10/02/15

i Gonzaga


PALAZZO DUCALE O DEL CAPITANO


PALAZZO TE


BASILICA PALATINA DI SANTA BARBARA


ANDREA MANTEGNA - MORTE DELLA VERGINE


ANDREA MANTEGNA - CAMERA PICTA (LA CORTE)


GIULIO ROMANO - SALA DEI GIGANTI (PALAZZO TE)


DUCATONE DI VINCENZO I, 1595


L'ARTE DI BEN CUCINARE


i Gonzaga sono stati una delle più note famiglie principesche d'Europa, protagonisti della storia italiana ed europea dal XIV al XVIII secolo.

Governarono Mantova, dapprima come signori, a partire dal 1328, poi come marchesi e duchi sino al 1707. Governarono inoltre il marchesato e poi ducato del Monferrato; rami cadetti governarono in Italia: il Ducato di Guastalla, il Ducato di Sabbioneta, i marchesati di Vescovato, Luzzara, Palazzolo e Castel Goffredo, Castiglione e Solferino, i principati di Bozzolo e Castiglione, la contea di Novellara; all'estero un ramo cadetto governò: i ducati francesi di Nevers, Rethel, Mayenne e il principato di Arches.

Mantennero un ruolo di primo piano nel contesto politico italiano ed europeo grazie ai loro ambasciatori e a un'abile politica matrimoniale, che aveva portato a rinsaldare i rapporti con l'Impero, la Spagna, la Francia e con le dinastie sovrane e le famiglie nobili più in vista del tempo.

Aumentarono ancora il proprio prestigio legandosi in matrimonio nel XVII secolo con una delle più importanti famiglie reali d'Europa, gli Asburgo, quando Eleonora Gonzaga divenne la prima imperatrice della casata, sposandosi nel 1622 con Ferdinando II. Eleonora Gonzaga-Nevers divenne a sua volta imperatrice sposandosi con Ferdinando III. Maria Luisa di Gonzaga-Nevers divenne per ben due volte regina di Polonia, sposandosi con Ladislao IV e Giovanni II.

La famiglia diede inoltre i natali a un santo, a quattordici cardinali e a tredici vescovi della Chiesa cattolica.

La loro grande fama è anche legata al fatto di aver promosso, per diverse generazioni, la vita artistica e culturale al più alto livello. La collezione artistica dei Gonzaga (detta la "Celeste Galeria") era celeberrima, comprendeva infatti opere degli artisti più rinomati del Rinascimento e dell'Età Barocca e venne venduta in buona parte al re d'Inghilterra Carlo I quando i sovrani di Mantova si trovarono in difficoltà economiche. I Gonzaga, oltre alle arti visive, sostennero anche molte grandi opere letterarie e di musica.

Storia

Le origini del nome

Potrebbe derivare dal nome latino di un personaggio romano di nome Verecundus, con l'aggiunta del suffisso -aca, ossia verecundus-aca, a cui fu troncata la parte iniziale, divevendo cundus-aca, da cui Gonzaga. Secondo lo storico dei Gonzaga Gaspare Scioppio, "gunzo" è voce germanica corrispondente a "verde e ameno".

La corte di Ludovico III (Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, Mantova, 1465-1474)
Originari di Gonzaga da cui presero il nome, i Corradi da Gonzaga furono uomini di fiducia di parte guelfa dei monaci dell'Abbazia di San Benedetto in Polirone. Si inurbarono alla fine del XII secolo a Mantova, accrescendo le loro estese proprietà terriere e la loro fortuna, in occasione della vittoria degli amici Bonacolsi sui Casalodi, avversari dei Gonzaga. Il 16 agosto 1328 Luigi Gonzaga rovesciò la signoria bonacolsiana con l'aiuto delle truppe scaligere, aderì alla fazione ghibellina e si impose come capitano del popolo, venendo riconosciuto vicario imperiale da Ludovico il Bavaro.

Si succedettero nella gestione della signoria Guido (1360-1369), Ludovico II (1369-1382), mentre Feltrino, signore di Reggio escluso dal padre sulla signoria di Mantova, dava origine al ramo cadetto dei Gonzaga di Novellara e Bagnolo. Con Francesco (1382-1407), i Gonzaga si staccarono dalla supremazia viscontea per appoggiarsi alla Repubblica di Venezia, che riusciva a contenere l'espansione milanese. Nel 1433 Gianfrancesco (1407-1433) riuscì ad ottenere, sborsando la cifra di 12.000 fiorini, direttamente dalla mani dall'imperatore Sigismondo a Mantova il titolo di marchese. Nacque il Marchesato di Mantova e lo stemma della famiglia si arricchì della croce in rosso, simbolo della città, accantonata dalle quattro aquile imperiali.

Mantova divenne un importante centro d'arte (Mantegna fu artista di corte) durante il governo di Ludovico III (1444-1478), grande mecenate e saggio amministratore, fermo nel contenere le ambizioni dei varî rami della famiglia. Prese avvio con Ludovico l'accorta politica matrimoniale dei Gonzaga, che portò nel tempo ad apparentarsi con le più importanti casate d'Europa e d'Italia. Il matrimonio venne celebrato con Barbara di Brandeburgo degli Hohenzollern, imparentati con la Casa d'Asburgo. A seguito della divisione dei beni alla morte di Ludovico III nacquero i rami cadetti dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo e di Castiglione, il più longevo della casata, ora estinto. Il marchese Federico governò lo stato per un breve periodo (1478-1484) e dal terzogenito Giovanni trasse origine il ramo secondario dei Gonzaga di Vescovato, l'unico ancora oggi esistente.

I Gonzaga aumentarono il loro prestigio con Francesco II (1484-1519) e con la moglie Isabella d'Este, una delle donne più importanti del Rinascimento, che governò lo stato dopo la morte del marito. Con il quarto marchese si originò anche il ramo cadetto dei Gonzaga di Guastalla. Il successore Federico II (1519-1530) ottenne a Mantova nel 1530 dalle mani dell'imperatore Carlo V il titolo di duca. Iniziò così il Ducato di Mantova. Il matrimonio con Margherita Paleologa permise ai mantovani di acquisire il Marchesato di Monferrato, cui aspirava anche la dinastia dei Savoia, ma finì col gravare rovinosamente sulla politica e sulle finanze dello stato gonzaghesco. Dal terzogenito di Federico II, Ludovico Gonzaga-Nevers, trasse origine il ramo collaterale dei Gonzaga-Nevers, destinato a governare per circa ottant'anni.

Alla morte di Federico II l'acclamato duca Francesco III (1540-1550) aveva solo sette anni e il ducato venne retto dai suoi due zii, il cardinale Ercole e Ferrante I. Francesco III morì in un incidente a soli diaciassette anni e gli successe il fratello Guglielmo (1550-1587): lo stato raggiunse la sua più grande ricchezza.

Il ducato passò nelle mani del quarto duca Vincenzo (1587-1612), promotore delle arti ma intemperante e libertino, che nel 1608 sposò il primogenito Francesco, poi duca Francesco IV (1612), a Margherita di Savoia, figlia di Carlo Emanuele I di Savoia, con lo scopo di risolvere la questione del Monferrato, passato ducato dal 1573, ma dalla loro unione rimase l'unica figlia Maria.

La successione toccò perciò ai fratelli, il cardinale Ferdinando (1612-1626) e quindi il cardinale Vincenzo II (1626-1627). Entrambi ottennero la dispensa dei voti e si sposarono, ma dai loro matrimoni non ebbero eredi. Con la morte di Vincenzo nel 1627 si estinse, dopo molto splendore, il ramo diretto dei Gonzaga di Mantova.

Il problema della successione, vista l'importanza strategica dello stato gonzaghesco, scatenò una guerra, che vide contrapporsi Francia e Asburgo e durò dal 1628 al 1631. Prevalse la Francia e Carlo di Nevers, con l'appoggio di Luigi XIII di Francia, divenne l'ottavo duca di Mantova (1627-1637). A Carlo I, per la morte prematura nel 1631 del figlio Carlo, successe il nipote Carlo II (1637-1665), e quindi Ferdinando Carlo (1665-1708), decimo e ultimo duca, con il quale anche la dinastia dei Gonzaga-Nevers si spense.

Nel 1708 il territorio del Monferrato venne annesso al Ducato di Savoia e la signoria di Mantova, dopo quattrocento anni, passò sotto la dominazione austriaca.

Origini della famiglia

Le origini della famiglia Gonzaga risalgono al XII secolo quando Filippo Corradi fu investito delle terre di Gonzaga (da cui prese il nome la famiglia), feudo appartenuto ai conti Casalodi, dall'abate dell'abbazia benedettina di Polirone a San Benedetto Po. Con il nome di “Corradi da Gonzaga” si stabilirono a Mantova alla fine del XII secolo, dove occuparono cariche politiche e religiose. Da Guido Corradi da Gonzaga (XIII secolo-1318), che combatté contro il re Manfredi di Sicilia e dai suoi cinque figli (Luigi primo capitano del popolo, Gentile, Gualtiero, Abramino e Petronio) ebbero origine i signori di Mantova.

Dal 30 aprile 1335 la famiglia utilizzò solo l'appellativo "Gonzaga".

Sull'origine della famiglia, nel 1392 Francesco I Gonzaga, quarto capitano del popolo di Mantova, scriveva:

(LA)

« A castro Gonzage, regine diocesis, denominationem habent et habuerunt. »

(IT)

« Dal villaggio di Gonzaga, in diocesi di Reggio, derivano il nome. »

Gonzaga di Mantova (linea principale)

I Corradi da Gonzaga conquistarono il potere a Mantova con Luigi, destituendo il 16 agosto 1328 Rinaldo Bonacolsi, detto "il Passerino". Il colpo di Stato che portò alla morte dell'ultimo dei Bonacolsi fu possibile per l'alleanza con Cangrande I di Verona. Profittando quindi dell'illusione di quest'ultimo di poter includere Mantova nei propri dominî una volta sconfitti i Bonacolsi, e contando sull'appoggio del popolo mantovano, ebbe inizio un dominio plurisecolare dei Gonzaga sulla città di Mantova, che terminò solo nel 1707.

Capitani del Popolo

1328-1360 Ludovico I (Luigi) Gonzaga (1268-1360)

1360-1369 Guido Gonzaga (1290-1369)

1369-1382 Ludovico II Gonzaga (1334-1382)

1382-1407 Francesco I Gonzaga (1366-1407)

1407-1433 Gianfrancesco Gonzaga

dal 1433 marchese di Mantova (1395-1444)

La dominazione su Mantova ebbe inizio con la figura politica del capitano del popolo, istituita essenzialmente per bilanciare il potere e l'autorità delle famiglie nobili. Il primo capitano ad essere eletto, dopo la presa al potere, fu Luigi Gonzaga, il 25 agosto 1328. La rivolta, caldamente appoggiata dal popolo e con l'appoggio di Cangrande I della Scala, ebbe successo grazie alla completa convinzione dei Bonacolsi, amici dei Gonzaga e padroni della città, che fossero loro fedeli. Francesco I, commissionando la costruzione del castello di San Giorgio nel 1395, creò le basi per l'edificazione delle futura reggia gonzaghesca. Dopo aver aumentato il loro patrimonio fondiario e monetario, il loro dominio proseguì ininterrottamente sino al settembre 1433 con l'elevazione del feudo a marchesato.

Marchesi di Mantova

1433-1444 Gianfrancesco Gonzaga
sino al 1433 signore di Mantova (1395-1444)

1444-1478 Ludovico III Gonzaga (1412-1478)

1478-1484 Federico I Gonzaga (1440-1484)

1484-1519 Francesco II Gonzaga (1466-1519)

1519-1530 Federico II Gonzaga
dal 1530 duca di Mantova (1500-1540)

Il marchesato iniziò nel 1433 con la consegna a Mantova delle insegne marchionali da parte dell'imperatore Sigismondo a Gianfrancesco Gonzaga, che comprò il titolo per 120.000 fiorini d'oro. Risalgono al marchesato i rapporti amichevoli con gli Este e i signori di Milano. Grazie a Ludovico III la città si distinse nel campo dell'arte: l'intervento di artisti come Andrea Mantegna lascerà un segno indelebile nella storia di Mantova. Grazie ai Gonzaga nacque in questo periodo la Scuola di Mantova, destinata a diventare una delle principali scuole della pittura rinascimentale italiana. Con Isabella d'Este, una delle donne più importanti del Rinascimento, che nel 1490 sposò Francesco II, la città conobbe un periodo di grande rilevanza artistica. Con Federico II venne edificato Palazzo Te e così terminò, con la sua nomina ducale nel 1530, questo periodo particolarmente prolifico a livello artistico della storia di Mantova.

Duchi di Mantova

Federico II, primo duca

Carlo I di Gonzaga-Nevers

1530-1540 Federico II
sino al 1530 marchese di Mantova (1500-1540)

1540-1550 Francesco III (1533-1550)

1550-1587 Guglielmo (1538-1587)

1587-1612 Vincenzo I (1562-1612)

1612 Francesco IV (1586-1612)

1612-1626 Ferdinando (1587-1626)

1626-1627 Vincenzo II (1594-1627)

Nel 1627 il ramo mantovano dei Gonzaga si estinse e il titolo ducale passò al ramo francese dei Gonzaga-Nevers, che ebbe origine da Ludovico Gonzaga-Nevers

1627-1637 Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580-1637)

1637-1665 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

1665-1707 Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers (1652-1708)

1708: annessione al Ducato di Milano.

Il Ducato di Mantova ebbe inizio nel 1530 con Federico II, che ottiene il titolo da Carlo V sovrano del Sacro Romano Impero. Il duca di Mantova fu anche marchese del Monferrato (1536-1574) e poi duca del Monferrato (1574-1708).

Sotto la signoria di Guglielmo Gonzaga Mantova divenne una delle corti più splendide e prestigiose d'Europa e la casata dei Gonzaga ricchissima: fu politico accorto e scaltro, capace di rimanere indipendente rispetto ai potentati del tempo (Papato, Impero, potenze quali Spagna e Francia). Con l'intemperante Vincenzo, amante del gioco e dei vizi, iniziò il lento ma inesorabile declino della famiglia. Alla morte di Vincenzo II, nel 1627, si estinse il ramo diretto dei Gonzaga di Mantova e ciò portò alla Guerra di successione di Mantova e del Monferrato: Carlo I dovette subire il sacco di Mantova da parte dei mercenari lanzichenecchi, che misero a ferro e fuoco la città portando anche la peste.

Carlo II, per ripianare le finanze di famiglia, proseguì la vendita della famosa collezione di opere d'arte iniziata dal suo predecessore. Con il decimo ed ultimo duca Ferdinando Carlo, poco incline al governo del suo stato, nel 1707 si chiusero quasi quattro secoli di dinastia gonzaghesca e con questi anche la condizione statuale dei ducati di Mantova e Monferrato.

Marchesi, poi Duchi di Monferrato

1533 - 1540 Federico II (marchese) (1500-1540)

1540-1550 Francesco III (1533-1550)

1550-1587 Guglielmo (duca) (1538-1587)

1587-1612 Vincenzo I (1562-1612)

1612 Francesco IV (1586-1612)

1612-1626 Ferdinando (1587-1626)

1626-1627 Vincenzo II (1594-1627)

Il Marchesato del Monferrato fu un antico stato italiano preunitario, situato nel Piemonte, governato dagli Aleramici dal 967 al 1305 e dalla famiglia dei Paleologi dal 1306 al 1533. Alla morte senza eredi di Giovanni Giorgio del Monferrato nel 1533, si accese la disputa sulla successione tra il duca di Mantova Federico II Gonzaga e Carlo III di Savoia, duca di Savoia. L'imperatore Carlo V affidò il feudo imperiale a Federico II, marito di Margherita Paleologa, in virtù della discendenza dei Paleologi. Nel 1575 l'imperatore Massimiliano II elevò il marchesato a ducato. Nel 1627 il ramo mantovano dei Gonzaga si estinse e il titolo ducale passò al ramo francese dei Gonzaga-Nevers. Il loro dominio, pur tra diversi conflitti, durò fino al 1708.

Gonzaga-Nevers

La linea trasse origine da Ludovico Gonzaga, terzogenito di Federico II che, sposando nel 1565 Enrichetta di Nevers, divenne duca di Nevers e Rethel.

1627-1637 Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580-1637)

1637-1665 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

1665-1708 Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers (1652-1708)

Alla morte nel 1627 del cugino Vincenzo II Gonzaga, ultimo discendente della linea diretta dei Gonzaga, Carlo I, a seguito della Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, subentrò come erede nella potestà del Ducato di Mantova. Con i Gonzaga-Nevers proseguì il declino della secolare dinastia, iniziato con Vincenzo I. I primi presagi furono dati dalle continue invasioni da parte dei lanzichenecchi che, con il sacco di Mantova del 1629, ridussero la città, fino allora considerata imprendibile, in miseria. Proseguirono inoltre con il duca Carlo I le vendite della collezione d'arte di famiglia, la famosa Celeste Galeria. Con la cacciata dell'ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, accusato di fellonia per aver concesso l'ingresso alle truppe galloispane nella città virgiliana, nel 1708 il territorio del Monferrato venne annesso al Ducato di Savoia e Mantova passò sotto la dominazione austriaca.

Duchi di Nevers

1565-1595 Ludovico Gonzaga-Nevers (1539-1595)

1595-1637 Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580-1637)

1637-1659 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

Nel 1659 Nevers fu venduto al cardinale Mazarino.

Duchi di Rethel

1565-1595 Ludovico Gonzaga-Nevers (1539-1595)

1595-1637 Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580-1637)

1606-1622 Francesco di Gonzaga-Nevers (associato al padre Carlo I) (1606-1622)

1637-1665 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

1665-1708 Carlo III di Gonzaga-Nevers (1652-1708)

Principi di Arches

Il "Principato di Arches" nacque nel 1608 per volontà di Carlo I di Gonzaga-Nevers, duca di Nevers e Rethel, in seguito alla creazione da zero della città di Charleville.

1608-1637 Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580-1637)

1637-1665 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

1665-1708 Carlo III di Gonzaga-Nevers (1652-1708)

Nel 1708: assegnazione del principato alla corona di Francia.

Duchi di Mayenne

La reggenza del ducato di Mayenne da parte dei Gonzaga ebbe inizio nel 1621 con Carlo, figlio di Caterina di Mayenne, che ricevette il titolo dal fratello Enrico di Mayenne, morto nel 1621 senza discendenti.

1621-1631 Carlo di Gonzaga-Nevers (1609-1631)

1631-1632 Ferdinando di Gonzaga-Nevers (1610-1632)

1632-1654 Carlo II di Gonzaga-Nevers (1629-1665)

Nel 1654: Carlo II vendette il ducato di Mayenne al cardinale Mazarino.

Gonzaga dei principati minori

Oltre al ramo più importante di Mantova si ebbero numerosi rami minori, che però godettero di completa autonomia dalla città, essendo investiti direttamente dall'imperatore. Sino alla prima metà del XIV secolo i signori di Mantova governarono unitariamente il loro stato. La prima scissione si ebbe ad opera di Feltrino Gonzaga, che diede inizio al ramo cadetto di Novellara (1371). Una successiva divisione venne effettuata alla morte nel 1444 di Gianfrancesco Gonzaga e di Ludovico III Gonzaga nel 1478. La dinastia configurò due tipi di territorio: il "Mantovano nuovo", al quale appartennero tutti i territori situati ai confini del loro stato e il "Mantovano vecchio", l'antico territorio comunale della città di Mantova. I Gonzaga, nel tempo, non giunsero mai alla unificazione di tutti i loro domini in quanto considerarono le terre di confine come terre minori, appannaggio dei rami minori della casata.

Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo

Il ramo cadetto dei "Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo" ebbe origine da Gianfrancesco Gonzaga, a seguito della divisione dei beni del padre Ludovico III. Il figlio Ludovico, dopo la spartizione del feudo col fratello Pirro nel 1521, ottenne le terre di Sabbioneta. Fece di Gazzuolo la sua residenza dove creò una corte sfarzosa, ospitando artisti e letterati, come Ludovico Ariosto. Alla sua morte venne nominato erede il figlio Luigi Gonzaga "Rodomonte", capitano imperiale di Carlo V. Il personaggio più famoso fu indubbiamente il di lui figlio Vespasiano I Gonzaga che, nato nel 1531, ottenne l'investitura imperiale di Bozzolo, Ostiano, Rivarolo, Rodigo e Sabbioneta. Fu un militare coraggioso e si trattenne per lungo tempo alla corte di Filippo II di Spagna. Nel 1577 ottenne dall'imperatore Rodolfo II, suo amico personale, il titolo di duca di Sabbioneta. Nel 1591 gli subentrò come erede la figlia Isabella che in dipartita lasciò Sabbioneta alla nipote Anna Carafa (1637). Con il figlio di quest'ultima Nicola María, si estinse la dinastia di Vespasiano Gonzaga e nel 1689 il ducato di Sabbioneta passò in possesso degli spagnoli che lo vendettero al genovese Francesco Maria Spinola.

Gonzaga di Novellara e Bagnolo

Linea cadetta originata da Feltrino Gonzaga che il padre Luigi Gonzaga, aveva escluso dalla successione su Mantova. Nel 1351 fu investito del feudo di Reggio Emilia che conservò sino alla sconfitta contro i Visconti nel 1371. Vendette il feudo in cambio della signoria di Novellara e Bagnolo.

Dal ramo di Novellara trassero origine i Catalano Gonzaga, famiglia storica originaria della Calabria Citeriore. Andrea Catalano sposò il 16 aprile 1666 Diana Gonzaga, figlia di Giuseppe Gonzaga e di Ottavia Ricci, ultima discendente di Carlo Gonzaga (?-1484), figlio naturale di Francesco I Gonzaga-Novellara.

Gonzaga di Luzzara

Rodolfo Gonzaga (1452-1495), terzogenito maschio di Ludovico III Gonzaga, ebbe il feudo e il titolo di Marchese di Luzzara, Castel Goffredo e Castiglione alla morte del padre, nel 1478. Ricevette dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo l'investitura nel 1494. Dalla moglie Caterina Pico (1454-1501) ebbe il figlio Gianfrancesco (1488-1524), che fu riconosciuto marchese sovrano (immediato) con diploma imperiale del 1502. Nel 1557 Massimiliano cedette il feudo a Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova, mantenendo per sé e per i suoi eredi alcuni palazzi e il titolo di Marchese di Luzzara pur non detenendo alcun comando sul territorio, che fu soggetto a Mantova fino al 1630, quando fu ceduto ai duchi di Guastalla seguendone le sorti future.

La famiglia annovera alcuni personaggi eminenti tra cui Ludovico Gonzaga (1587-1630), Vescovo di Alba, che morì di peste a Luzzara il 17 giugno 1630 e Marcantonio Gonzaga, Vescovo di Casale Monferrato nel 1589.

Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino

Dopo la morte di Rodolfo Gonzaga il feudo fu ulteriormente diviso tra i suoi figli: a Gianfrancesco rimase Luzzara e divenne il capostipite dei "Gonzaga di Luzzara" e a Luigi Alessandro andarono Castiglione e Castel Goffredo, divenendo di fatto il capostipite dei "Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino". Il ramo di Castiglione si estinse con Luigi Gonzaga (1745-1819), che firmò il 26 luglio 1773 la rinuncia ai diritti a favore dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria e il principato di Castiglione, Medole e Solferino fu annesso a Mantova, già austriaca.

Gonzaga di Guastalla

Linea cadetta che prese origine da Francesco II Gonzaga, IV duca di Mantova. La contea di Guastalla fu venduta nel 1539 dalla contessa Ludovica Torelli, discendente del conte Guido Torelli, a Ferrante I Gonzaga, capostipite della linea cadetta.

Gonzaga di Palazzolo (Linea dei "Nobili Gonzaga")

Linea cadetta originata da Corrado Gonzaga (1268-1340) che il padre Luigi Gonzaga, primo capitano del popolo, aveva escluso dalla successione su Mantova. Curzio Gonzaga, figlio di Luigi (m. 1549), arciprete della Cattedrale di San Pietro di Mantova, fu investito del titolo di marchese di Palazzolo assieme ai nipoti nel 1595 dal duca Vincenzo I Gonzaga. Il ramo si estinse nel 1751.

Gonzaga di Vescovato (o Vescovado) (Linea "dei Marchesi")

Chiamata anche linea "dei Marchesi", è l'unica linea cadetta della famiglia Gonzaga che sussiste ancora oggi. I componenti della famiglia Gonzaga della linea di Vescovato godono, in quanto discendenti diretti da Gianfrancesco Gonzaga, primo marchese di Mantova, dei seguenti trattamenti e titoli (riconfermati dalla monarchia Sabauda con provvedimento di giustizia):

trattamenti di Altezza Serenissima (maschio), di Nobil Uomo e Nobil Donna, di Don e Donna,
titoli di: Principe del S.R.I. (maschio), Marchese (maschio), Conte di Villanova (maschio primogenito), Conte di Cassolnovo (maschio primogenito), Marchese del Vodice (solo i maschi del ramo discendente da Francesco Carlo, a partire da Maurizio Ferrante, generale, medaglia d'oro al valore militare, padre del sottocitato Ferrante Vincenzo), Signore di Vescovato (maschio), Patrizio Veneto (maschio e femmina).
Lo stemma araldico è così composto: "D'argento alla croce patente di rosso, accantonata da quattro aquile di nero dal volo spiegato e affrontate, sul tutto uno scudo inquartato nel primo e nel quarto quadrante di rosso al leone d'argento dalla coda bipartita, armato e lampassato d'oro, ornato e collarinato dello stesso (Regno di Boemia), nel secondo e terzo quadrante fasciato d'oro e di nero (Gonzaga)".

Sono attualmente viventi due rami della famiglia discendenti dai fratelli Francesco Carlo (nato il 29-12-1766 e morto l'1-9-1834) e Fabio Maria (nato il 13-01-1773 e morto nel 1848) figli di Nicola (nato il 26-12-1731 e morto il 4-9-1783) e di Olimpia del marchese Fabio Scotti di Piacenza.

Il feudo fu acquistato nel 1519 da Giovanni Gonzaga, fratello di Francesco, marchese di Mantova, uomo d'armi al servizio degli Sforza di Milano.

Altre linee estinte

Poche notizie si hanno di una longeva linea secondaria della famiglia Corradi-Gonzaga, che prese origine da Bonaventura Corradi (XIII secolo), figlio di Guidone Corradi e che acquistò nel 1261 vasti possedimenti terrieri a Marmirolo, consentendo così l'insediamento della famiglia in quella zona vicina a Mantova, conquistata con la forza nel 1328. Dello stesso ramo fece parte Raffaele Gonzaga, che nel 1509 venne nominato podestà di Asola e di Lonato. Questo ramo secondario si estinse con Giambattista, protonotario apostolico, nato il 4 maggio 1685 e morto a Governolo il 10 luglio 1746  lasciando eredi i marchesi Torelli.

Lo stemma

L'arma dei Gonzaga di Mantova

La dinastia dei Gonzaga, durante la loro lunga storia, mutò lo stemma diverse volte.
Con la presa del potere nel 1328, Ludovico I innalzò un semplice stemma a fasce orizzontali nere ed oro. Con la nascita del marchesato, dal 1433 compaiono per la prima volta nello stemma le aquile imperiali a "volo abbassato" e la croce rossa, simbolo dal XII secolo del comune di Mantova, mentre lo scudo originario rimase al centro di dimensione più piccola.
Dal 1575 vennero incluse le insegne delle famiglie nobili con le quali si imparentarono.

L'arma dei Gonzaga nei rami cadetti

I Gonzaga non fecero mai uso della brisura nel loro stemma. Unica eccezione è riscontrata nello stemma di Giulio Cesare Gonzaga, principe di Bozzolo, che, con diploma imperiale del 1593, ottenne nello scudo le quattro aquile coronate d'oro. Pertanto nemmeno per i numerosi rami cadetti esiste un'arma specifica. Unicamente Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta, utilizzò un proprio stemma, non brisato. Essi utilizzarono pertanto lo stemma adottato dai duchi di Mantova e del Monferrato nel XVI secolo, che così si blasona: D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero.

Le zecche dei Gonzaga

Anche i Gonzaga, al pari di tutte le più importanti dinastie europee, ebbero il privilegio di battere moneta.

Dopo la cacciata dei Bonacolsi i primi signori di Mantova a battere moneta furono Luigi Gonzaga e il figlio Guido (1328-1369).

Ludovico III Gonzaga nel 1444 vide invece per primo il proprio ritratto coniato su una moneta e, seguendo il prestigio e l'importanza delle casate più importanti, iniziò la coniazione di monete auree.

Nella prima metà del Cinquecento iniziò ad operare anche la Zecca di Casale Monferrato, in occasione del matrimonio di Federico II Gonzaga con Margherita Paleologa (1531).

Con la decadenza della dinastia nel 1626, regnante Vincenzo II e la perdita di potere politico, anche la Zecca di Mantova entrò in declino.

L'ultimo esponente a battere moneta fu il decimo e ultimo duca Ferdinando Carlo Nevers, cacciato per fellonia da Mantova nel 1708.

Dalla metà del Cinquecento in poi nel territorio dello Stato gonzaghesco nacquero le “zecche minori” di Bozzolo, Castiglione, Guastalla, Novellara, Pomponesco, Rodigo, Sabbioneta, San Martino e Solferino.

La Celeste Galeria

I Gonzaga sostennero e patrocinarono numerosi artisti al fine di dare lustro alla propria casata; furono importanti collezionisti di opere d'arte, secondi solo ai papi e ai Medici. I dipinti e gli oggetti erano esposti soprattutto nel Palazzo Ducale di Mantova, configurandosi come un vero e proprio museo nel museo.

Ferdinando Gonzaga, rientrando da Roma nel 1612 in occasione della sua nomina a sesto duca di Mantova, trovò nei palazzi dotazioni artistiche ricchissime, che necessitavano di un lavoro di catalogazione. Si occupò personalmente del riordino, della catalogazione e della collocazione degli oggetti d'arte. La famiglia poteva vantare il museo più importante d'Europa, con 20.000 oggetti preziosi e 1.800 quadri degli artisti più prestigiosi. Nonostante la sua passione per l'arte, poco tempo prima di morire, Ferdinando, per cercare di ripianare almeno in parte una situazione debitoria ormai disastrosa, aveva avviato contatti per la vendita di una parte della celebre collezione di opere d'arte accumulata negli anni dalla famiglia.

L'alienazione venne conclusa dai suoi successori, iniziando dal fratello Vincenzo II, che vendette al re d'Inghilterra Carlo I circa 150 quadri e cento statue per una cifra irrisoria.

La devastazione più grande alla collezione venne però operata nel 1630 dai lanzichenecchi, che misero in ginocchio Mantova con saccheggi e distruzioni. La Celeste Galeria non esisteva più.

I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras

Una serie di ritratti in miniatura di esponenti della famiglia Gonzaga è custodita nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Essa prende nome e proviene dal castello di Ambras di Innsbruck, in Austria e fu voluta da dall'arciduca Ferdinando II d'Austria, noto collezionista di ritratti e di armature. La pinacoteca venne incrementata dalla seconda moglie del nobile, Anna Caterina Gonzaga, figlia del duca di Mantova Guglielmo.
La raccolta presenta sia personaggi appartenuti al ramo principale che rappresentanti dei rami cadetti della dinastia. Dei trentatré ritratti, eseguiti da pittori di corte, cinque appartengono alla linea primogenita (tra i quali Guglielmo e Vincenzo Gonzaga), sei della linea di Guastalla, quattro della linea di Vescovato, otto della linea di Sabbioneta e Bozzolo, cinque del ramo di Luzzara e cinque del ramo di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino.

Gli Ordini cavallereschi

Il 25 maggio 1608 il duca Vincenzo I Gonzaga istituì l'Ordine cavalleresco del Redentore (o del Sangue di Cristo). Non fu spinto dalla devozione per la reliquia conservata nella Basilica di Sant'Andrea a Mantova, ma dall'invidia che il duca covava verso altre nobili famiglie, che avevano legato il loro nome a Ordini cavallereschi (Casa Savoia, Medici). Il motto era Nihil hoc triste recepto. L'Ordine cessò di esistere nel 1708 con Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, decimo e ultimo duca di Mantova.

Dopo alcuni anni il duca Ferdinando Gonzaga volle creare un nuovo ordine cavalleresco (Ordine della Immacolata Concezione) facente capo alla dinastia gonzaghesca e al quale potessero aderire i nobili provenienti da tutte le nazioni cattoliche. Il progetto, al quale parteciparono Carlo I di Gonzaga-Nevers e il conte Alfonso d'Altan d'Alemagna, prese forma l'8 dicembre 1619 e l'Ordine venne istituito a Mantova nel 1623. Si estinse pochi anni dopo.

La cucina dei Gonzaga

I Gonzaga sono anche ricordati per l'arte della cucina, definita da molti “di principi e di popolo”, perché hanno saputo coniugare piatti tipicamente popolari (esempio, la polenta fritta spolverata di zucchero) con piatti decisamente più elaborati, vanto dei numerosissimi cuochi che si sono alternati alla loro corte. Essi hanno saputo lasciare un'impronta nella gastronomia italiana, data dai prodotti ricavati dalla fertilità della loro terra (grano e riso soprattutto) e dall'importanza delle loro corti.

Bartolomeo Sacchi detto il Platina, che operò come precettore dei figli del marchese Ludovico III, lasciò un'impronta nella cucina della corte mantovana: pubblicò a Venezia nel 1474 il trattato di gastronomia De honesta voluptate et valetudine che ben presto si diffuse presso tutte le corti d'Europa e dove si insegnava l'uso delle risorse del territorio a seconda delle stagioni.

Con l'arrivo di Isabella d'Este nel 1490 la cucina mantovana venne influenzata da quella emiliana: la marchesa si avvalse infatti della consulenza di Cristoforo di Messisbugo, cuoco dei signori di Ferrara, che pare avesse creato appositamente per lei la “torta delle rose”. La corte dei Gonzaga è ricordata sia per i fastosi banchetti, che per la ricchezza della tavola e per gli elaborati piatti preparati da schiere di esperti cuochi, che lavoravano giornate intere per preparare i sontuosi piatti voluti dai signori di Mantova. Ricchissimo fu il banchetto che Isabella e il fratello Alfonso, duca di Ferrara, fecero allestire dal Messisbugo in occasione dell'arrivo a Mantova nel 1530 dell'imperatore Carlo V e del suo seguito, al quale parteciparono circa settecento invitati e del quale si parlò per anni in tutte le corti d'Europa.

Tra la ricca varietà locale merita un posto di riguardo un importante piatto della cucina mantovana, i tortelli di zucca, molto diffuso sulle tavole locali alla vigilia di Natale: esso compare in una ricetta del 1584 del coppiere di Lucrezia d'Este. Con Vincenzo I il fasto della tavola raggiunse splendori mai visti prima per presentazione ed elaborazione dei cibi. Per i banchetti del duca si allevavano anche nel Mincio diversi tipi di pesci d'acqua dolce, tra cui il luccio, il preferito dal principe.

Nel 1662 Bartolomeo Stefani, in servizio come capocuoco presso il ducato di Mantova, pubblicò in città il volume di cucina L'Arte di Ben Cucinare, dedicato a Ottavio Gonzaga principe di Vescovato. È stato il primo a offrire una sezione dedicata al vitto ordinario ("cibo ordinario"). Il libro descrive uno dei tre banchetti offerti dal duca Carlo per la regina Cristina di Svezia alla vigilia di Natale del 1655, con il dettaglio delle impostazioni di cibo e tavola per ogni ospite, tra cui un coltello, forchetta, cucchiaio, bicchiere, un piatto (al posto delle ciotole più usati) e un tovagliolo. Pare che il cuoco, in onore della regina, avesse creato appositamente la torta di tagliatelle, presente ancora oggi nelle pasticcerie della città.

Il fasto della cucina gonzaghesca seguì di pari passo il declino della famiglia.

Le ragioni del successo dei Gonzaga

I motivi che portarono la famiglia Gonzaga a primeggiare per 400 anni si possono riassumere in alcuni fattori chiave.

La ricchezza

I Corradi-Gonzaga, al momento del loro insediamento nella città di Mantova, potevano contare su di un ingente patrimonio. Disponevano infatti di circa 25.000 biolche di terra, la maggior parte coltivata a grano e, agl'inizi del Cinquecento, le loro terre erano circa un decimo di tutto il ducato mantovano. Grazie ai Gonzaga, Mantova divenne una città ricchissima, assai popolosa e all'avanguardia nelle arti e nella cultura rinascimentale, al pari di Venezia, Firenze e Roma.

I commerci con Venezia

Le ingenti coltivazioni di grano prodotte nelle campagne gonzaghesche permettevano alla famiglia Gonzaga scambi commerciali con l'altrettanto ricca Repubblica di Venezia dei dogi, il cui ricavato veniva reinvestito nella città lagunare.

Abili politici

La politica dei Gonzaga fu una tenace e accorta difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici. Contarono sulla presenza di ambasciatori presso tutte le corti d'Europa.

Le politiche matrimoniali

Grazie alla ricchezza familiare ma anche un'intelligente politica matrimoniale, i Gonzaga riuscirono a rinsaldare i rapporti con l'Impero (Hohenzollern), la Spagna (D'Avalos), il Mezzogiorno d'Italia (Carafa, Caracciolo, Pignatelli) e con le famiglie più in vista del tempo (Borromeo, Gambara, Malaspina, Este, Bentivoglio, Malatesta, Ordelaffi, Orsini, Colonna, Medici, da Montefeltro, Paleologo).
I signori di Mantova furono alla guida di un complesso di piccoli Stati regionali che si estendevano dal Nord Italia alla Francia, al meridione d'Italia.

Le parentele imperiali

Le accorte politiche matrimoniali dei Gonzaga permisero di stringere parentele anche con la casa imperiale.

-Gianfrancesco Gonzaga aumentò il prestigio della casata volendo come sposa nel 1433 per il primogenito Ludovico la nobile tedesca Barbara di Brandeburgo, nipote dell'imperatore Sigismondo.

-Francesco III Gonzaga sposò nel 1549 la nipote di Carlo V, Caterina d'Austria, figlia dell'imperatore Ferdinando I e Guglielmo Gonzaga nel 1561 prese in sposa un'altra figlia dell'imperatore, Eleonora.

-Anna Caterina Gonzaga, nel 1582, andò in sposa a Ferdinando II d'Austria, secondo figlio maschio di Ferdinando I.

-Eleonora Gonzaga divenne imperatrice del Sacro Romano Impero sposando nel 1622 Ferdinando II e sua nipote Isabella Clara d'Austria si unì in matrimonio nel 1649 con Carlo II di Gonzaga-Nevers.

-Le parentele imperiali terminarono con il matrimonio celebrato nel 1651 tra Ferdinando III ed Eleonora Gonzaga-Nevers, che divenne la seconda imperatrice della casata dei Gonzaga.

Grandi mecenati

I Gonzaga furono dei mecenati illuminati che riuscirono ad attirare in varie epoche presso la loro corte alcuni tra i più grandi artisti italiani ed europei. Con Ludovico III, Andrea Mantegna fu nominato pittore di corte e Leon Battista Alberti iniziò l'edificazione della Basilica di Sant'Andrea. Con Isabella d'Este, marchesa consorte di Francesco II, nel 1490, fece di Mantova uno dei più grandi centri del collezionismo d'arte. Con Federico II, Giulio Romano costruì Palazzo Te. Vincenzo I fu uno dei più importanti collezionisti del tempo e Rubens accettò l'incarico di pittore di corte, conservando tale carica fino alla fine del suo soggiorno italiano. Ferdinando accolse alla sua corte il pittore fiammingo Van Dyck, Domenico Fetti, Carlo Saraceni e Francesco Albani, che decorò per il duca Villa Favorita.

Cardinali e vescovi

La dinastia poté contare anche sulla influenza nel casato di 14 cardinali e di 13 vescovi, cinque dei quali nella sola diocesi di Mantova. Già nel 1418 Gianfrancesco Gonzaga ospitò a Mantova per alcuni mesi papa Martino V e Ludovico nel 1459 ospitò per otto mesi papa Pio II in occasione del concilio, che pose Mantova al centro dell'Europa. Il cardinale Ercole Gonzaga, nel conclave del 25 dicembre 1559, per solo cinque voti non divenne papa.

Le condotte militari

Le fortune della famiglia furono legate anche alle condotte militari, inaugurate con Gianfrancesco Gonzaga, primo marchese di Mantova, nel 1410. Militando come capitano prima sotto le bandiere di Venezia e poi di Milano, egli ampliò i confini dello stato gonzaghesco con i territori che ricevette in cambio dei propri servizi militari. La sopravvivenza del piccolo stato si legava fortemente alla sua capacità di offrire forze e competenze militari alle potenze maggiori in cambio di protezione.

Gli Ebrei

La comunità ebraica di Mantova sorse intorno all'anno 1145. I Gonzaga incoraggiarono l'immigrazione ebraica in tutto il loro stato, finalizzata anche ad ottenere immediati interessi economici dai banchieri ebrei esercitanti, tramite i banchi feneratizi, il prestito di denaro ad interesse. Ebbero notevoli aiuti nei momenti di crisi ricevendo cospicui prestiti che spesso non venivano restituiti.

Feudo imperiale

La definitiva consacrazione gonzaghesca, feudo del Sacro Romano Impero dal Medioevo, si ebbe al tempo del ducato, quando il grande imperatore Carlo V concesse il titolo di duca a Federico II Gonzaga nel 1530.

Decadenza dei Gonzaga

Con Vincenzo I iniziò il declino della famiglia Gonzaga. Il quarto duca di Mantova, a differenza del padre Guglielmo, volle creare una corte sfarzosa e andò incontro a spese ingenti per le imprese militari contro i turchi e per la realizzazione della cittadella fortificata di Casale, ducato controllato dalla famiglia mantovana. Vincenzo si vide costretto ad aumentare le imposte a carico dei sudditi e a cedere molte terre creando dei feudi a favore di molte famiglie.

Le rendite della famiglia diminuirono sensibilmente con Ferdinando Gonzaga, VI duca di Mantova, tanto che, per ripianare parte dei debiti che la famiglia aveva contratto, iniziò la vendita della famosa collezione di opere d'arte accumulata dai Gonzaga nel tempo.

La situazione si aggravò ulteriormente con Vincenzo II Gonzaga, ultimo erede maschio del ramo principale di Mantova. Costui proseguì la vendita della collezione d'arte, la Celeste Galeria, al re d'Inghilterra Carlo I.

Al fine di assicurare la discendenza alla dinastia, morto Vincenzo II senza eredi, venne scelto Carlo I di Gonzaga-Nevers, nonostante il parere contrario dell'imperatore, che scatenò la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato. L'avvento del ramo collaterale della famiglia nel 1627 resterà nella storia come il più brutto periodo della storia di Mantova. La città nel 1629 venne assediata e saccheggiata da un esercito di lanzichenecchi, che diffusero anche la peste. Carlo I fu costretto ad abbandonare Mantova e rientrò solo nel 1631, chiedendo l'aiuto della Repubblica di Venezia per i beni di prima necessità.

Con l'avvento di Carlo II di Gonzaga-Nevers, inizialmente sotto la reggenza della madre Maria Gonzaga, il destino dei Gonzaga era oramai segnato.

L'ultimo duca, Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, succeduto nel 1665 nella guida di Mantova, ma poco incline a curare gli affari di Stato, fu accusato di fellonia e riparò a Padova dove morì nel 1708. Venne dichiarato decaduto dall'imperatore ed ebbe inizio la dominazione austriaca, terminando di fatto la dominazione gonzaghesca durata ininterrottamente per 400 anni.

Edifici religiosi e sepolcri dei Gonzaga a Mantova

Diversi furono i luoghi di culto voluti dai signori di Mantova, più per prestigio personale che per convinzioni religiose e molti vennero scelti dalla famiglia per le loro sepolture:

Chiesa di San Francesco, cappella di San Ludovico, fu il primo mausoleo dei Gonzaga

Santuario delle Grazie, voluto da Francesco I, fu anche luogo di sepoltura

Chiesa di Santa Maria della Vittoria, voluta da Francesco II

Chiesa di San Sebastiano, voluta da Ludovico III

Chiesa di Santa Paola, voluta da Gianfrancesco, fu anche luogo di sepoltura

Chiesa di Sant'Orsola, voluta da Margherita

Basilica Palatina di Santa Barbara, fatta erigere da Guglielmo, fu anche luogo di sepoltura

Basilica di Sant'Andrea, voluta da Ludovico III, fu anche luogo di sepoltura

Cattedrale di San Pietro, luogo di sepoltura

Altre famiglie Gonzaga

Altre famiglie portarono il nome Gonzaga senza appartenere a nessun ramo della casata. Infatti i primi marchesi della famiglia Gonzaga erano soliti premiare i servitori più fedeli con la concessione di affiancare il cognome Gonzaga a quello originale. Alcune di queste famiglie sono tuttora fiorenti.

Per concessione:

Arrivabene-Valenti Gonzaga, i cui esponenti furono i conti Carlo Arrivabene Valenti Gonzaga, deputato, e i figli Silvio e Giberto, entrambi senatori del Regno d'Italia;

Bevilacqua-Gonzaga, con il marchese Antonio Bevilacqua;

Buzzaccarini-Gonzaga, con il marchese Antonio Buzzaccarini per concessione nel 1706 del duca Ferdinando Carlo;

Calvisani (Calvisano)-Gonzaga, con Giovanni Maria, capitano al servizio di Francesco II Gonzaga e perì nella battaglia di Fornovo;

Candida-Gonzaga, con lo storico Berardo Candida Gonzaga;

Cauzzi-Gonzaga, con Emilia Cauzzi Gonzaga, figlia naturale del V marchese di Mantova Federico II;

Fedeli-Gonzaga, con Marco Fedeli Gonzaga, vescovo di Mantova dal 1574 al 1583;

Filangieri di Candida-Gonzaga, con Antonio Filangieri di Candida Gonzaga (1868-1916), figlio di Berardo Filangieri di Candida Gonzaga, che fu autorizzato con r.d. 15 dicembre 1859 a riassumere l'originario cognome Filangieri e ad aggiungere quello Gonzaga;

Gonzaga-Myszkowski, con Zygmunt Gonzaga Myszkowski, nobile polacco, che venne adottato nel 1597 dal duca Vincenzo Gonzaga;

Guerrieri-Gonzaga, i cui esponenti principali furono Cesare Guerrieri Gonzaga, cardinale, Carlo

Guerrieri Gonzaga, senatore del Regno, e Anselmo Guerrieri Gonzaga, giornalista, patriota e deputato al Parlamento;

Nembrini-Gonzaga, con il conte Carlo Nembrini (1667-1704) che fu consigliere di stato del duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers e il cardinale Cesare Nembrini Gonzaga;

Pico-Gonzaga, con il nobile Giovanni Antonio Pico di Casale che nel 1495 ottenne di affiancare al suo cognome quello dei Gonzaga. Nel 1680 Giovanni Antonio Pico Gonzaga ottenne dal duca di Mantova e di Monferrato Ferdinando Carlo l'elevazione del feudo dove insisteva il castello di Uviglie, a Rosignano Monferrato, in contea;

Valenti-Gonzaga, i cui esponenti principali furono Odoardo Valenti Gonzaga, ambasciatore del duca Carlo II presso la Repubblica di Venezia e cavaliere dell'Ordine del Redentore, Silvio Valenti Gonzaga e Luigi Valenti Gonzaga, entrambi cardinali. Teresa Valenti Gonzaga (1793-1871), sposando il conte Francesco Arrivabene, diede origine alla famiglia Arrivabene Valenti Gonzaga.

Per matrimonio:

Gonzaga-Colonna, con Luigi Gonzaga "Rodomonte", che sposò Isabella Colonna, e il loro figlio Vespasiano, duca di Sabbioneta;

Catalano-Gonzaga, con Andrea Catalano, duca di Cirella e Grisolia, che nel 1666 sposò Diana Gonzaga del ramo cadetto di Novellara;

Colloredo-Gonzaga, con Eleonora Gonzaga (1699-1779), figlia di Ottavio Gonzaga principe di Vescovato che nel 1721 sposò il conte Carlo Ludovico Colloredo;

Gonzaga-Parédes, con Vespasiano Gonzaga, duca di Guastalla, che sposò in Spagna María Inés Manrique de Lara (m. 1679), X contessa di Paredes de Nava;

Grimani-Gonzaga, con Antonio Grimani, nobile veneziano, e Elena Gonzaga, figlia di Ludovico Francesco Gonzaga, quarto marchese di Palazzolo;

Pignatelli-Gonzaga, con Maria Luigia Gonzaga (1726-1773), figlia di Francesco, II duchessa di Solferino, sposò Joaquin Anastasio Pignatelli de Aragon y Moncayo (1724-1776), V marchese di Mora;

Rossi-Gonzaga, con Camilla Gonzaga, figlia di Giovanni Gonzaga, che nel 1523 sposò Pier Maria III de' Rossi, marchese di San Secondo.

Scotti-Gonzaga, con Luigia Gonzaga, figlia di Francesco I di Novellara, che alla fine del 1400 sposò Giovanni Maria Scotti, conte di Vigoleno.

Santi, cardinali e vescovi della famiglia Gonzaga

Al pari di altre importanti famiglie italiane ed europee, anche i Gonzaga annoverarono nella loro casata numerosi ecclesiastici (si calcola uno su cinque), alcuni di rango.
Santo fu Luigi Gonzaga, proclamato da papa Paolo V nel 1605. Il primo cardinale fu Francesco Gonzaga, nominato a soli diciassette anni da papa Pio II. Ercole Gonzaga, cardinale, nel conclave del 25 dicembre 1559 per solo cinque voti non divenne papa (venne eletto Pio IV). Fu inoltre uno dei presidenti del concilio di Trento. Il primo vescovo della casata fu il beato Alberto Gonzaga, nominato nel 1288.

Santi appartenenti alla famiglia Gonzaga:

Luigi Gonzaga, patrono dei giovani, beatificato da Paolo V il 19 ottobre 1605.

Elenco di cardinali appartenenti alla famiglia Gonzaga:

Francesco Gonzaga, nominato da Pio II nel 1461.

Sigismondo Gonzaga, nominato da Giulio II nel 1525.

Ercole Gonzaga, nominato da Clemente VII nel 1527.

Pirro Gonzaga, nominato da Clemente VII nel 1527.

Federico Gonzaga, nominato da Pio IV nel 1563.

Scipione Gonzaga, nominato da Sisto V nel 1587.

Francesco Gonzaga, nominato da Pio IV nel 1561.

Gian Vincenzo Gonzaga, nominato da Gregorio XIII nel 1578.

Ferdinando Gonzaga, nominato da Pio V nel 1607.

Vincenzo II Gonzaga, nominato da Paolo V nel 1616.

Silvio Valenti Gonzaga, nominato da Clemente XII nel 1738.

Luigi Valenti Gonzaga, nominato da Pio VI nel 1776.

Cesare Guerrieri Gonzaga, nominato da Pio VII nel 1819.

Cesare Nembrini Pironi Gonzaga, nominato da Pio VIII nel 1829.

Elenco di vescovi appartenenti alla famiglia Gonzaga:

Beato Alberto Gonzaga, nominato vescovo di Ivrea nel 1288.

Sagramoso Gonzaga, nominato vescovo di Mantova nel 1386.

Ludovico Gonzaga, nominato vescovo di Mantova nel 1483.

Giulio Cesare Gonzaga, patriarca di Alessandria d'Egitto.

Agostino Gonzaga, nominato vescovo di Reggio Calabria nel 1537.

Marco Fedeli Gonzaga, nominato vescovo di Mantova nel 1583.

Marcantonio Gonzaga, nominato vescovo di Casale Monferrato nel 1589.

Francesco Gonzaga, venerabile, nominato vescovo di Cefalù nel 1593, vescovo di Pavia nel 1593, vescovo di Mantova nel 1620.

Ludovico (Luigi) Gonzaga, nominato vescovo di Alba nel 1619.

Alfonso Gonzaga, dei Gonzaga di Novellara, nominato vescovo di Rodi nel 1621.

Francesco Gonzaga, nominato vescovo di Cariati nel 1633 e vescovo di Nola nel 1657.

Ferdinando Tiburzio Gonzaga, nominato vescovo di Mantova nel 1672.

Ascanio Gonzaga, nominato Archimandrito del Santissimo Salvatore di Messina dal 1703 al 1724 e arcivescovo di Colossi.

Le capitali degli stati gonzagheschi

Bagnolo in Piano

Novellara

Guastalla

Luzzara

Pomponesco

Viadana

Sabbioneta

Gazzuolo

Rivarolo Mantovano

San Martino dall'Argine

Bozzolo

Ostiano

Vescovato

Castel Goffredo

Medole

Solferino

Castiglione delle Stiviere

fonte: Wikipedia

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