22/05/15

Usa: come i ricchi si arricchiscono sempre di più

Usa: come i ricchi si arricchiscono sempre di più

Il nuovo “Modello D’Affari” del capitalismo del 21mo secolo


Dal momento della fine ufficiale dell’ultima recessione economica nel giugno 2009 l’1% più ricco delle famiglie negli USA si’ e’ impossessato del 91% del totale della ricchezza prodotta, secondo alcuni studi fatti da università USA e basati su dati relativi alle tasse pagate sulle entrate. Nello stesso tempo le entrate delle famiglie medie reali sono diminuite in maniera sostanziale dell’1-2% all’anno dal 2009- e questo solo per quanto riguarda il livello medio delle entrate. Per coloro che si trovano al di sotto della media, il declino delle entrate reali e’ stato molto maggiore. Si parla di 100 milioni di famiglie di “lavoratori” della produzione e delle attività “non-supervisioni” negli USA che devono sopravvivere con salari stagnanti o che sono diminuiti negli ultimi sei anni.
Com’é potuta accadere questa disuguaglianza cosi’ estrema? Perché i salari sono rimasti stagnanti durante la cosiddetta rinascita economica dal 2009, mentre l’1% più ricco riusciva ad appropriarsi di praticamente tutta la nuova ricchezza che ne derivava?
Il tutto comincia con i profitti. La compressione dei salari ha dato la possibilità alle corporazioni di raggiungere margini di profitto record, a livello storico- per esempio i profitti che vengono dai derivati, non dalle vendite di beni reali e servizi, ma dallo snellimento delle operazioni, dai tagli dei costi di produzione, il che significa principalmente la riduzione dei costi del lavoro.
I Profitti Sono Cresciuti di % Trilioni di Dollari in 5 Anni
Delle stime ufficiali del governo USA riguardo i profitti delle corporazioni USA ammontano a 1,3 trilioni di dollari nel 2008, che sono aumentati a 2,4 trilioni di dollari nel 2014. Nel corso dei sei anni seguenti al 2009, cumulativamente questo viene a costituire una somma di 3,7 trilioni di dollari sopra e oltre la somma di 1,3 trilioni del 2008. Ma non e’ tutto. Questi sono solo i profitti delle vendite di beni e servizi. Nei 3,7 trilioni di profitti non sono inclusi i profitti delle corporazioni che speculano sugli assetti finanziari e sulle “securities”; il che equivale a un altro quarto dei profitti totali delle corporazioni. Questi sono i profitti che derivano dalla compravendita di azioni, buoni del tesoro, obbligazioni, derivati, valuta, proprietà immobiliari e cosi’ via. Dato che parliamo di un quarto del totale, questo ammonta a un altro trilione di dollari.
Quindi le corporazioni USA hanno aggiunto altri 5 trilioni di profitti extra dal 2009, con piu’ o meno un paio di centinaia di milioni di dollari qui e la’. La domanda importante e’: dove sono andati a finire questi 5 trilioni di dollari?.
3,8 Trilioni di Dollari Per Ricomprare Azioni e Dividendi
La maggior parte dei 5 trilioni- 3,8 trilioni di dollari- e’ andata a finire nelle tasche dei ricchi azionisti delle corporazioni, distribuiti sotto forma di riacquisizione di azioni e guadagni e dividendi record dal 2008. Mentre le corporazioni facevano man bassa dei profitti record- derivanti dalle diminuzioni dei salari e dalle speculazioni sulle securities finanziarie- i loro ricchissimi “proprietari” ricevevano distribuzioni record dei guadagni delle corporazioni sotto forma di riacquisizioni di azioni e pagamenti di dividendi. Questo e’ il modo in cui i ricchi diventano sempre più ricchi negli USA. Le loro corporazioni sono solo dei “nastri trasportatori”: ricomprare le azioni e ricevere i pagamenti dei dividendi sono le “forme di guadagno”.
Diamo un’occhiata a qualche fatto interamente riguardante le riacquisizioni azionarie e i guadagni da dividendi nel passato recente. Si noti bene che i numeri riguardano solo le 500 corporazioni piu’ grandi degli USA. Il totale sarebbe molto più grande se tutte le riacquisizioni azionarie e i dividendi venissero inclusi. Nel 2009 le 500 corporazioni più grandi secondo Standard & Poor distribuirono azioni di “solo 137 miliardi di dollari” agli azionisti. I guadagni da dividendi furono altri 195 miliardi di dollari. Quindi, nel 2008 furono pagati 332 miliardi di dollari agli azionisti, in quello che, generalmente viene considerato l’anno peggiore della recessione recente del 2007-2009. Ammazza che tempi duri per gli azionisti! Solo 332 miliardi di dollari mentre 27 milioni di lavoratori rimasero senza lavoro e videro il loro salario diminuito nei cinque anni successivi e 14 milioni di famiglie che persero la loro casa.
Ma gli anni dopo il 2008 sono andati anche meglio per gli azionisti e per l’1% di ultra ricchi, infatti molto, molto meglio: raggiungendo sempre nuove vette dal 2009 ; entro il 2014 le riacquisizioni azionarie delle corporazioni aumentarono a 553 miliardi e i guadagni da dividendi aggiunsero altri 350 miliardi. Siamo quindi a 903 miliardi di dollari nel solo 2014, o tre volte il livello di riacquisizione e dividendi del 2008. E nei cinque anni dal 2009, si tratta di un totale di 3,8 trilioni di dollari di riacquisizioni e dividendi. La distribuzione di quei 3,8 trilioni di dollari lascia solo 1,2 trilioni non distribuiti- che, coincidentalmente, e’ appena cio’ che rimane sui bilanci delle corporazioni delle 500 corporazioni più grandi in denaro liquido messo da parte alla fine del 2014.
Le previsioni per quest’anno, il 2015, includono un altro aumento del 16% in riacquisizioni e un altro 14% di dividendi. Si tratta di più di un trilione di dollari che sara’ distribuito nel 2015- 604 miliardi in riacquisizioni e altri 400 miliardi in dividendi.
Allo stesso tempo gli economisti tentano di convincerci che l’enorme disuguaglianza economica negli USA di oggi e’ il risultato della mancanza di lavoratori istruiti  o semplicemente che i lavoratori non sono più produttivi. Le vittime della disuguaglianza della ricchezza diventano cosi’ la causa, nella logica perversa dei professoroni. O perlomeno di quelli conservatori. La varieta’ più liberale della tribù professorale dice che la disuguaglianza economica deriva dagli eccessi di compenso pagati ai CEO e dal sistema delle imposte che ha prodotto la disuguaglianza. Ne’ i liberali ne’ i conservatori dicono niente della disuguaglianza della ricchezza che deriva da eccessi della speculazione finanziaria e da sei anni di riduzione dei salari, i cui profitti vengono eventualmente distribuiti sotto forma di trilioni di dollari di riacquisizioni di azioni e di spartimento dei dividendi.
Il Nuovo “Modello D’Affari” del Capitalismo del 21mo secolo
Il capitalismo globale si sta muovendo verso un nuovo modello operativo che crea ancor piu’ profitti di quanto abbia fatto finora. Ciò che lo sta rimpiazzando velocemente e’ un modello centrato sugli investimenti su assetti finanziari e sulle speculazioni, facendo aumentare artificialmente i valori degli assetti finanziari quali le azioni, i buoni del tesoro, i derivati, i beni immobiliari e cosi’ via.
Nel mondo globale del dopo 2000, invece di investire in cose reali, quali gli assetti reali, le costruzioni immobiliari, macchinari ecc… che servono a produrre beni reali e servizi, il nuovo modello delle corporazioni spreme profitti dai salari e ci aggiunge altri profitti speculando sulle securities finanziarie. Creare profitti che derivano dai tagli dei costi o quelli derivanti dall’aumento artificioso dei prezzi degli assetti finanziari rivenduti con guadagno, o qualche combinazione di tutti e due. Questo e’ il nuovo modello. Non e’ più necessario preoccuparsi di fare delle cose che richiedono investimenti e la creazione di posti di lavoro che pagano decentemente e che distribuiscono salari per comprare le merci.
Bisogna creare profitti facendo salire i prezzi degli assetti finanziari. Ricomprarsi le azioni e spartirsi i dividendi. Questi processi fanno aumentare i prezzi delle azioni ancora di più. (Negli USA il mercato azionario e’ triplicato in valore dal 2009). Allora sia gli azionisti che le corporazioni diventano sempre più ricchi. Il modello può essere completato inserendoci un governo scelto apposta da queste stesse corporazioni  e con politici “comprati e pagati” che riducono le tasse sui dividendi derivanti da “capital gains”, da vendite di azioni,  al 15%, come negli USA. In questo modo gli azionisti possono tenersi la gran parte dei “capital gains” da usare per ricomprare ancora altre azioni e ottenere altri dividendi.

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Il loro motto e’: “Chi se ne frega di come i profitti vengono generati, l’importante e’ che vengano generati sempre più velocemente e sempre più di prima. Quindi, dacci più aumenti dei prezzi delle azioni, più riacquisti azionari e pù dividendi. Chi se ne frega delle bolle delle azioni e delle obbligazioni. Noi possiamo uscirne prima che la bolla scoppi di nuovo”- o almeno cosi’ la pensano, ogni volta di più, fino alla prossima catastrofe finanziaria dei valori delle azioni e delle obbligazioni. 


Per la traduzione completa dell'articolo di Jack Rasmus si ringrazia e si rimanda a Z Net Italy

fonte: alfredodecclesia.blogspot.it

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