23/08/15
Civita di Bagnoregio
VEDUTA
VALLE DEI CALANCHI
ALTRA VEDUTA
Civita è una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio, facente parte dei borghi più belli d'Italia, famosa per essere denominata "La città che muore".
Geografia fisica e antropica
Abitata da una decina di persone e situata in posizione isolata, è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi, ma recentemente il comune di Bagnoregio, venendo incontro alle esigenze di chi vive o lavora in questo luogo, ha emesso una circolare in cui dichiara che, in determinati orari, residenti e persone autorizzate possono attraversare il ponte a bordo di cicli e motocicli. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora oggi, rischiando di far scomparire la frazione, per questo chiamata anche "la città che muore" o, più raramente, "il paese che muore".
La valle dei Calanchi
La valle dei calanchi è situata tra il lago di Bolsena ad ovest e la valle del Tevere ad est, nel comune di Bagnoregio. È costituita da due valli principali: il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro. In origine questi luoghi dovevano essere più dolci e accessibili ed erano attraversati da un’antica strada che collegava la valle del Tevere al Lago di Bolsena.
Territorio
La morfologia di quest’area è stata provocata dall’erosione e dalle frane. Il territorio è costituito da due formazioni distinte per cronologia e tipo. Quella più antica è quella argillosa, di origine marina e costituisce lo strato di base, particolarmente soggetto all’erosione. Gli strati superiori sono invece formati da materiale tufaceo e lavico. La veloce erosione è dovuta all’opera dei torrenti, agli agenti atmosferici, ma anche al disboscamento.
Flora
La superficie del territorio di Civita di Bagnoregio non è molto estesa, ma abbastanza eterogenea. La vegetazione dei calanchi, a causa della loro natura argillosa, è limitata a poche specie, disposte in piccoli e radi gruppi. Anche in primavera, quando la flora è al massimo rigoglio, il terreno rimane per buona parte scoperto. Nella fascia più bassa dei calanchi si trova una zona cespugliosa, costituita da rovi, canne, ginestre, qualche arbusto di olmo e, talvolta, rosa canina. All’interno della valle la vegetazione è costituita da piante arboree, da arbusti e da erbe palustri. La vegetazione delle rupi tufacee dello sperone roccioso sul quale si erge Civita, risulta limitata a poche specie con copertura esigua.
Fauna
La fauna di questa zona è quella tipica delle aree collinari dell’Alto Lazio. Negli ambienti boschivi, costituiti soprattutto da macchie di bosco ceduo, tra le principali specie di mammiferi risultano il riccio tra gli insettivori, l’istrice tra i roditori, la volpe, la donnola, il tasso, la faina e il cinghiale tra i carnivori. Inoltre presenti la tortora e l’upupa, entrambi estivi. Da segnalare la gremita comunità felina che vive all'interno delle mura della città. Non si tratta di gatti selvatici, ma di gatti domestici randagi, la cui presenza va certamente collegata all'ambiente antropico abbandonato.
Storia
Civita venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi. Sorge su una delle più antiche vie d'Italia, congiungente il Tevere (allora grande via di navigazione dell'Italia Centrale) e il lago di Bolsena.
All'antico abitato di Civita si accedeva mediante cinque porte, mentre oggi la porta detta di Santa Maria o della Cava, costituisce l'unico accesso al paese. La struttura urbanistica dell'intero abitato è di origine etrusca, costituita da cardi e decumani secondo l'uso etrusco e poi romano, mentre l'intero rivestimento architettonico risulta medioevale e rinascimentale. Numerose sono le testimonianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona detta di San Francesco vecchio; infatti nella rupe sottostante il belvedere di San Francesco vecchio è stata ritrovata una piccola necropoli etrusca. Anche la grotta di San Bonaventura, nella quale si dice che San Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne poi San Bonaventura, è in realtà una tomba a camera etrusca. Gli etruschi fecero di Civita (di cui non conosciamo l’antico nome) una fiorente città, favorita dalla posizione strategica per il commercio, grazie alla vicinanza con le più importanti vie di comunicazione del tempo.
Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze: di particolare suggestione è il cosiddetto “Bucaione”, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato, e che permette l’accesso, direttamente dal paese, alla Valle dei Calanchi. In passato erano inoltre visibili molte tombe a camera, scavate alla base della rupe di Civita e delle altre pareti di tufo limitrofe che purtroppo furono in gran parte fagocitate, nei secoli, dalle innumerevoli frane. Del resto, già gli stessi Etruschi dovettero far fronte ai problemi di sismicità e di instabilità dell’area, che nel 280 a.C. si concretarono in scosse telluriche e smottamenti. All’arrivo dei romani, nel 265 a.C., furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti avviate dagli etruschi.
Antiche opere di Etruschi e Romani per arginare l'erosione
Come detto sopra, il problema dell'erosione era già all'epoca degli Etruschi molto importante. Quindi misero in atto alcune opere che avevano il preciso scopo di proteggere Civita dai terremoti e dagli smottamenti, arginando fiumi e costruendo canali di scolo per il corretto deflusso delle acque piovane. I romani ripresero le opere dei loro predecessori, ma dopo di loro queste furono trascurate ed il territorio ebbe un rapido degrado che portò, infine, all'abbandono della Civita.
Monumenti e luoghi di interesse
All'interno del borgo rimangono varie case medievali, la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e dove al suo interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo, il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, la casa natale di San Bonaventura e la porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei Monaldeschi.
Nel 2005 i calanchi di Civita di Bagnoregio sono stati proposti come sito di interesse comunitario.
Cultura
Il giorno del venerdì santo avviene il più sentito appuntamento della cittadina di Civita, quando all'interno della Chiesa di San Donato, durante una commovente cerimonia, viene deposto il S.S. Crocifisso il quale viene adagiato su una bara per trasportarlo all'interno della secolare Processione del Venerdì Santo di Bagnoregio. La leggenda vuole che durante un'epidemia di peste che nel 1499 riguardò tutto il territorio intorno a Bagnoregio, il Crocifisso abbia parlato ad una Pia donna, la quale si recava ogni giorno al cospetto della venerata Immagine chiedendo con le sue preghiere che avesse fine lo strazio. Un giorno, mentre la donna pregava "il Cristo", udì una voce, che la rassicurava e la avvertiva che il Signore aveva esaudito le sue preghiere e che la pestilenza avrebbe a breve avuto fine, come puntualmente avvenne dopo qualche giorno contemporaneamente alla morte della Pia donna.
Eventi
Nel periodo natalizio vi si tiene un presepe vivente. Le vicende di Maria e Giuseppe sono ambientate nelle vie medievali.
La prima domenica di giugno e la seconda di settembre viene allestito nella piazza principale il secolare Palio della Tonna ("tonda" nel dialetto locale), in cui le contrade di Civita si sfidano a dorso di un asino, sostenuti dal tifo degli abitanti.
La prima domenica di giugno la prima festa patronale di Maria SS. Liberatrice.
L'ultima settimana di luglio e la prima di agosto si tiene il Tuscia in Jazz Festival con concerti, seminari e jam session. I migliori nomi del jazz mondiale si ritrovano insieme a centinaia di studenti provenienti da tutto il mondo nella splendida cornice di Civita di Bagnoregio ogni primo sabato di agosto per la Notte in Jazz unica notte in bianco dedicata al jazz in Italia.
La seconda domenica di settembre la seconda festa patronale del SS. Crocifisso
Economia e turismo
Il vecchio paese è iscritto all'associazione de I borghi più belli d'Italia. Per la sua posizione geografica suggestiva e il suo impianto medievale è ogni anno meta di numerosi turisti ed è stata diverse volte utilizzata come set cinematografico. Da Giugno 2013 l'accesso al Borgo di Civita di Bagnoregio costa €1,50.
Nella televisione e nel cinema
Maria e Tony i protagonisti della soap brasiliana Terra Nostra 2 (trasmessa in Italia nel 2002-2003) e molti altri personaggi della telenovela sono originari di Civita di Bagnoregio. La cittadina ha ospitato le riprese iniziali dello sceneggiato con la partecipazione straordinaria di Massimo Ciavarro.
Per I due colonnelli (1962), regia di Steno con Totò protagonista, come luogo del film si scelse Civita di Bagnoregio.
Ennio Flaiano cita "Civitella di Bagnoregio" nella rubrica giornalistica Diario notturno (1956), pubblicata sulla rivista "Il Mondo" e raccolta in volume da Bompiani, 1956.
È qui ambientato anche il quarto episodio (Il prete) del film Contestazione Generale del 1971 con Alberto Sordi.
fonte: Wikipedia
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