16/02/15

Cremona


DUOMO E BATTISTERO


ROSONE DEL DUOMO


IL TORRAZZO


PALAZZO COMUNALE


OMOBONO TUCENGHI PATRONO DELLA CITTA'


ANTONIO STRADIVARI

Storia

Origine del toponimo

Il toponimo è di origine incerta, ma sembra preromano, forse gallico (dai Cenomani), legato alla variante prelatina "carm" del termine "carra", cioè sasso, roccia, e dal comune suffisso prelatino -ona. Dal libro di Mario Monteverdi La Storia di Cremona edito nel 1955 dal giornale locale La Provincia, secondo Sicardo un certo Brimonio, troiano, scappò dalla patria distrutta e fondò Brimonia, che col tempo divenne Cremona. Per qualcun altro il fondatore fu il presunto compagno di Paride, Cremone.

Periodo romano

Fu fortificata dai Romani nel 218 a.C. da 6.000 coloni come castrum avanzato in riva al Po, quando i Romani vennero a conoscenza dell'avanzata di Annibale dalla Spagna verso l'Italia.

La leggenda più conosciuta vuole che la città sia stata fondata da Ercole. In realtà fu da sempre un vitale centro dell'area padana durante il periodo repubblicano, con un anfiteatro per giochi ludici, un foro e monumentali bagni termali. Nel 69 d.C. fu assediata e distrutta dalle truppe di Vespasiano e poi riedificata con l'aiuto dello stesso. Per un lungo periodo la città scompare dalle cronache della storia, citata solo in pochi documenti o nominata per la provenienza di qualche personaggio storico. Era sede di porto fluviale e attraversata dalla via Postumia che collegava Aquileia a Genova attraversando il Po nei pressi dell'antico insediamento. La via nel periodo tardo romano perde progressivamente importanza ma la città mantiene il porto fluviale, attestato sino al periodo tardo antico.

Periodo alto medievale

Nel 603 Cremona, baluardo bizantino, fu conquistata dai longobardi che ne smembrarono il territorio forse già in parte conquistato in precedenza. In quest'epoca a Cremona signoreggiarono alcune famiglie longobarde fra cui i Colleoni, i Crotti, i Suardi. La città retta dal vescovo non divenne sede di ducato e anche dopo la conquista carolingia il vescovo conte mantiene ed amplia il suo controllo sulla città e sul contado.

Tra il novecento e il mille la città accresce il suo potere, grazie ad importanti concessioni ai vescovi rettori della città. Tra gli altri si distinguono Liutprando, che fu chiamato alla corte imperiale in Sassonia, pur rimanendo vescovo, e Olderico, che riuscì ad ottenere dall'imperatore Ottone III importanti privilegi per la città.

Furono i vescovi Lamberto e Ubaldo a creare dissidi con la popolazione cremonese per la gestione delle proprietà del Monastero di San Lorenzo. Fu necessaria la mediazione dell'imperatore Corrado II che nel 1037, stabilitosi in città, diede rifugio a papa Benedetto IX, il papa ragazzino.

Periodo medievale

Con l'imperatore Enrico IV la città si rifiutò di pagare gli oppressivi balzelli che l'impero richiedeva e che il vescovo conte imponeva ai cittadini. Nacque così la narrazione del leggendario scontro tra il principe Enrico e Giovanni Baldesio (Zanén de la Bàla) gonfaloniere maggiore della città. Tradizione vuole che Zanén riuscì a disarcionare il principe, risparmiando alla città il pagamento della palla d'oro (la "bàla") di circa tre chili che tutti gli anni la città doveva all'imperatore e che per quell'anno fu donata a Berta, la fidanzata del cavaliere, come dote per il suo matrimonio. A questa leggenda si aggiunge una notizia storica di pochi anni dopo. Lo stemma cittadino ricorda questo episodio, col braccio di Baldesio che sorregge la palla d'oro del tributo, con il motto riportante la frase "la mia forza sta nel braccio" in lingua tardo-latina (fortitudo mea in brachio).

Nel 1093 si formò un'alleanza militare anti imperiale capeggiata da Matilde di Canossa, che aveva numerosi possedimenti a cavallo del Po, cui partecipavano Lodi, Milano, Cremona, Piacenza. Il conflitto si risolse con il giuramento di obbedienza dell'imperatore Enrico IV a papa Urbano II e con la donazione nel 1098 dell'Insula Fulcheria (l'area di Crema) alla città di Cremona che con questo atto si costituì in libero comune, diventando una delle più ricche, potenti e popolose città dell'Italia Settentrionale.

Il comune

A partire dal 1093 il comune lottò con i comuni vicini per ampliare e difendere il proprio territorio. Le guerre furono numerose e spesso vittoriose come nel 1107 per il possesso di Tortona o nel 1111 che segnò la sconfitta nei pressi di Bressanoro. In questo periodo la città ebbe forti divisioni interne fra la parte di città legata ai ghibellini, città vecchia, e quella legata a guelfi, città nuova. Il conflitto giunse al punto di creare due palazzi comunali con l'edificazione del Palazzo Cittanova, ancora esistente.

Con la discesa del Barbarossa la città si alleò all'imperatore che appoggiò Cremona contro la rivolta di Crema, aiutata dai milanesi nelle loro rivendicazioni d'indipendenza. La vittoria e la fedeltà all'impero permise al comune di battere moneta e quindi di creare una zecca (autorizzata da una bolla imperiale).

Nel 1160 Cremona riconquistò Crema e, dando appoggio all'imperatore, diede l'assalto a Milano distruggendola (1162). Alla città fu affidata l'area di Porta Romana in Milano.

È solo nel 1167 che la città si schierò con gli altri comuni italiani contro l'impero, entrando a far parte della Lega Lombarda, che il 29 maggio 1176 sconfisse le truppe imperiali a Legnano. L'unione durò poco e le città tornarono a scontrarsi nel 1213 a Castelleone dove i cremonesi sconfissero una lega milanese composta dai comuni di Lodi, Piacenza, Crema, Novara, Como e l'appoggio dei bresciani. Nel 1232 iniziò il legame tra Cremona e l'imperatore Federico II chiamato in causa in una disputa di potere interno alla città. La nuova alleanza con l'impero portò alla vittoria nella battaglia di Cortenuova contro la Lega Lombarda. Federico II portò spesso la sua corte nella città e l'unico episodio spiacevole fu la sconfitta ad opera dei parmigiani a Vittoria, città creatura di Federico II, che portò alla cattura di più di duemila cremonesi.

Alcuni anni dopo la ritorsione nei confronti dei parmigiani fu molto dura con una sconfitta militare ad opera di Umberto Pallavicino (o Pelavicino) durante la quale sottrassero il carroccio nemico e i pantaloni, che in segno di profondo scherno e derisione rimasero appesi per secoli alle volte del duomo di Cremona.

Periodo delle signorie

Il 1º novembre 1266 Umberto Pallavicino venne cacciato dalla città e con lui cadde il governo ghibellino. Al suo posto prese il potere un altro ghibellino, Buoso da Dovara, che lo cedette al Consorzio di Pace e Fede, che lo gestì sino al 31 dicembre 1270. L'anno seguente fu istituita la figura del Capitano del Popolo che assunse, per parte guelfa, i poteri comunali. Nel 1276 Cremona passò alla signoria del marchese Cavalcabò, che ne diresse le sorti sino al 1305. Il figlio Guglielmo Cavalcabò ne ereditò i poteri sino al 1310.

In questo periodo furono eseguite numerose opere edilizie: la cella campanaria del Torrazzo e la sua ghirlanda ottagonale con cuspide conica, la chiesa romanica di S. Francesco, i transetti della cattedrale e la Loggia dei Militi. Sempre allo stesso periodo datano numerose sistemazioni agrarie tra le quali la realizzazione di canali irrigui nel territorio a vocazione agricola; un esempio per tutti fu la costruzione del Dugale Delmona, databile agli inizi del XIV secolo.

A partire dal 1311 la signoria dei Cavalcabò si alternò con signori esterni alle famiglie cremonesi di partito guelfo. Tra questi vi furono Arrigo VII di Lussemburgo ghibellino, nel 1311, Giberto III da Correggio, nel 1312, e Roberto di Puglia nel 1313. Con la fine della signoria di Giacomo Cavalcabò il 29 novembre 1322 entrò in scena un'altra famiglia lombarda: i Visconti, con Galeazzo I, che influenzeranno la storia della città per centocinquanta anni.

La città fu retta dai Visconti in alternanza con importanti figure politiche del panorama europeo del tempo, come Ludovico il Bavaro, imperatore nel 1327, e Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia nel 1331, sino al 1403. In quell'anno vi fu la riconquista della signoria da parte della famiglia Cavalcabò, che non durò a lungo. Il 25 luglio del 1406 Cabrino Fondulo, capitano delle truppe di Ugolino Cavalcabò, uccise con un inganno i maschi della famiglia Cavalcabò, assumendo la signoria della città. Impossibilitato a gestire il potere si ritirò a Castelleone in cambio di 40.000 fiorini d'oro pagati dalla famiglia Visconti.

Nel 1406 la signoria passò a Filippo Maria Visconti, che la rese ereditaria. Cremona con questo atto entrò nel Ducato di Milano e ne seguì le sorti sino all'unità d'Italia.

Sotto i Visconti prima e gli Sforza poi Cremona ebbe un intenso sviluppo culturale e religioso. Nel 1411 Palazzo Cittanova divenne sede dell'Università dei Mercanti di fustagno. Nel 1441 la città fu scelta per celebrare le nozze tra Francesco I Sforza e Bianca Maria Visconti, il 25 ottobre, nel tempietto eretto dai Benedettini, oggi sostituito dalla chiesa di S. Sigismondo costruita in un periodo di poco successivo. Si racconta che nel banchetto nuziale di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti sia stato servito per la prima volta il torrone, che è ora uno dei prodotti più noti di Cremona; ma non si tratta di verità storica, e neppure di tradizione antica, in quanto è invece una felice trovata pubblicitaria dell'industria dolciaria cremonese del primo Novecento. Anche Ludovico il Moro finanziò importanti opere cittadine per la cattedrale, come il sopralzo del frontone e la realizzazione del porticato denominato la Bertazzola, il battistero, rivestito parzialmente in marmo, il rifacimento della facciata della chiesa di S. Agata e del Palazzo Comunale.

Nel 1446, Cremona fu accerchiata dalle truppe di Francesco Piccinino e di Luigi dal Verme. I Veneziani inviarono in suo soccorso Scaramuccia da Forlì, che riuscì a superare l'assedio, provocando il fallimento dell'impresa dei due condottieri e liberando la città.

Occupazioni straniere

La città di Cremona, dipinto del XVII secolo, Museo Civico "Ala Ponzone", Cremona
Con la guerra tra Ludovico il Moro e la Francia di Luigi XII Cremona passò infatti per un breve periodo sotto la Repubblica di Venezia, dal 1499 al 1509. La vittoria della lega a Agnadello riportò Cremona al Ducato di Milano, retto dai francesi di Luigi XII, l'11 maggio del 1509.

Le alterne vicende che vedono opporsi Spagna, Francia, Repubblica di Venezia e, nella persona di Massimiliano Sforza, Ducato di Milano, hanno termine con il Trattato di Noyon del 1516 che sancisce l'esilio del duca di Milano. La conquista della città ad opera degli spagnoli avvenne nel 1524 con la presa del Castello di Santa Croce. La sconfitta finale francese e l'espulsione delle truppe dal Ducato di Milano viene sancita nel gennaio 1526 dal Trattato di Madrid. Contro gli Asburgo la Repubblica di Venezia, nella Lega di Cognac, mosse allora le proprie truppe, capitanate da Michael Gaismair, alla riconquista di Cremona, il 26 settembre 1526. Ma la sconfitta di Giovanni dalle Bande Nere a Governolo aprì la strada che portò i lanzichenecchi a saccheggiare Roma.
Cremona, pur assopita e rassegnata alle scorribande e ai cambiamenti delle truppe vincitrici non perde l'interesse per l'abbellimento artistico della città. Un esempio ne è la costruzione della loggia realizzata, in stile bramantesco, sul porticato posto in facciata al Duomo (Bertazzola) ad opera di Lorenzo Trotti.

Nel 1546 il ducato passa a Filippo II, re di Spagna e futuro erede del titolo imperiale; inizia per Cremona e la Lombardia in generale un lungo periodo di dominazione che tenderà a sottrarre risorse senza reinvestire nelle opere infrastrutturali e produttive del territorio. Le opere artistiche continueranno ad essere commissionate per gli edifici religiosi e per i palazzi della nuova aristocrazia spagnola e della vecchia aristocrazia cremonese. Nel 1550 Lorenzo Trotti termina la loggia sul lato destro della Cattedrale, nel 1614 è ricostruita la chiesa dei Santi Siro e Sepolcro su disegno di Antonio Gialdini.

Alla fine del Seicento l'incapacità spagnola di gestione del territorio, dopo la carestia (1628) e la peste (1630), unita all'interesse della casata d'Austria per l'Italia settentrionale, portò prima alla conquista francese il 9 febbraio 1701, poi alla conquista austriaca del 10 aprile 1707. La dominazione fu sancita nel 1714 dalla Pace di Utrecht.

Ricorrenze

13 novembre - Sant'Omobono (protettore dei sarti) - Patrono della città

Monumenti e luoghi d'interesse

Piazza del Comune: in primo piano la Loggia dei Militi, a destra il palazzo comunale
Il centro storico di Cremona ha il suo vertice artistico nella medievale Piazza del Comune, spazio urbano assai unitario e suggestivo che può vantare anche alcuni dei maggiori monumenti medievali italiani come:

il Duomo
il Torrazzo
la Loggia dei Militi
il palazzo del Comune
il Battistero

Non solo la piazza ma l'intera città è disseminata di svariate architetture di pregio che sono:

Architetture religiose

la chiesa collegiata insigne e mitrata di Sant'Agata (la più importante chiesa di Cremona dopo la Cattedrale)
la chiesa di San Michele
la chiesa di San Luca
la chiesa di San Sigismondo
la chiesa di Sant'Abbondio
la chiesa di Sant'Agostino che conserva una preziosa tavola del Perugino
la chiesa di San Pietro al Po
la chiesa dei Santi Donnino e Carlo (sconsacrata)
la chiesa di Sant'Omobono
la chiesa di San Gregorio
la chiesa di Sant'Imerio
la chiesa di Sant'Ilario
la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro (maestosa ma pressoché inutilizzata)
la chiesa di Santa Lucia (sempre chiusa)
la chiesa di San Gerolamo
la chiesa delle Sante Margherita e Pelagia (Santa Rita)
la chiesa di San Vincenzo
la chiesa di Santa Maria Maddalena
la chiesa di San Facio (sconsacrata)
la chiesa di San Benedetto (sconsacrata)

Architetture civili

il palazzo Affaitati-Magio-Ugolani-Dati- ex Ospedale "Fatebenefratelli-Ugolani-Dati", meglio conosciuto come palazzo Affaitati, sede del Museo Civico "Ala Ponzone", sito in via Ugolani-Dati
il palazzo Raimondi in corso Garibaldi prestigiosa sede della Facoltà di Musicologia (già Scuola Superiore di Paleografia e Filologia Musicale) dell'Università degli Studi di Pavia
il palazzo Ala-Ponzone
il palazzo Barbò
il palazzo Cavalcabò
il palazzo Ferrari
il palazzo Fodri-poi Monastero delle Monache di Valverde, in corso Matteotti
il palazzo del marchese Maggi edificato da Simone Cantoni
il palazzo Mina Bolzesi
il palazzo Zaccaria-Pallavicino, dove nacque e morì Sant'Antonio Maria Zaccaria
il palazzo Raimondi-Repellini
il palazzo Scinchinelli-Martini
il palazzo Silva-Persichelli
il palazzo Stanga-Rossi di S. Secondo in corso Garibaldi
il palazzo Stanga-Trecco in via Palestro
il palazzo Stanga-Offredi-Ambrosini meglio noto come palazzo Stanga "alle Punte"
il palazzo Vescovile (edificato dal vescovo Omobono Offredi-Ambrosini nel Settecento)
il palazzo Vidoni
il palazzo Soresina-Vidoni in corso Garibaldi
il palazzo Zaccaria già Lodi
il palazzo Trecchi
il Teatro Ponchielli

Architetture militari

le vestigia del castello di Santa Croce

Società

Evoluzione demografica

Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti nel comune sono 9.163, ovvero il 12,7% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:

Romania, 3.679
Albania, 1.352
Marocco, 1.016
Costa d'Avorio, 381
Cina, 314
Tunisia, 308
Serbia, 290
Ucraina, 145
India, 141
Nigeria, 133

Cultura

Nel 2012 l'UNESCO ha inserito l'artigianato tradizionale del violino a Cremona tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.

Musei

Ricco anche il polo culturale cittadino che si avvale di notevoli istituzioni museali come:

Museo della città sottosopra, inaugurato nel 1999 grazie a Mario Lodi
il Museo Civico "Ala Ponzone"
il Museo stradivariano
il Museo della civiltà contadina
il Museo berenziano
la Pinacoteca del museo civico
il Museo di storia naturale
il Museo archeologico
il Museo Del Violino

Media

Il quotidiano principale per diffusione di Cremona è La Provincia. La Cronaca è stata pubblicata dal 1993 al 2012. La Voce di Cremona è stata pubblicata dal 2001 al 2006. Nel 2013 è nato il settimanale "Mondo Padano". Le emittenti televisive di Cremona sono TeleColor, Studio1 e Cremona1 (nata nel 2013). La radio presente è RCN (Radio Cittanova, del centro diocesano).

Cucina

Cremona deve molti ingredienti dei suoi piatti tipici alla presenza del Po, importante via fluviale di traffici e commerci. L'uso delle mandorle, della frutta candita, utilizzata nel cremonesissimo miele di trifoglio, il gusto per l'agrodolce esaltato dalla tipica mostarda sono alcuni dei lasciti degli scambi commerciali che, nel corso dei secoli, caratterizzarono la Bassa, lasciando un segno nella cultura culinaria del Cremonese.

Fra i primi piatti, i marubini sono la preparazione più tipica e vanno serviti in brodo, meglio se composto da tre brodi riuniti (gallina, manzo, salame da pentola).

Il dolce tipico di Cremona è il Torrone, un impasto di albume d'uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole e spesso ricoperto da due ostie. Tipico del cremonese è pure la Sbrizulusa, una torta secca di farina di mais e di grano impastata con strutto, scorza di limone e un cucchiaino di liquore. Altrettanto tipico è il "Pan Cremona", torta morbida di farina di mandorle, ricoperta di cioccolato.

Un ulteriore dolce è la pattona (in dialetto cremonese pàtuna) cioè una torta fatta con la farina di castagne, in italiano detta anche castagnaccio.

Eventi

Feste e fiere

Tradizionalmente, la "Fiera di San Pietro", amatissima dai cremonesi grandi e piccoli, vede l'installarsi di giochi e attrazioni in un'area vicino al fiume Po durante tutto il mese di giugno; la fiera culmina negli altrettanto tradizionali fuochi d'artificio, la sera del 29 giugno, e nell'allestimento di bancarelle lungo viale Po nei tre giorni precedenti. Negli ultimi anni si assiste, nel mese di novembre, a "Cremona la Dolce - Festa del Torrone", kermesse dedicata al torrone in tutte le sue versioni, con cortei storici e manifestazioni varie legate alla rievocazione storica delle nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, celebrate a Cremona il 25 ottobre 1441, occasione nella quale " sarebbe stato - secondo una fortunata trovata pubblicitaria risalente agli anni trenta - " realizzato per la prima volta il torrone, gloria culinaria cittadina insieme alla mostarda. Il Salone Internazionale del Bovino da Latte, fiera campionaria dedicata al mondo dell'allevamento e della zootecnia, attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutta Europa, come pure Mondomusica, in ottobre, esibizione di riferimento mondiale per i liutai e gli appassionati di strumenti antichi.

fonte: Wikipedia

VIOLINO STRADIVARI 1715 SUONATO DA ANTONIO DE LORENZI

UGO TOGNAZZI INTERVISTATO DA ENZO BIAGI

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