21/05/20

paradigmi sanitari e crimini contro l'umanità

Ogni grande crisi, ogni grande emergenza può creare dei pericolosi cortocircuiti nelle democrazie.
La paura può diventare psicosi di massa e dare ai governi un alibi per poter sospendere le libertà costituzionali e i diritti fondamentali dell’essere umano. Ma in base a cosa è possibile tracciare il confine di tali sospensioni? 
Sono realmente lecite?

Schiller scriveva: “Essere libero e determinarsi da sé… è la stessa cosa” (F. Schiller, Kallias, o della bellezza, Mursia, pag. 67.) Quindi un vero stato di diritto è quello che permette all’individuo di determinarsi da sé, dove la sfera della libertà è qualcosa di inviolabile. Ma l’emergenza sanitaria mette in crisi questa visione, poiché va ad intaccare con la paura la psiche individuale, psiche in ostaggio, pronta a sacrificarsi temporaneamente per il bene proprio e altrui.
Ma cosa accade se tale emergenza solleva dei dubbi?

Se non tutti gli scienziati sono in linea con la stessa narrazione? 
Può un governo decidere a priori, senza un reale confronto popolare e culturale, la verità sanitaria e utilizzare la censura? Con il Coronavirus queste problematiche appaiono con forza. Ogni paese nel mondo sta rispondendo in maniera differente, alcuni sono per un approccio più soft, come la Svezia, altri cadono nell’autoritarismo, come in Ungheria.

In Italia la situazione è sospesa in un limbo di ambiguità e incompetenze… La censura è in atto, poiché il governo promuove un vero e proprio attacco a coloro che dissentono e che propongono una lettura diversa dell’emergenza. I mezzi di comunicazione nazionali seguono la linea del terrorismo psicologico, quando dovrebbero rassicurare… Ma tale scelta è al servizio di un governo che da mesi sforna decreti sulla cui incostituzionalità molti giuristi hanno manifestato una aperta denuncia. La rete non poteva che reagire, e mentre certi filosofi prezzolati ironizzano sui complottisti, il disagio cresce, aumentano i suicidi e il futuro economico del paese appare sempre più devastante. Può una sana democrazia innescare simili tensioni? In realtà questa emergenza ci mostra la reale maturità culturale e giuridica delle nazioni.

L’Italia è del tutto immatura… e tale immaturità ha le sue radici nella storia, in secoli di schiavitù, e nell’ombra del fascismo, ombra che non è mai stata superata. Per questo occorre vigilare sugli Stati, come afferma Michelle Bachelet delle Nazioni Unite, che ci mette in guardia sulla possibilità che tali misure eccezionali diventino poi una ‘catastrofe’ per i diritti umani. Non a caso in Francia è stata istituita la Commission Nationale Consultative des Droits de l’Homme. In Italia invece si preferisce trattare il popolo come se fosse un criminale agli arresti domiciliari. Molti accettano passivamente e attendono; altri si ribellano e cercano mezzi legali per manifestare il proprio dissenso. 

L’emergenza sanitaria può realmente diventare uno strumento totalitario se mancano la maturità politica e spirituale. Forse bisognerebbe riflettere su quale paradigma scientifico-sanitario ha portato il mondo a questa crisi.
Come ha scritto un medico: “Se i medici usassero dei metodi veramente scientifici nel trattamento dei loro pazienti, allora dovrebbero usare i metodi che offrono le migliori probabilità di guarigione, e dovrebbero anche usare dei metodi scientifici per confrontare l’efficacia dei metodi convenzionali con l’efficacia di quelli non convenzionali (come la dieta, per esempio). Ma i medici non lo fanno.” (V. Coleman, Come impedire al vostro medico di nuocervi, Macroedizioni, pp. 16-17.). Ma ciò accade perché esiste un paradigma ideologico dominante ben preciso che affonda le sue radici nel dogmatismo scientista dell’800. E la maggior parte delle persone crede che tale dogma sia ‘la scienza’. Ma la scienza è ben altro, è ricerca continua e critica, è apertura totale e verifica.

Ma in un mondo dove dominano gli interessi delle Multinazionali farmaceutiche cosa potevamo aspettarci? Dialogo e serio confronto con altri metodi efficaci da millenni? No, ovviamente; anzi, la medicina naturale, l’omeopatia, l’ayurveda, vengono sistematicamente screditate con la peggior propaganda. Ecco che l’emergenza sanitaria mostra l’emergenza dei paradigmi. Seguire metodologie univoche e spesso dannose oppure interrogarsi realmente su cos’è l’essere umano, nella sua complessità fisica, mentale e soprattutto spirituale? La scelta appartiene ancora alle persone e non agli Stati.

Il paradigma sanitario dominante non è etico, poiché infrange la massima espressa da Kant: “Che l’uomo sia fine in se stesso, cioè che non possa mai essere adoperato da qualcuno (neppure da Dio) esclusivamente come mezzo, senza essere al tempo stesso anche fine.” (I. Kant, Critica della Ragion Pratica, Rusconi, pag. 265.). E le industrie farmaceutiche non hanno come fine l’essere umano ma il guadagno. Quindi si trovano già a priori in una dimensione non etica. Mentre in una vera civiltà etica l’essere umano dovrebbe poter “concordare con ciò a cui si deve sottomettere” (Ibidem). Ma questo non è possibile in uno scenario come quello attuale. 

Quindi il vero problema non è il virus (che richiede anni di studi e di confronti) ma il rispetto della libertà; libertà costituzionale, libertà culturale e libertà di scelta e di critica. Concludo con le straordinarie parole di Schiller: “Il potere dei tiranni ha pure un limite. Quando l’oppresso non trova giustizia, quando il peso diventa intollerabile, stende le braccia fiducioso al cielo e di lassù fa scendere i diritti suoi, sacrosanti, che stanno là da sempre, inalienabili e infrangibili come gli astri stessi” (F. Schiller, Guglielmo Tell, atto secondo, scena seconda, Fabbri editori, pag. 192.). Questi diritti inalienabili vanno difesi dagli abusi di qualsiasi emergenza, onde evitare futuri crimini contro l’umanità.

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fonte: VOCI DALLA STRADA

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