. I norvegesi consideravano Balder il Bello come una divinità solare, e Odino è spesso connesso con il globo celeste, specialmente a causa del suo unico occhio. ”
– Ibid.
OCCULTISMO OCCIDENTALE

Considerando il fatto che l’occultismo occidentale era fortemente influenzato dagli insegnamenti esoterici delle civiltà sopra citate, il simbolo dell’occhio che tutto vede si fece strada in ordini come i Rosacrociani, gli Illuminati e i Massoni.

Simboli massonici incluso l’occhio che tutto vede
“Albert Mackey scrisse che l’occhio che tutto vede è” un importante simbolo dell’Essere Supremo, preso in prestito dai Massoni dalle nazioni dell’antichità “. L’occhio che tutto vede è un simbolo che rappresenta lo sguardo vigile di Dio. Ci ricorda che ogni pensiero e azione saranno registrate dal Grande Architetto dell’Universo e che siamo vincolati ai nostri doveri sia nello spirito che nel sangue “.
– James E Frey, 32 °, Midnight Freemasons
A causa della forte influenza della Massoneria sugli eventi storici, il simbolo dell’occhio che tutto vede fu incluso in documenti importanti come nel Grande Sigillo degli Stati Uniti e nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.


A sinistra: il retro del Grande Sigillo degli Stati Uniti. A destra: la Dichiarazione dei diritti umani.
“Se qualcuno dubita della presenza di influenze massoniche e occulte al momento della creazione del Grande Sigillo, dovrebbe tenere in debito conto i commenti del Professor Charles Eliot Norton di Harvard, che scrisse riguardo alla piramide incompiuta e all’Occhio che tutto vede i quali ornao il retro del sigillo, come segue: “Il dispositivo può difficilmente (per quanto artisticamente trattato dall’artista) apparire diversamente da un noioso emblema di una confraternita massonica. ”
– Hall, op. cit.
Il simbolo dell’occhio fu adottato anche da diverse potenti società segrete come l’O.T.O.


Il sigillo dell’O.T.O (Ordo Templi Orientis).

Il simbolo dell’occhio che tutto vede quindi rappresenta il Dio, della tradizione giudeo-cristiano? Bene a questo punto le cose diventano … occulte (occulto significa nascosto). Il famoso massone americano Albert Pike ha scritto che il vero significato dei simboli è rivelato solo agli iniziati di alto livello.
“È nei suoi antichi simboli e nel loro significato occulto che consistono i veri segreti della Massoneria. Ma questi non hanno valore se non vediamo nulla nei simboli della loggia blu al di là dei banali interpretazioni. La gente ha trascurato la verità, ovvero che i simboli dell’antichità non erano usati per rivelare ma per nascondere. Ogni simbolo è un enigma da risolvere e non una lezione da imparare. Come può l’intelligente massone non riuscire a vedere che i gradi blu non sono che preparatori, per arruolare e mettere insieme i ranghi e gli armamenti dell’esercito massonico per scopi non rivelati a loro, che sono i misteri minori in cui i simboli sono usati per nascondere la verità? ”
– Albert Pike, Legenda e letture dell’antico e accettato rito scozzese della Massoneria
Manly P. Hall, un altro famoso Massone scrisse che l’Occhio che tutto vede appresenta esotericamente il fine ultimo dell’occultismo: raggiungere la divinità attraverso i propri mezzi. Questo stato si ottiene attraverso l’attivazione della ghiandola pineale – il terzo occhio.
“La Massoneria Operativa, nel significato più completo del termine, indica il processo attraverso il quale si apre l’Occhio di Horus. Nel cervello umano c’è una piccola ghiandola chiamata corpo pineale, che è l’occhio sacro degli antichi, e corrisponde al terzo occhio del Ciclope. ”
– Hall, op. Cit.
NELL’ISLAM

Nell’escatologia islamica, si dice che il malvagio protagonista della fine dei tempi di nome Al-Masīḥ ad-Dajjal (“il falso messia, bugiardo, l’ingannatore”) sia cieco nell’occhio destro. Fingendo di essere il Messia, il Dajjal avrebbe ingannato e conquistato il mondo. Per questi motivi, il Dajjal presenta grandi somiglianze con la figura dell’Anticristo nel cristianesimo.
La venuta del Dajjal sarebbe sara` preceduta da diversi segni: la gente smetterà di pregare; la disonestà sarà il modo di vivere; la menzogna diventerà una virtù; l’usura e la corruzione diventeranno legittime; ci sarà una carestia acuta al momento; non ci sarà vergogna tra la gente; molte persone adoreranno Satana; non ci sarà rispetto per gli anziani e le persone inizieranno a uccidersi a vicenda senza motivo.

L’OCCHIO CHE TUTTO VEDE OGGI

Considerando il fatto che il mondo di oggi è governato da quella che chiamiamo “élite occulta” (a causa dei suoi legami con gli ordini occulti), non sorprende che il suo simbolo principale si trovi ovunque. Tuttavia, si tratta di un inganno ben organizzato. L’industria dell’intrattenimento di oggi prospera sul controllo, sulla manipolazione e sulla distorsione. Si tratta anche di allontanare le masse da tutto ciò che è vero, puro e sano. Oggi, il simbolo dell’occhio che tutto vede ci parla di un gruppo selezionato di persone che opprimono, monitorano e controllano la popolazione mondiale.



Il libro di George Orwell del 1984 è un modello per il controllo dell’élite e la censura. Abbastanza opportunamente, quasi tutte le edizioni presentano un occhio che tutto vede

Mentre l’occhio che tutto vede è, esotericamente, associato all’apertura del Terzo Occhio per raggiungere l’illuminazione spirituale, il segno dell’pcchio che tutto vede mostrato dalle celebrità è l’esatto opposto: si tratta di nascondere un occhio. Il simbolismo di questo gesto è potente.



Katy Perry nasconde un occhio con l’occhio di Horus nel suo video Dark Horse
.
Quando nascondi un occhio, blocchi effettivamente metà della tua vista. In termini simbolici, diventi mezzo cieco rispetto alla verità. Nascondendo un occhio, le celebrità simbolicamente “sacrificano” una parte vitale del loro essere per un guadagno materiale temporaneo. E poiché gli occhi sono le “finestre dell’anima”, questo gesto simboleggia la perdita parziale o totale della propria anima.

NEL CONTROLLO MENTALE

Il segno dell’occhio che tutto vede è anche un simbolo importante nell’ossessione segreta dell’élite occulta: il controllo mentale monarch. Conosciuto da molti come progetto MKULTRA, il controllo mentale mira a trasformare gli umani in schiavi attraverso l’abuso, il trauma e la programmazione. Esiste una vera e propria cultura che ruota intorno al controllo mentale monarch, completa del proprio universo di simboli. E il simbolo dell’occhio che tutto vede è parte di esso


Questo è un dipinto di Kim Noble, una sopravvissuta del controllo mentale basato sul trauma. Questo dipinto si chiama The Naming e si riferisce al dare un nome ad una nuova personalita`.

Anche questo dipinto chiamato I-Test descrive visivamente il trauma e la programmazione di uno schiavo MK.

PROVA DI ASSOLUTO CONTROLLO DA PARTE DELL’ELITE OCCULTA



L’onnipresenza del simbolo dell’occhio che tutto vede nei mass media ha anche un altro scopo: dimostra che tutti gli sbocchi dei mass media sono di proprietà di un gruppo ristretto di élite. In effetti, affinché lo stesso segno esatto appaia costantemente e ripetutamente su tutte le piattaforme mediatiche e in tutto il mondo, è necessario che ci sia una fonte centralizzata di potere che lo forzi nel sistema. Pensa alla quantità di denaro, potere e influenza necessari per far sì che tutte queste celebrità facciano questo gesto e per tutti i media metterlo in evidenza. In altre parole, questo simbolo rappresenta l’élite globale e tutti i suoi programmi: il degrado della psiche umana, la promozione del satanismo, il controllo mentale, la normalizzazione del transumanesimo, l’offuscamento dei generi e così via. In breve, si tratta di guidare le masse il più lontano possibile dalla Verità, dalla salute e dall’armonia. L’obiettivo finale: controllo totale.

CONCLUDENDO

Il simbolo dell’occhio è un archetipo che trascende il tempo e lo spazio. Forse perché gli uomini rispondono istintivamente ad no sguardo, c’è qualcosa in quel simbolo che è sconcertante ma affascinante. Mentre, nei tempi antichi, il simbolo dell’Occhio che tutto vede era spesso identificato con il dio del sole, divenne gradualmente un simbolo del potere delle società segrete che hanno modellato la storia negli ultimi secoli.
Al giorno d’oggi, l’industria dell’intrattenimento si diletta nella contorsione e nella corruzione di potenti simboli nel perseguimento del suo programma di distruzione totale. L’onnipresenza del simbolo dell’occhio che tutto vede rappresenta ora l’onnipresenza dell’élite occulta.

Fonte 

fonte: https://neovitruvian.wordpress.com/