23/10/15

il terrore dei terroristi

Non è un segreto che la Russia ha inviato nell’aeroporto internazionale Basil al-Assad di Lataqia (Siria), un distaccamento avanzato composto da 1-2 compagnie della 810° Brigata di Fanteria di Marina, supportata da 7 carri armati T-90MS e 3 obici semoventi 2S23 Nona-SVK. Il trasporto è stato attuato su un convoglio costituito da una nave d’assalto anfibia classe Ropucha scortata da due cacciatorpediniere lanciamissili della Flotta del Mar Nero russa. La missione della Fanteria di Marina russa è proteggere l’aeroporto per permettervi ai russi un possibile dispiegamento di forze e mezzi.

Va ricordato che nell’aeroporto ha anche sede il 618° squadrone di elicotteri dell’esercito siriano, equipaggiato con mezzi russi Mi-14, Ka-25 e Ka-27. Utilizzando l’aereo-cargo Antonov An-124 (da 100 t), i russi hanno già creato una testa di ponte in Iran e Iraq per trasportare le munizioni necessarie alla fanteria.


Quale può essere l’obiettivo dei russi in Siria?

La prima ipotesi è chiara e proviene dalle dichiarazioni dei russi, secondo cui i soldati russi addestrano quelli siriani su nuovi tipi di armi necessarie per neutralizzare il SIIL. Per la Russia si tratta dell’occasione per testare in condizioni di combattimento i nuovi velivoli, come il Su-34, in grado di volare per due ore senza rifornimento, imbarcando un carico di 9000 kg (bombe e missili) e capace di affrontare 10-36 obiettivi per missione. Rileva bersagli terrestri dalle piccole superfici riflettenti ad una distanza di 75-150 km. I sensori di bordo selezionano i bersagli terrestri in base a velocità o radiazione termica, permettendogli di rilevare e colpire con le armi di bordo qualsiasi veicolo, anche nascosto, in movimento o che abbia spento il motore da due ore. Un altro tipo di aereo russo ancora da testare in battaglia è il Su-35.

La seconda ipotesi della presenza russa in Siria è stata diffusa da funzionari degli Stati Uniti. L’uso del territorio e dello spazio aereo della Repubblica araba siriana da parte dell’esercito russo per neutralizzare il SIIL. Perciò, la prima azione sarebbe paracadutare o eliportare due brigate di forze speciali dalla grande mobilità al confine tra Siria e Iraq. Lo scopo della manovra sarebbe frammentare il dispiegamento del SIIL, sigillando il confine per vietare i trasferimenti di truppe del SIIL in Siria. Il secondo passo sarebbe scatenare l’offensiva da parte di una forza aerea russa composta da 20 aerei da ricognizione, con o senza equipaggio, 200 aerei da combattimento e 400 elicotteri d’attacco e trasporto, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la manovrabilità e la potenza del SIIL. 


L’obiettivo può essere raggiunto dagli aerei russi neutralizzando veicoli antiaerei, di supporto, blindati, depositi di carburante e munizioni, e disturbando il comando del SIIL in territorio siriano. Ciò è possibile perché, una volta dispiegati i sistemi missilistici S-300PMU2 e S-400 e i MiG-31 siriani, l’aeronautica russa avrà la supremazia nello spazio aereo siriano. La terza fase sarebbe un’operazione combinata aeroterrestre con un corpo di spedizione composto da 4 brigate, combinando potenza di fuoco, precisione e grande mobilità. 

I russi potrebbero usare, per la prima volta, i nuovi blindati Bumerang, Kurganets-25, T-15 e T-14 Armata, il cui design s’ispira all’operazione Desert Storm del febbraio 1991. Tenendo conto del fatto che ci sarebbero 5000 combattenti del SIIL attivi in Siria, la missione russa dovrebbe essere di breve durata, circa 4-6 giorni e dal successo sicuro all’83-87%. Il vantaggio creato dalla neutralizzazione del SIIL in Siria per la Russia potrebbe generare una richiesta simile dal governo iracheno.

Spetsnaz

I tagliagole ne hanno combinate di tutti i colori, convinti di essere protetti dal combinato disposto anglo-franco-americano da una parte e dal connubio israelo-saudita dall'altra, ma adesso sono chiamati a una pesante resa dei conti e non immaginano nemmeno il guaio che sta per piombare loro addosso: Spetsnaz, ovvero macchine da guerra addestrate a vincere o morire nel tentativo di portare a termine la missione. 

Una resa dei conti che i loro protettori non potranno evitare, come il Primo Ministro israeliano si è sentito bruscamente dire da Putin durante la sua recente visita a Mosca..."le frontiere della Siria, sono le frontiere della Russia..."

Terminato l'addestramento, gli Spetsnaz ricevono il simbolo del lupo: i lupi cacciano in branco, sconfiggendo prede anche molto più grandi di loro e causando il massimo danno possibile. Siamo ben consapevoli di ciò che sono in grado di fare le Forze Speciali occidentali, ma per gli Spetsnaz, il discorso è diverso. Vanno oltre.
“Il terrore dei terroristi” titolano i giornali in Russia. Ed è proprio così perché per loro portare a termine la missione è più importante degli effetti collaterali. Tagliagole dell’Isis e di Al Nusra, foreign fighters e mercenari, stanno per affrontare qualcosa di mai visto in battaglia. Stiamo parlando di un distillato di ferocia associata ad asimmetria purissima, forse nel suo punto più alto e per certi versi più terrificante. E, spiace dirlo, contro simili tagliagole, non potevano essere schierati che uomini del genere. Uomini in grado di... Lo sa Putin, lo sanno i russi e lo sanno anche gli americani che potranno adesso constatare sul campo cosa realmente accadrà in un confronto tra Forze Speciali russe e occidentali.
Checchè ne pensino i buonisti di casa nostra, noi siamo in guerra contro lo Stato islamico. In guerra. E a poche migliaia di chilometri da qui si stanno compiendo delle barbarie inaudite in nome di interessi inconfessabili occidentali e sauditi, mascherati in loco da una perversa interpretazione della religione. Una perversa strategia del caos che sta riversando centinaia di migliaia di profughi in Europa. Dopo mesi di oscene manfrine, di una guerra aerea dichiarata ma non attuata e di un rincorrersi di proclami, le potenze occidentali che credevano di essere padrone della situazione, si trovano invece ad assistere impotenti alla discesa dei russi sul campo di battaglia.

Adesso, mentre la 810^ Brigata di Fanteria di marina punta su Aleppo, scatena le sue Forze Speciali in eliminazioni mirate e in un'opera di devastazione delle retrovie del califfato. Nei prossimi giorni, andrà sempre peggio per terroristi, mercenari e loro sciagurati sponsor.

Che il loro Dio possa avere pietà, perché gli Spetznaz non ne avranno.



La Russia perseguirà l’impegno a neutralizzare il SIIL? 

Una vittoria lampo della Russia la trasformerebbe in una notte nella potenza formidabile che libera Siria, Iraq, Giordania, Libano ed Egitto. Questi Paesi si unirebbero incondizionatamente al più forte alleato della Russia nella regione, l’Iran. Allo stesso tempo, l’equilibrio di potere in Medio Oriente cambierebbe a scapito degli Stati Uniti, spingendo Israele, Arabia Saudita e altri califfi feudali del Golfo a temere le conseguenze della loro condotta nella destabilizzazione del Medio Oriente. D’altra parte, la Cina ora si arma attivamente costruendo strutture militari nel Mar della Cina meridionale, mostrando segni d’insofferenza per l’accaparramento statunitense del mercato del Sud-Est asiatico (con il 60% della popolazione mondiale). In Ucraina, il piano degli Stati Uniti di rafforzare il fianco orientale della NATO sarà rinviato. Inoltre, l’Unione europea è profondamente divisa dalla crisi causata dall’ondata di profughi, e ancora non trova una soluzione. 

Pertanto dovrà accettare il piano di stabilizzazione russo della Siria per impedire l’afflusso di rifugiati in Europa. Il territorio della Russia, in contrasto con gli Stati Uniti, è sul continente europeo e asiatico consentendo maggiore velocità di manovra alle forze da dispiegare. Washington è consapevole di non poter affrontare contemporaneamente tre fronti: Europa, Medio Oriente e Sud-Est asiatico. Ecco perché gli statunitensi sono estremamente cauti, cercando di evitare il conflitto con la Russia in Medio Oriente. Tuttavia, la Russia non ha intenzione di espellere permanentemente gli Stati Uniti dal Medio Oriente, cosa che può fare.

L’obiettivo tattico della Russia è distruggere il SIIL in Siria e Iraq prima di essere riutilizzato dai suoi mandanti. L’obiettivo strategico è poter utilizzare l’influenza creata dalla neutralizzazione del SIIL costringendo gli Stati Uniti a cambiare atteggiamento verso la Russia. Putin è pronto a scommetterci molto e si prepara ad avere la merce di scambio. L’accordo che ha in mente è abolire le sanzioni economiche alla Russia, l’Ucraina di nuovo nella sfera d’influenza russa e togliere gli scudi antibalistici USA in Polonia e Romania. Scudi balistici e missili da crociera Tomahawk che, per la Russia, sono diretti contro Mosca


fonte: freeondarevolution.blogspot.it

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