29/07/15

è ora



Italia paese dei balocchi
ha la morte negli occhi,
si avvertono i rintocchi?

26/07/15

il capovolgimento della realtà e la negazione dell'evidenza

di Alessandra Daniele

Dopo aver suscitato speranze di riscatto in tutta Europa, Alexis Tsipras ha svenduto la Grecia ai cravattari, accettando un sanguinoso esproprio molto peggiore di quello che col referendum il popolo greco gli aveva conferito esplicito mandato di rifiutare.


In una notte i greci sono passati dall’OXI al WTF, nello scoprire che il paese gli era stato pignorato all’alba, e che Alexis Tsipras s’era rivelato un personaggio credibile quanto Alexis di Dinasty. Intanto Matteo Renzi ci assicurava che l’Italia non potrà mai venire privata così della propria sovranità. Perché non l’ha mai avuta.

Là dov’era nata, la democrazia ha perso anche l’ultimo brandello di credibilità residua. Quelli che confidano ancora nella sua esistenza probabilmente sono gli stessi che cliccano sui banner con scritto “clicca qui”. La democrazia oggi è così credibile che dovrebbe occuparsene Voyager. La volontà del popolo non conta assolutamente un cazzo.
Ripeto.

La volontà del popolo non conta assolutamente un cazzo.

La cosiddetta dialettica democratica è ridotta a un’Opera dei Pupi nella quale due paladini di latta manovrati dallo stesso puparo mettono in scena uno scontro fragoroso quanto fasullo.

Le votazioni sono al massimo un sondaggio sulla popolarità del Front, del Cazzaro di turno, e un’occasione per qualche regolamento di conti fra capobastone locali. Il potere rimane comunque gestito da un’intoccabile oligarchia miliardaria che ha la stessa etica della Banda della Magliana. L’Unione Europea che hanno costruito è un mattatoio.

Anche Tsipras è quindi in realtà solo uno dei tanti cazzari? Verifichiamolo insieme col nostro pratico Cazzarometro, che li riconosce da alcuni dei loro tipici espedienti retorici.

”Cambieremo il paese”
”Non accetteremo di inchinarci davanti a nessuna costrizione. Combatteremo per la democrazia a livello sociale e a livello amministrativo. Ci riprenderemo la speranza, il sorriso, la nostra dignità”. Alexis Tsipras alla piazza dell’università ad Atene, gennnaio 2015

”Le nostre proposte si concentrano su riforme concrete che vogliono cambiare la GreciaAlexis Tsipras al parlamento di Strasburgo, luglio 2015

“Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini”
”Il popolo greco ci ha dato un mandato molto chiaro, la Grecia lascia l’austerità, lascia dietro di sé anni di oppressione, la Grecia va avanti con la speranza verso un’Europa che sta cambiando”. “Da domani cominciamo un compito molto difficile. Chiudere con il circolo vizioso dell’austerità, annullare il memorandum dell’austerità. Il popolo greco ha messo la troika nel passato, il popolo greco ci dà il mandato per un rinascimento nazionale”. Alexis Tsipras alla piazza dell’università ad Atene, gennnaio 2015

”Occorre rispetto per la scelta del nostro popolo”. Alexis Tsipras al parlamento di Strasburgo, luglio 2015.

“La responsabilità è del governo precedente”
”Per moltissimi anni i governi che si sono succeduti in Grecia hanno rafforzato la corruzione, creato uno stato clientelare, hanno rafforzato i legami tra potere politico e economia e hanno lasciato incontrollata l’evasione fiscale”. Alexis Tsipras al parlamento di Strasburgo, luglio 2015.

“Il paese è pieno di risorse. La ripresa è già cominciata”
”Abbiamo mostrato la nostra dignità al mondo e all’Europa. Questa battaglia porterà molti frutti. Dopo la prima revisione ci sarà la ristrutturazione del debito come richiesto anche dallo stesso FMI. È questo che mi permette di vedere la luce alla fine del tunnel”. Alexis Tsipras al parlamento greco, luglio 2015

“Pensiamo al futuro dei nostri figli”
”Abbiamo scelto un accordo che non ci piace, ma necessario per restituire un futuro al nostro popolo”. Alexis Tsipras al parlamento greco, luglio 2015

Controlliamo adesso la presenza dei due principali marker del Cazzaro:
Il capovolgimento della realtà, e la negazione dell’evidenza:
“Non svendo il Paese, l‘accordo ottenuto è migliore del precedente”.Alexis Tsipras, luglio 2015

Il test è positivo.  


fonte: freeondarevolution.blogspot.it

FicaPensieri 2... Femmina Gaudente

FicaPensieri 2 - Verginità frodaiola e le comari




In questi giorni ho fatto indigestione di conversazioni rosa confetto, nel senso che mi sono trovata spesso a cianciare con le PieDonne.

Si lamentano.

Si lamentano degli uomini che hanno sposato. Non fanno altro che dire quanto il loro marito/fidanzato/amante/compagno/padre delle loro creature sia poco adatto al ruolo.

Sono sfinite povere criste. Sfinite nella loro frustrazione. Si accorgono di cose che a me mai verrebbero in mente.

Si lamentano che il loro maschio non collabori in casa, salvo poi fargli dei culi pzzeschi se non asciuga il lavandino, come se le gocce residue potessero minare la loro reitudine domestica.

Si lamentano che il loro maschio non faccia loro delle sorprese salvo poi disdire le eventuali sorprese perchè se non si programmano le uscite poi arriva la mammapia (onnipresente per non dire sempre in mezzo ai coglioni) e non trova nessuno o peggio la devono portare al centro benessere.

Si lamentano che il loro maschio sia monotono a letto salvo presentarsi con la tuta antistupro, perchè in inverno si sa il pericolo di gelata notturna è sempre latente.

Si lamentano  che il loro maschio da quando è nata la creatura non ha occhi che per l'erede al trono (anche quando il trono non c'è) salvo poi annullarsi nelle conversazioni che vertono solo su cacca molle, pappe e ninnenanne.

Si lamentano che il loro maschio non si lavi abbastanza salvo poi dimenticare che i peli superflui si chiamano superflui proprio perchè non necessari. Vanno rimossi senza pietà. Al massimo una prece.

Si lamentano che il loro maschio guarda le altre donne per la strada salvo poi vestirsi come un'attrice polacca caduta in miseria.

Si lamentano che il loro maschio dia sempre ascolto alla mamma salvo poi attaccarla con una ferocia inaudita solo perchè si è permessa di salutare prima il figlio e poi il resto del mondo.

Potrei continuare all'infinito ma c'è un tratto che accomuna queste tristezze.

Prima queste donne non erano così. Prima di sposarsi e figliare, le stesse che oggi si stupiscono, giudicano e condannano questo e quello, erano normali. Anzi. Più che normali.

Forse una di queste è sempre stata bigottolina. Una volta circa 20 anni orsono, eravamo,pischelle entrambe mi svelò il suo segreto di verginità (già a quel tempo per me la verginità era un modo di essere legato agli astri e allo zodiaco). Mi raccontò che si faceva inculare piuttosto che propore la patata, in modo che cosi quando avrebbe trovato l'uomo della sua vita sarebbe stato tutto perfetto.

Ieri l'ho sentita inorridire quando per via di un servizio al TG si è fatto cenno al sesso anale e dintorni. Con piglio quasi scandalizzato ha proferito o meglio tuonato che certe schifezze le donne per bene non le fanno. Adesso dopo tale affermazione avrei voluto farle un paio di domande:

1) Scusa ma non era tuo il culo quando avevi 17 anni?
2) Lo sai vero che il tuo marito ha un'amante con un culo da paura ed è qui presente tra noi? (ma poi li ci sarebbe andata di mezzo anche laRosy che invece è femminagaudente)
3) Ma cosa intendi per bene? Chi da il culo è per male?
4) Ma quel povero cristo che hai sposato (in chiesa) lo sa che nel tuo culo è transitato un numero di cazzi pari al numero dei giocatori di una squadra di pallacanestro?

Non credo avrebbe preso bene questi quesiti.

A parte questa verginefrodaiola, le altre erano donne normali. Istintuali, disinibite, eccentriche e non riesco a capire come adesso siano delle controfigure ...

Un'altra sbraitava contro la figlia che è già al terzo fidanzato. Lei però si è dimenticata di quando era nuda dentro una vasca da bagno con un tot di amici che transitavano a turno. Si ok era una notte alcolica però mica aveva perso i sensi.

Un'altra paladina dei diritti civili, progressista per nascita, eroina del femminismo da quando ha figliato sta letteralmente flagellando il suo uomo affinchè la sposi. Con delle argomentazioni paurose.
Andiamo in comune e mettiamo una firma. Io devo tutelare me e la bambina. Voglio sposarmi. Non è giusto tutte le mie amiche quando hanno avuto dei figli dopo si sono sposate.

In tutto questo i loro maschi hanno l'aspetto di ragionieri in pensione, di anziani da bocciofila, di giocatori incalliti di carling. Tutti I_pad muniti, estranei alla voce delle loro compagne che sembrano ormai non sentire più e perennemente collegati su youporn.

FG

Tutto il resto è noia 
Omaggio al mitico FC

blog rimosso

18/07/15

la mitica Uria in fondo al lago di Varano


 
Lago di Varano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

Una notte di plenilunio è l’unica circostanza che si offre per cogliere il remoto eco di suoni e richiami sommersi. E’ l’ultima voce leggendaria della città di Uria che giace in fondo alla laguna di Varano. E se all’alba la trasparenza delle acque aiuta, è possibile scorgere navigando su un arcaico sandalo, i resti delle mura dell’antica città daunia, sprofondata in epoca imprecisata a causa di un violento maremoto.

Così il racconto favoloso dei vecchi pescatori lagunari, quei rari cagnanesi che ancora indossano la grezza lana di maglia tinta, come le reti del mestiere, dipinte con la corteccia del pino d’Aleppo e che scendono al lago costiero più grande d’Italia, per l’antico tratturo che si dirama dalle murge di San Giovanni. 

 Lago di Varano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Ma se la magia della leggenda ha smarrito il suo vigore nel disincantato scetticismo del nostro tempo, il binomio Uria-Varano permane tuttavia profondamente radicato nella tradizione dei borghi che si affacciano sulla laguna. A Cagnano, Carpino, Ischitella e Rodi il respiro di Uria trapela ovunque, nonostante gli errori e le imprecisioni topografiche degli storici contemporanei che, complice Venus Sosandra il cui culto era praticato ad Uria, hanno erroneamente individuato l’ubicazione della città fantasma addirittura nel territorio di Vieste.

In realtà, in età repubblicana punto di riferimento per tutto il Gargano settentrionale fu Uria che batteva e coniava la sua moneta e commerciava con l’Oriente, largamente citata dalle fonti storiche, e localizzata con sicurezza in quello che una volta era un ampio golfo di mare. La menzionano, nella descrizione della Daunia, alcuni autori antichi come Strabone, Tolomeo, Pomponio Mela, Plinio il Vecchio, Dionigi il Periegeta.
Il variegato paesaggio da sogno rischiarato da sorgenti d’acqua naturale che sgorgano tra insenature cui fanno da corona alte falesie di candido calcare, ammantate di ulivi e di arazzi intessuti di ginestre, euforbie, iris, asfodeli e orchidee spontanee, fa da cornice incomparabile ad un intreccio di quadri storici che affondano le radici in tempi assai più remoti della perduta Uria. Tutta la trapezoidale costa del lago, infatti, è segnata dal ricordo incastonato nella pietra delle culture di antiche società umane che da esso traevano gli elementi essenziali per la vita.

Qui sono condensati archi cronologici del farsi dell’umanità della durata di migliaia di anni. Strumenti del Paleolitico Inferiore, risalenti a circa un milione di anni fa, sono stati rinvenuti nella Vadivina; lungo le sponde o in zone poco arretrate da esse affiorano tracce del Paleolitico Medio (Musteriano della località Irchio); tracce del Paleolitico Superiore nella grotta dell’Angelo e tracce sparse del neolitico che segna la rivoluzione della cultura umana con il passaggio da un’economia vagante di predazione ad una più stabile economia agricola di allevamento. 

E ancora tracce di gente dell’Eneolitico (grotta Pippola nell'agro di Ischitella), uomini- guerrieri-pastori provenienti dall’Illiria, dall’Anatolia, dall’Egeo; e tracce numerosissime, disposte quasi a semicerchio lungo le sponde meridionali della laguna dei vari periodi dell’Età del Bronzo i cui caratteristici siti difesi da possenti aggeri di pietre, sono arroccati sulle alture che cadono a picco sulle acque di quello che un tempo era ancora un seno di mare.

Le impronte emergono a tratti anche dai periodi protostorici e storici: la necropoli di Bagni di Varano del VII-VI secolo a.C. ormai cancellata dalle cave di tufo; resti di opere viarie e fattorie di epoca romana alla foce di Capojale, al Crocifisso di Varano e in località Avicenna nella piana di Cagnano-Carpino; grotte scavate nella tenera calcarenite con segni di frequentazione dei primi cristiani; e sepolture longobarde del VII-VIII secolo d.C.

Con il X-XII secolo, il lago fa il suo ingresso negli onori delle chartulae legate agli infiniti conflitti tra abbazie e feudi per il diritto di pesca, liti che avranno durata di secoli. La memoria di quel tempo è racchiusa nei resti, ancora esistenti tra le rovine dell’ex idroscalo della marina militare Ivo Monti (risalente alla prima guerra mondiale e in stato di abbandono e degrado), dell’antica abbazia di San Giovanni, poi dedicata a San Nicola, ed in quelli del Castrum Bayranum situato nella zona del Crocifisso di Varano, da cui il lago prenderà il nome. E la condizione di precarietà sui diritti di pesca da parte delle popolazioni rivierasche, che una riottosa feudalità procurava di mantenere sempre viva, si trascinerà fino ai nostri giorni. E’ solo nel 1947, infatti, la Corte di Cassazione dichiarerà il lago Varano “acqua pubblica”.

Ancora oggi il nome in lingua garganica usato per designare il lago è quello di pantein’, ossia palude. Sono stati i fiumi dell'Abruzzo e del Molise nonché il Fortore, a formare nel corso di millenni, l'istmo di sabbia che che ha chiuso il golfo di mare e ha dato vita al lago. Negli anni ’70 era possibile ammirare le gigantesche dune di sabbia, denominate in loco molfe, dove in seguito è stato realizzato abusivamente il villaggio turistico di lido del sole, che vanta ventimila cubi cementizi a ridosso della battigia. E così in un sol colpo, grazie a politicanti (ras democristiani e socialisti) si è detto addio alla storia, alla geografia e pure all’archeologia, annientando per sempre delle straordinarie ricchezze naturali, patrimonio dell'umanità.


riferimenti:

Strabone, "Ante hunc sinum est promontorium Garganum... quod si circumflexeris oppidum invenies Urium" (Geographica, l. VI, 3, 9);
   
Tolomeo,  "Salapia, Sipontum, Apeneste, Garganum mons et - iuxta sinum Adriaticum - Hyrium" (Geografia, l. III, I, 17);

Pomponio Mela, "Dauni autem Tifernum, Celternium, Larinum, Teanum, denique montem Garganum. Sinus est continuo apulo litore incintus nomine Urias, modicus spatio, pleroque asper accessu. Extra Sipontum" (De situ orbis, l. II, c. IV);

Plino il Vecchio, "Hinc Apulia Dauniorum ... in qua oppidum Salapia ..., Sipontum, Uria, amnis Cervalus, Dauniorum finis" (Naturalis historia, l. III, c. II);

Dionigi il Periegeta, "Gentes Iapigum extentae sunt usque ad Hyrium maritimum" (Orbis Terrae Descriptio, V, 379).


saggistica:

    Francescantonio De Donato, Cenno storico intorno l'antica città di Uria Marittima nel Gargano, ora lago e campagna di Varano d'Ischitella, Napoli 1886;

    Giuseppe Del Viscio, Uria: studio storico-linguistico-archeologico, Bari 1921;
    Eugenio Cipriani, Uria garganica: origine, ubicazione, vicende e scomparsa, in "Archivio storico pugliese", VI (1955), pp. 263-292;

    Angelo Russi, Uria Garganica e una nuova iscrizione funeraria, in Terza miscellanea greca e romana, Roma 1971, pp. 211-223;

    Angelo Russi, Nuove ricerche storiche ed epigrafiche su Uria Garganica, in "Ricerche e studi", X (1977), pp. 151-168;

    Vittorio Russi, Uria garganica: note di topografia antica e medievale, in "Cenacolo", XI-XII, 1981-1982, pp. 52-62;

    Uria Garganica e la grotta di Venere sull'isolotto del faro di Vieste, atti del convegno internazionale di studi (Vieste, 17-18 ottobre 1987), Vieste 1998.

fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

dietro il debito greco di Thierry Meyssan

L’attuale dibattito sul debito greco ha dato luogo a ogni sorta di minacce, prima contro il governo Tsipras e poi contro gli elettori greci. Pur astenendosi dall’entrare in una discussione sulla parte odiosa di questo debito, Thierry Meyssan osserva la campagna internazionale contro l’uscita della Grecia dalla zona euro. Evidenzia il progetto storico dell’Unione e dell’euro, così come formulato nel 1946 da Churchill e Truman, per concludere che la Grecia è ora intrappolata dal contesto geopolitico internazionale e non dalla sua situazione economica .


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Joseph Retinger, ex fascista polacco divenuto un agente britannico. Su richiesta dell’MI6, fondò la European League for Economic Cooperation e ne divenne il segretario generale. In questa veste, è il padre dell’euro. In seguito, ha animato il Movimento europeo e ha creato il Club di Bilderberg.
Il referendum greco ha dato adito ad accesi dibattiti in seno all’Unione europea che illustrano la generale ignoranza sulle regole del gioco. I partecipanti si sono lacerati per sapere se i greci fossero o no responsabili del loro debito, stando sempre attenti nel contempo a non accusare mai di usura i loro creditori. Ma lo hanno fatto ignorando la storia dell’euro e le ragioni della sua creazione.

L’euro: un progetto anglosassone della Guerra Fredda

Dal trattato di Roma, 64 anni fa, le istanze amministrative successive del "progetto europeo" (CECA, CEE, UE) hanno speso somme enormi e senza equivalenti per finanziare la loro propaganda nei media. Ogni giorno centinaia di articoli, di trasmissioni radio e televisive, sono pagati da Bruxelles per raccontare una falsa versione della storia e farci credere che l’attuale “progetto europeo” sia quello degli europei risalente al periodo fra le due guerre mondiali.
Gli archivi sono tuttavia accessibili a tutti. Essi mostrano che nel 1946 Winston Churchill e Harry Truman decisero di dividere il continente europeo in due: da una parte, i loro vassalli, dall’altra l’URSS e con i suoi. Per assicurarsi che nessuno Stato si emancipasse dalla loro sovranità dominante, decisero di manipolare gli ideali dell’epoca.
Quel che allora veniva definito il "progetto europeo" non consisteva nel difendere presunti valori comuni, ma nel fondere lo sfruttamento delle materie prime e delle industrie della difesa di Francia e Germania per essere certi che questi paesi non potessero più farsi la guerra (teoria di Louis Loucheur e del conte Richard Coudenhove-Kalergi [1]). Non si trattava di negare profonde differenze ideologiche, ma di assicurarsi che esse non si confrontassero più con l’uso della forza.
Il britannico MI6e la statunitense CIA furono poi incaricati di organizzare il primo "Congresso dell’Europa" all’Aia nel maggio 1948, al quale parteciparono 750 personalità (tra cui François Mitterrand) provenienti da 16 paesi. Si trattava, né più né meno, di rilanciare il “progetto di Europa federale" (redatto da Walter Hallstein - il futuro Presidente della Commissione-europea – per il Cancelliere Adolf Hitler) in base alla retorica di Coudenhove -Kalergi.
Diverse idee sbagliate devono essere corrette in merito a questo Congresso.
- In primo luogo, è necessario ricollocarlo nel suo contesto. Gli Stati Uniti e il Regno Unito avevano appena dichiarato la Guerra fredda all’URSS. Quest’ultima replicò sostenendo i comunisti cechi che riuscirono legalmente a prendere il potere durante il "Colpo di Praga" ("Febbraio vittorioso", secondo la storiografia sovietica). Washington e Londra organizzarono allora il Trattato di Bruxelles, che prefigurava la creazione della NATO. Tutti i partecipanti al Congresso d’Europa erano pro-anglosassoni e anti-sovietici.
- In secondo luogo, quando Winston Churchill pronunciò il suo discorso, utilizzò il termine "Europei" per designare gli abitanti del continente europeo (non quelli del Regno Unito, che, secondo lui, non sono europei) che si dicevano anti-comunisti. Non era in questione a quel tempo per Churchill, che Londra entrasse a far parte dell’Unione europea, ma solo che la sovrintendesse.
- In terzo luogo, due tendenze vennero alla luce in seno al Congresso: gli “unionisti” per i quali si trattava unicamente di mettere in comune i mezzi per resistere all’espansione del comunismo, e i “federalisti” che auspicavano che si realizzasse il progetto nazista di Stato federale sottoposto all’autorità di un’amministrazione non eletta.
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Walter Hallstein, alto funzionario tedesco, redasse il progetto hitleriano di Europa federale. Si tarttava di distruggere gli Stati europei e di federare le popolazioni per etnie attorno al Reich ariano. L’insieme sarebbe stato sottoposta alla dittatura di una burocrazia non eletta, controllata da Berlino. Dopo la Liberazione, mise in opera il suo progetto con l’aiuto degli anglosassoni e divenne, nel 1958, il primo presidente della Commissione europea.
Il Congresso precisò tutto ciò che è stato realizzato in seguito sotto i nomi di CECA, CEE e UE.
Il Congresso adottò il principio di una moneta comune. Ma l’MI6 e la CIA avevano già fondato la l’Independent League for European Cooperation (ILEC) [2], successivamente rinominata European League for Economic Cooperation (ELEC) -. Il suo scopo era, una volta create le istituzioni dell’Unione, passare dalla moneta comune (la futura European Currency Unit - ECU) a una moneta unica (l’euro), in modo che i paesi che aderivano all’Unione non potessero più lasciarla. [3]
È questo progetto che François Mitterrand ha realizzato nel 1992. Alla luce della Storia e della partecipazione di François Mitterrand al Congresso dell’Aja nel 1948, è assurdo affermare oggi che l’euro avesse avuto un altro scopo. Questo è il motivo per cui, logicamente, i trattati attuali non prevedono l’uscita dall’euro, costringendo la Grecia, se lo desidera, a uscire prima dall’Unione per poter uscire dall’euro.

Lo spostamento del "progetto europeo" nel sistema statunitense

L’Unione ha vissuto due punti di svolta importanti:
- Alla fine degli anni ’60, il Regno Unito rifiutò di partecipare alla guerra del Vietnam e ritirò le sue truppe dal Golfo Persico e dall’Asia. I britannici smisero allora di pensarsi come il 51° stato degli Stati Uniti e di invocare la loro «special relationship» con Washington. Decisero dunque di aderire all’Unione (1973).
- Dopo la dissoluzione dell’URSS, gli Stati Uniti rimasero i soli padroni del gioco, il Regno Unito li assistette, e gli altri stati obbedirono loro. Di conseguenza, l’Unione non ha mai deliberato il proprio allargamento a Est, ma ha solamente convalidato una decisione assunta da Washington e annunciata dal suo segretario di Stato James Baker. Allo stesso modo, ha adottato sia la strategia militare degli Stati Uniti [4], sia il loro modello economico e sociale caratterizzato da enormi disuguaglianze.
Il referendum greco ha mostrato una divisione che da una parte vede delle élite europee che trovano la vita sempre più facile e sostengono senza riserve il "progetto europeo" e, dall’altra parte, le classi lavoratrici che soffrono di questo sistema e lo rifiutano; un fenomeno che si è già espresso, ma solo a livello nazionale, con la ratifica del Trattato di Maastricht in Danimarca e in Francia, nel 1992.
In un primo momento, i leader europei hanno messo in dubbio la validità del referendum democratico. Il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland (l’uomo che è stato licenziato per corruzione dalla giuria del Nobel [5]) ha dichiarato
- che la durata della campagna era troppo breve (10 giorni anziché 14);
- che non poteva essere controllato dalle organizzazioni internazionali (soggette a tempi troppo lunghi per organizzarsi)
- E che la questione posta non era né chiara né comprensibile (mentre la proposta dell’UE pubblicata nella Gazzetta ufficiale è molto più breve e più semplice rispetto ai Trattati europei che furono sottoposti a referendum).
Tuttavia, la polemica si è spenta dopo che il Consiglio di Stato greco, chiamato in causa su particolari relativi a questi tre punti, ha convalidato la legittimità di questa consultazione.
La stampa dominante ha allora affermato che votando “no”, l’economia greca avrebbe fatto un salto nel buio.
Eppure il fatto di appartenere alla zona euro non è una garanzia di performance economica. Se ci si riferisce alla lista del FMI del prodotto interno lordo (PIL) a parità di potere d’acquisto (PPA), un solo Stato membro dell’Unione europea è tra i primi 10 al mondo: il paradiso fiscale del Lussemburgo. La Francia è solo al 25° posto su 193.
La crescita dell’Unione europea è stata dell’1,2% nel 2014, il che va a classificarla al 173° posto nel mondo, ossia uno dei peggiori risultati del pianeta (la media mondiale è del 2,2%).
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Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, è l’ex vice presidente per l’Europa della banca Goldman Sachs. Ha celato al Parlamento europeo il ruolo da lui avuto rispetto alle malversazioni perpetrate dalla banca per conto del governo greco, sebbene risulti a chiare lettere dai documenti della banca.
È inevitabile constatare che appartenere all’Unione e utilizzare l’euro non sono garanzie di successo. Ma se le élite europee sostengono questo “progetto”, accade perché risulta loro profittevole. In effetti, nel creare un mercato unico e una moneta unica, gli Unionisti hanno imbrogliato le carte. Ormai, le differenze non sono tra gli Stati membri, ma tra classi sociali che si sono rese uniformi su scala europea. Ecco perché i più ricchi difendono l’Unione, mentre i più poveri aspirano al ritorno degli Stati membri.

Interpretazioni errate dell’Unione e dell’euro

Da anni il dibattito è distorto dal vocabolario ufficiale: gli europei non sarebbero i portatori della cultura europea, bensì soltanto i membri dell’Unione. Dalla Guerra fredda, si afferma che i Russi non sarebbero europei, e ora nel lasciare l’Unione europea, la Grecia lascerebbe la cultura europea di cui essa è la culla.
Tuttavia, "tale il padre, tale il figlio" L’Unione è stata concepita da anglosassoni, con ex nazisti, contro l’URSS. Ora sostiene il governo ucraino, inclusi i nazisti, e ha dichiarato la guerra economica alla Russia nascondendola dietro il nome di "sanzioni".
Come il suo nome non lo indica, l’Unione non è stata creata per unire il continente europeo, ma per dividerlo, scartando definitivamente la Russia. Questo è ciò che Charles De Gaulle aveva denunciato mentre perorava, un’Europa «da Brest a Vladivostok».
Gli unionisti assicurano che il "progetto europeo" ha consentito la pace in Europa per 65 anni. Ma parlano dell’appartenenza all’Unione o del loro vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti? In realtà è questo che ha garantito la pace tra gli Stati dell’Europa Occidentale, pur mantenendo la loro rivalità al di fuori dell’area NATO. Dovremmo ricordare, ad esempio, che i membri dell’Unione europea hanno sostenuto parti diverse nella ex Jugoslavia prima di unificarsi dietro la NATO? E dobbiamo considerare che se dovessero ridiventare sovrani, i membri dell’Unione ricomincerebbero necessariamente a litigare?
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Jean-Claude Juncker, si è indignato per il referendum greco che ha definito un "tradimento". Juncker è stato costretto a dimettersi dal suo incarico di primo ministro del Lussemburgo, dopo che era stata stabilita la sua appartenenza alla rete di spionaggio Gladio dell’Alleanza Atlantica. Un anno più tardi, è diventato presidente della Commissione europea.
Per tornare al caso greco, gli esperti hanno ampiamente dimostrato che questo debito è dovuto a problemi nazionali non risolti dalla fine dell’Impero ottomano così come a una truffa di grandi banche private e dirigenti politici. Inoltre, questo debito è insolvente similmente a come lo sono i debiti dei principali Stati sviluppati [6]. Ad ogni modo, Atene potrebbe facilmente cavarsela rifiutandosi di pagare la parte odiosa del debito [7], lasciando l’Unione, e facendo alleanza con la Russia, che per lei è un partner storico e culturale di gran lunga più serio della burocrazia di Bruxelles. La volontà di Mosca e di Pechino di investire in Grecia e di crearvi nuove istituzioni internazionali è un segreto di Pulcinella. Tuttavia, la situazione in Grecia è più complessa visto che è anche un membro della NATO e che l’Alleanza vi aveva organizzato un colpo di stato militare nel 1967 per impedirle di avvicinarsi all’URSS [8].
Traduzione
Matzu Yagi

fonte: alfredodecclesia.blogspot.it

16/07/15

tragedia di un uomo ridicolo

Milanesiana.
martedì, sala Buzzati, parla Carmen Pellegrino, personaggio veramente interessante, una vita dedicata alla poesia, la poesia dei luoghi abbandonati, dello spopolamento e del rudere, del cuore della pietra, del livellamento del tempo. sono ammaliata da questa bella ragazza, una scelta di vita così singolare, così intelligente, invidio la capacità di saper cogliere così furiosamente bene nel proprio desiderio.
mercoledì mi sono goduta una serata, al limite del paradossale, al Mexico con Bernardo Bertolucci e tutta una ganga intorno che non saprei come definire.
intanto il maestro è sulla sedia a rotelle...non lo sapevo...e tra i cortometraggi presenta uno "scarpette rosse" in cui riprende i propri piedi, in scarpette rosse, poggiati sulla sua carrozzina che sembra litigare furiosamente con le strade di Roma, inadatte a qualsiasi tipo di handicap, anche questo.
nella sala fa un caldo intollerabile, è vero che il Mexico, come ripete meccanicamente a ogni presentazione il suo propietario e gestore Antonio Sancassani, è fuori da ogni giro consumistico e biecamente commerciale perchè "solo al cinema il cinema  è Cinema!!", ma, un piccolo compromesso con l'aria condizionata, eviterebbe asfissiati e svenuti per colpi di calore.
cerco posto, temendo di non trovarlo, e mi siedo, io ingenua, vicina a una gentile signora che però, dopo cinque minuti, si sposta repentinamente, e senza dirmelo!!, lasciando che al suo posto si siedano due anziani signori, che pensavo in coppia e invece vicini solo per loro fortuna ma mia infaustissima sorte. si dice che gli anziani siano portatori, insieme ai propri anni, di meravigliosa saggezza ma temo non sia una verità assoluta ma, al solito, correlata alla singola persona e al suo singolarissimo modo di stare al mondo.
a me sono capitati due fenomeni, la signora, mooolto anziana, parlava, quando non dormiva, ad un volume altissimo scandendo faticosamente le parole, alzandosi di continuo, quando non russava, dal suo posto a sedere, facendo accorrere orde di hostess a soccorrerla e anche adularla (ma lei signora, complimenti, qui alla sua età) ma, in verità,  ronfando profondamente ogni volta che aveva il bene di stare seduta per almeno 20 minuti di seguito.
il signore, vicino a me, ha iniziato imponendomi, ordinandomi di spegnere il cellulare, che uso in modo molto parsimonioso e assolutamente a luci accese, descrivendomi la sua tragica situazione oculare causa un'operazione di cataratta che è stato costretto, da chi??, a subire suo malgrado. ho obbedito, diciamo così, ma a modo mio e in ossequio alla sua età (pensando ancora, in quel momento, che avesse un valore) e ho pensato, io furbissima, di non ribattere a una sola parola dell'augusto signore -e ne sono seguite a milioni di parole- per evitare di trovarmi coinvolta in una serie infinita di lamentele e querele. almeno il mio mestiere mi serve a evitare situazioni di pericolo.
alla presentazione di un certo Pezzotta, poco interessante e antipatico, sono seguiti tre cortometraggi di Bertolucci (tra cui "Il canale", reportage veramente interessante della vita sul canale di Suez e la convivenza delle antiche tradizioni locali con le novità del progresso, rappresentate dal passaggio delle grandi petroliere attraverso il celebre canale). poi, al dibattito, interviene anche il mitico enrico ghezzi (rigorosamente minuscolo).
il nostro ghezzi è chiaramente malato, malamente invecchiato, piegato da una malattia neurologica che potrebbe essere un parkinson o forse peggio. già parla per non farsi capire, si aggiungano questi movimenti incontrollati del corpo che rendono del tutto inutile l'uso del microfono (nonostante i ripetuti tentativi del tecnico di trovare una posizione accettabile dello strumento), così di quel che diceva si capiva meno della metà. una situazione inusuale, imbarazzante, umanamente pietosa. a questo si aggiunga il mio vicino di banco che ha cominciato a inveire contro il ghezzi dicendo, a voce altissima certamente per farsi sentire bene dalla piazza, chi il ghezzi morirà spastico, ma come è spastico, ma portatelo via che è spastico. 
ancora una volta mi sono guardata bene dal correggerlo, mi sono morsa la lingua. nonostante mi guardasse con insistenza per coinvolgermi nella sua invettiva alla ricerca di una spalla, l'ho ignorato con tutta la forza che avevo.
si aggiunga una definizione di irripetibile meschinità sul padre poeta di Bertolucci, ed ecco alla fine mi sono convinta che si può diventare dei vecchi orribili (tragedia di un uomo ridicolo), anche se si va alla Milanesiana a 80 anni. la Milanesiana non mi salverà.
Bertolucci ha parlato con garbo e intelligenza, molta ironia e tantissima esperienza.
a una domanda della Sgarbi sulle sue ossessioni o manie ha risposto che, a parte, appunto, l'ossessione relativa ad un padre poeta, le sue ossessioni sono state Pasolini e Godard, "anche se ho fatto di tutto perché non si vedesse troppo".
la serata termina con la proiezione di "Tragedia di un uomo ridicolo", un film dalla fotografia molto nitida in una trama assolutamente nebbiosa (parole del maestro), non si può dire del godimento di vedersi un film degli anni 80, con Ugo Tognazzi alle prese con la sua confusione paterna, a notte fonda, immersi nel sudore dei sopravvissuti.
grazie Mexico, anzi Messico, come il suo gestore si ostina a pronunciarlo, per l'aria torrida del sud america e la bellezza del cinema al Cinema.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

FicaPensieri di Femmina Gaudente




C'erano una volta i peli superflui della più che gaudente Femmina Sexybility, rea di aver lasciato incolto il pataorto.

Dopo la prece mi è sorto urgente un ficapensiero. Anzi due. Forse tre o addirittura quattro ficapensieri. 

Una volta ho visto una fica con peli stilizzati a forma di batman (non riesco a esprimere meglio il fotogramma ) Ora io non ci volevo credere. Mi sono interrogata cercando di rispondere nel modo più sincero possibile. Mi son chiesta ma per quale motivo dovresti disegnarti un pipistrello peloso nella figa. Secondo me è scoraggiante anche per il cazzo più impavido. E poi come ha fatto ? E' andata dalla parruchiera vaginale e ha chiesto un taglio alla moda.. Ah ecco ho capito. Ci sono certe fiche travestite da uomo ragno. Tipole zabette dell'associazione. Hanno la ficaragno... Suggestione Visiva _ fica di provincia luogo ameno e poco frequentato, pieno di ragnatele. 

Una volta un simpatico e seducente toscano mi chiese ma tu come ce l'hai glabra, pelosa o trimmata? Mi ha chiesto se ero trimmata? Ecco io ho risposto di no. Ma non so ancora oggi cosa intendesse. 
Qualcuno lo sa? Peccato mi piaceva quel tipo. Magari se avessi risposto di si, oggi racconterei delle sue gesta ed invece... Io ho risposto di no. 

Una volta stavo con un tizio che a luicipiaceva pelosa. La glabitudine  lo scoraggiava. Gli metteva tristezza. Anche se accorciavo ai lati , tipo hai presente in estate non è bello essere indicate dai bambini al grido " Mamma guarda Zorro" ... diceva che lo intimidiva perchè gli ricordava  A-team. (che poi  quelli di A-Team ma come pensavano di passare inosservati e sfuggire ai servizi segreti - che non devono essere sveglioni perchè per non accorgersi di Mr. T ce ne vuole - io non l'ho mai capito). Comunque lui pelosa la voleva. Ortoidroponico

Una volta andai dalla mia amica estetista. Chiesi con disinvoltura una depilazione totale. La chiamano la Brasiliana. Con ceretta a caldo.A primo acchitto devo riconoscere che la sensazione della cera calda era piacevole, salvo trasformarsi in una delle esperienze più traumatizzanti della mia vita. La cera calda sulla fica non è altro che la manifestazione del maligno sulla terra. E chi l'ha fatta almeno una volta sa di cosa sto parlando. Ha le prove.

Poi ho guardato la mia di adesso. Ella si presenta con un ciuffetto di peli. Proprio sopra l'attaccatura delle grandi labbra. Come un apostrofo insolente.  
Il miograndeamoreilmioamoregrande lo sa. A sorpesa gli piace afferrarmi da sopra i vestiti. Mi strizza la fica... 
Poi si arrapa e allora infila la mano da dove puo. Trova sempre un modo. E cerca il mio accento peloso. Lo cinge tra le dita e tira a se. Quella sensazione a me piace da morire. Mi piace assecondare la sua mano. Diciamo che non saprei farne a meno. 

Comunque secondo me la prima enciclica del nuovo Papa, non appena eletto, dovrebbe indirizzare noi fedeli sull'argomento e prendere posizione. Il titolo della missiva Per il Pelo di Maria. 

FG

The Vagina 's Song 

blog rimosso

14/07/15

Tsipras vuole soldi per dimenticare la democrazia


2015-07-11_2320

Su Bloomberg View, Leonid Bershidsky confronta le richieste dei creditori ante-referendum greco e la proposta di Tsipras e Tsakalotos dopo il referendum, trovando che ci sono pochissime differenze. Anzi, una differenza, gigantesca, c’è: per le stessa dose di austerità, il governo greco otterrà un piano di salvataggio molto più generoso e probabilmente anche un haircut del debito pubblico. Tsipras avrebbe quindi completamente rinnegato il mandato ricevuto in modo chiaro dal suo elettorato una sola settimana fa in cambio di più soldi: pagate di più e ci dimenticheremo completamente della democrazia, è l’offerta adesso sul tavolo. Soldi in più che in ogni caso non risolveranno nessun problema della Grecia, procrastinando ancora per un po’ il redde rationem.
di Leonid Bershidsky, 10-luglio-2015
L’hashtag Twitter preferito del primo ministro greco Alexis Tsipras è #democrazia [#democracy nel testo originale, NdT]. Il 6 luglio, dopo che il suo campo ha vinto un referendum per rifiutare le condizioni dei creditori su un piano di salvataggio continuo, ha scritto su Twitter che la #democrazia aveva trionfato. Eppure giovedì sera il suo governo ha proposto un nuovo documento che sembra sputare in faccia a ogni greco che ha votato “no” – il 61.31 per cento di coloro che sono andati a votare. Il motivo: Tsipras pensa di poter ottenere più soldi ora di quelli che poteva avere prima del voto.
Ecco nel dettaglio tutte le differenze che sono riuscito a trovare tra la proposta dei creditori respinta dagli elettori greci e il nuovo documento del governo greco:
  • Avanzo fiscale primario: nessuna differenza di sorta: gli obiettivi rimangono l’1 per cento del prodotto interno lordo nel 2015, il 2 per cento nel 2016, il 3 per cento nel 2017 e il 3,5 per cento negli anni successivi.
  • Riforma fiscale sull’IVA: la nuova proposta del governo insiste sull’IVA al 13 per cento per gli hotel, mentre i creditori la volevano alzare al 23 per cento. (Il nuovo documento omette di menzionare uno specifico obiettivo sull’aumento del gettito per il 2015, che i creditori volevano impostare all’1 per cento del PIL).
  • Riforma delle pensioni: L’esatto linguaggio presente nella proposta dei creditori è stato copiato e incollato nel nuovo documento.
  • Gestione delle finanze pubbliche: La proposta del governo prevede le stesse misure richieste nella proposta dei creditori – tra cui una nuova legge penale sull’evasione fiscale, controlli più severi della spesa sanitaria, la riforma del sistema del welfare per generare un risparmio annuo dello 0,5 per cento del prodotto interno lordo , un aumento delle imposte sulle società dal 26 per cento al 28 per cento, una nuova tassa sulla pubblicità televisiva, più tasse sul lusso e le proprietà, e l’eliminazione dei sussidi per il carburante per gli agricoltori. L’unica differenza è che il governo vuole un taglio inferiore nelle spese per la difesa – 100 milioni di euro quest’anno invece dei 400 milioni suggeriti dai creditori.
  • Mercato del lavoro: Nessuna differenza. Il governo greco si impegna a portare l’organizzazione del mercato del lavoro in linea con le migliori pratiche dell’Unione Europea.
  • Mercati dei prodotti: Nessuna differenza. Le medesime misure per ridurre la burocrazia, rimuovere le restrizioni e aumentare la competitività sono delineate nello stesso linguaggio.
  • Privatizzazioni: Il governo non si impegna in nessun obiettivo specifico di gettito, come quelli indicati nella proposta dei creditori. Si limita a promettere di completare il processo di liquidazione iniziato dai suoi predecessori, quello che chiedevano anche i creditori.
Quindi, in effetti, sembra che i greci abbiano votato domenica per ottenere solo tre cose: 1) una riduzione dell’aliquota IVA per gli alberghi; 2) 300 milioni di euro in più per le spese militari; 3) nessun obiettivo di gettito per le privatizzazioni.
Se Tsipras avesse formulato il quesito referendario in questo modo, dubito che alle urne si sarebbero presentati molti elettori.
Il filosofo Slavoj Zizek recentemente ha spiegato il problema greco nei termini di uno scontro tra la democrazia e l’approccio tecnocratico europeo: “Le decisioni strategiche basate sul potere sono sempre più mascherate come norme amministrative basate su conoscenze specialistiche neutrali, e sono sempre più negoziate in segreto e applicate senza consultazione democratica “. Il partito di Tsipras, Syriza, nella visione di Zizek, è una forza democratica dirompente con l’intenzione di riportare l’Europa ai suoi veri valori. Dice Zizek:
Solo una nuova “eresia” (rappresentata in questo momento da Syriza) può salvare ciò che vale la pena di salvare dell’eredità europea: la democrazia, la fiducia nel popolo, la solidarietà egualitaria. L’Europa che vincerà se Syriza sarà sconfitta è un’ ‘”Europa con valori asiatici” (che, ovviamente, non ha nulla a che spartire con l’Asia, tranne che nella tendenza chiara e presente del capitalismo contemporaneo di sospendere la democrazia).
La nuova proposta di Tsipras è in linea con una tradizione democratica. “I Cavalieri” di Aristofane, scritto nel 5 ° secolo aC, ha un personaggio chiamato Demos, “un uomo amareggiato e vecchio, irascibile, dai gusti semplici e di scarse vedute, un po’ duro d’orecchi”. (Alcuni traduttori inglesi hanno reso il nome greco come Mr. Gente). Demostene, il suo schiavo, così descrive l’appena acquistato nuovo schiavo arrivato in casa, un certo conciatore:
Ben presto scopre
I punti deboli del padrone; e scodinzolandogli intorno
lo lusinga, e lo adula, e lo blandisce, e lo liscia,
con le più stupide quisquilie, così:
O Demos, pronuncia una sentenza, prendi l’obolo che ti sei guadagnato,
Quindi fai il bagno, abbuffati, tracanna, mangia fino a scoppiare.
Vuoi che ti prepari la cena? e subito arraffa
un piatto che qualche altro servo ha preparato
e lo offre al padrone.
Questo è più o meno quello che è successo agli elettori greci nelle ultime due settimane, fatta eccezione per il gozzovigliare. Loro – soprattutto i più poveri, che hanno appoggiato Tsipras al referendum – sono stati truffati dal governo che hanno eletto per combattere l’austerità e per prestare servizio come i progressisti eretici di Zizek sulla scena europea. A meno che i radicali irriducibili nel Parlamento greco oggi respingano la proposta di Tsipras, il governo farà esattamente il contrario di ciò per cui la gente ha votato: adotterà ulteriori misure di austerità e cederà alla classe dirigente tecnocratica dell’Europa.
Tutto questo non avverrà senza ragione, però. Due settimane fa, i creditori stavano offrendo alla Grecia solo una proroga del programma di salvataggio esistente, nel quale rimanevano solo 7.2 miliardi di euro. Ora, Tsipras sta concordando le stesse richieste in cambio di un programma di salvataggio del valore di 53.5 miliardi per tre anni. Per di più, vuole parlare di riduzione del debito, e ha ragione di credere che potrà farlo, perché il Fondo Monetario Internazionale, gli Stati Uniti e alcuni alti funzionari europei, tra cui il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, hanno espresso il loro  sostegno per una maggiore “sostenibilità del debito”.
Tsipras ha astutamente presentato un regalo a coloro che hanno paura di assumersi la responsabilità di lasciare che la Grecia abbandoni l’euro. OK, quindi il dono arriva insieme ad un conto considerevole  – ma sembra che i Greci abbiano ceduto! Il presidente francese Francois Hollande ha già ritenuto la proposta greca “seria, credibile” e indicativa della volontà della Grecia di rimanere nella zona euro.
Pagate di più e noi ci dimenticheremo tutto della democrazia è l’offerta ora sul tavolo. Se il cancelliere tedesco Angela Merkel e la sua coalizione di governo la accetteranno, come Hollande ha apparentemente già fatto, la Grecia rimarrà attaccata al supporto vitale europeo. E poi Tsipras ci penserà, a quelle riforme.
Tratto da Voci dall’Estero
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fonte: alfredodecclesia.blogspot.it