Obbligo di vaccinazioni antipolio, antidifterite, antitetanica e antiepatite B in Emilia Romagna
L’Emilia Romagna ha da oggi una nuova legge regionale che riforma i servizi educativi per la prima infanzia, dall’Assemblea legislativa con 27 voti favorevoli (Pd), 5 no (M5s) e 10 astenuti (Sel, Ln, Fdi, Fi). In particolare l’articolo 6, quello che introduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni antipolio, antidifterite, antitetanica e antiepatite B come requisito d’accessoper i bambini a quegli stessi servizi, pubblici e privati, è tato votato daPd, Sel, Fdi, Fi; contrario il M5s, astenuta la Ln.
Contrariamente a quanto affermato dagli esponenti della giunta regionale, questo provvedimento non ha nulla a che fare con la tutela della salute pubblica e dei bimbi più deboli, né è fondamentale per la prevenzione. È un provvedimento inutile e demagogico, che serve solo a mostrare i muscoli di una amministrazione sorda alle istanze della cittadinanza e prona verso logiche di prevenzione anacronistiche che si basano sull’equazione indimostrabile vaccinazione=immunizzazione, che servono solo a ricattare i genitori obiettori negando un diritto e un servizio fondamentale, un atto di pura violenza contro la famiglia.
Ci chiediamo semplicemente come l’Assessore Venturi e il Presidente Bonaccini intendono tutelare la salute dei bambini più deboli al di fuori dei nidi: si facciano questa domanda e ci diano una risposta credibile.
La vaccinazione è un atto medico importante che comporta rischi documentati da reazioni avverse certificate da organi istituzionali: l’ultimo Rapporto di sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia riguarda il 2013 [1].
In quel rapporto furono dichiarate 3.727 reazioni avverse, che in realtà – semplicemente rendendo omogeneo il tasso di segnalazione al livello del Veneto – dovevano essere almeno 15.000. Rispetto all’anno precedente, l’indagine rivelava un forte aumento della segnalazione nella fascia di età da 1 mese a meno di due anni (dal 34% al 63%). Nel rapporto OSMED 2015 [2], per la stessa fascia di età si è passati da 2.341 (2013) a 6.273 segnalazioni (quasi l’80% del totale), quindi con un incremento del 168% (2.68 volte). Gli alunni con disabilità nel sistema scolastico italiano erano nel 2013 complessivamente 222.917, pari al 2,5% dell’intera popolazione.
Si presume che nel 2015 questo numero abbia raggiunto le 250.000 unità [3]. Con questi numeri, a tutte le persone di buon senso, appare chiaro che qualsiasi provvedimento o misura di carattere pubblico si debba prendere in campo vaccinale, questa non può prescindere da una adeguata valutazione del rischio, sulla base di una altrettanto adeguata analisi del contesto. Tutto questo viene semplicemente IGNORATO da questa amministrazione.
Ribadiamo che questo provvedimento contrasta in modo evidente con la legge regionale DGR 256 del 13 marzo 2009, “Indicazioni alle Aziende sanitarie per promuovere la qualità delle vaccinazioni in Emilia-Romagna” e con il DPR 355/1999 (Regolamento recante modificazioni al DPR 1518/67 in materia di vaccinazioni obbligatorie, normativa nazionale). Va in direzione diametralmente opposta alla Convenzione di Oviedo (Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina – Convenzione di Oviedo – Consiglio d’Europa, 1996) a cui il nostro paese ha aderito pienamente.
COMILVA utilizzerà ogni forma possibile di opposizione civile e giudiziaria verso questa deriva autoritaria, pericolosamente inutile, irrispettosa e lesiva delle libertà fondamentali e dei diritti della famiglia.
Direttivo Associazione COMILVA ONLUS
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fonte: https://wwwblogdicristian.blogspot.it
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