Galgano nasce nel 1148. [1]
Siamo a conoscenza del nome della madre, Dionisia, mentre per quello del padre vi sono forti dubbi.
In una biografia datata XIV secolo appare per la prima volta il nome di Guido o Guidotto.
In una biografia datata XIV secolo appare per la prima volta il nome di Guido o Guidotto.
In ragione del nome del padre, a Galgano fu attribuito il cognome di Guidotti.
Del periodo iniziale della vita del santo non si hanno fonti.
Del periodo iniziale della vita del santo non si hanno fonti.
Lo ritroviamo cavaliere, come costume dell’epoca per i figli a lungo desiderati e di buona famiglia.
La sua famiglia rappresentava il braccio armato del vescovo di Volterra per la tutela dell’ordine pubblico ed il controllo della zona di Chiusdino, paese, che si ritiene, natale di Galgano.
Il giovane cavaliere era superbo.
Prepotente.
Dissoluto.
Non disdegnò la lussuria sfrenata.
La sua vita stava per cambiare…. Radicalmente!
Si sarebbe trasformato da cavaliere scanzonato e violento a Cavaliere di Dio!
Il cambiamento dove avvenire grazie l’intervento divino.
Doveva "apparire" l’angelo con la spada!
L’Arcangelo Michele!
Cavaliere terreno, Difensore di Dio!
Galgano fu visitato due volte, in sogno, dall'angelo del Signore.
Durante la prima visione l’Arcangelo convinse il cavaliere ad arruolarsi nelle Milizie Celesti, le truppe di Dio, i difensori della fede!
Nella seconda, l’angelo con la Spada, guidò Galgano al cospetto della Madonna e dei dodici apostoli.
La madre si oppose al volere divino.
Galgano doveva sposarsi con una ragazza di un paese della Maremma.
Il cavaliere, ancora terreno, decise di recarsi al cospetto della giovane.
Era la vigilia di Natale.
Il misticismo pervade Galgano.
Il cavallo, fedele compagno dell’uomo, si arrestò senza preavviso. Non avanzò, seppure spronato dal cavaliere. Galgano decise di trascorrere la notte in una vicina Pieve sperando nella bontà del cavallo il giorno seguente.
L’indomani il cavallo si arrestò nel medesimo luogo. Finalmente il cavaliere comprese. Pregò devotamente Dio di condurlo nel luogo in cui avrebbe trovato la pace spirituale. Il cavallo, senza briglie, condusse Galgano al colle di Monte Siepi, luogo nel quale l’arcangelo Michele lo aveva condotto in sogno alla presenza della Madonna e dei dodici apostoli.
Il primo pensiero? Costruire una croce.
Legna non vi era.
Decise per la spada!
La conficcò nel terreno!
Galgano supera il concetto di “militia saeculi”, la trascende.
Si trasforma, finalmente, in cavaliere di Dio!
Combattente della Milizia Celeste.
Il misticismo pervade nuovamente l’uomo.
Una voce lo convince a fermarsi in quel luogo, Monte Siepi, sino alla fine dei suoi giorni.
Si trasforma in eremita.
Il mantello diviene un saio.
Si ciba delle erbe selvatiche e dorme sulla nuda terra.
Altri seguono l’esempio.
Tanti da formare una nuova comunità di monaci.
Il Papa chiama, ma forse Galgano ha bisogno di lui, difficile dirlo.
Si reca in visita da Alessandro III per ottenere l’approvazione della sua nuova comunità di monaci.
Galgano non può sapere!
Dei monaci stanno attentando alla sua nuova vita!
Durante il suo viaggio a Roma, tre individui distruggono la capanna nella quale riposava e, fatto ancora più grave, spezzano la spada conficcata nel terreno.
La croce di Galgano non c’è più!
La spada baciata dall’arcangelo Michele è spezzata!
Il castigo divino arriva, doloroso e devastante.
Il primo monaco annega in un fiume nei pressi del luogo nel quale ha compiuto l’orribile misfatto.
Il secondo brucia, incenerito da un fulmine!
Il terzo si salva, dalle fauci di un tremendo lupo, solo invocando Galgano, chiedendo il perdono all’uomo portatore della spada di Dio!
Galgano saluta Alessandro III lasciandolo ai suoi, innumerevoli, impegni politici.
Torna a MonteSiepi.
Un grido di dolore si alza al cielo.
La spada è spezzata!
Il suo sogno infranto.
Il misticismo pervade nuovamente la sua vita.
Una voce sussurra di ricomporre la spada e di conficcarla nella roccia.
“la spada si ricostituì più forte di prima”. [2]
La tranquillità, finalmente, entra nella vita di Galgano.
Costruì un romitorio dove passò il resto dei suoi, pochi, giorni terreni in preghiera e meditazione.
Il 30 novembre del 1181 una luce immensa annunciò la morte al cavaliere di Dio.
Alla tumulazione parteciparono i vescovi di Massa Marittima, Siena e Volterra.
In pochi anni Galgano arrivò al cuore della gente di Chiesa.
La vita finì nel luogo indicato dall'Arcangelo.
La spada rimase conficcata nel terreno.
Il mito della primitiva Legio Angelica, la legione Tebana di San Maurizio, probabilmente non ebbe grande eco in Toscana, in quanto la Svizzera ed il Piemonte erano lontani, quindi si edificò una pari tradizione con un nobile, di nascita, cavaliere che abbandonò mantello e spada.
La spada di Galgano è la Sacra Lancia di Maurizio, comandante della Legio Angelica, che troverà una sua consacrazione con la nascita dell'ordine dei Cavalieri Templari.
La Sacra Lancia è stata cercata e voluta da tutti.
La spada di Galgano, la croce dell’uomo che ricorda Dio, è stata violentata per secoli
“la spada fino al 1924 era conficcata in una fessura della roccia e poteva essere estratta”. [3]
Il parroco di MonteSiepi in quegli anni decise
“bloccò la lama versando del piombo fuso nella fessura”. [4]La spada è ora bloccata.Il capo delle Milizie Celesti in Terra può riposare.
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