Notizie storiche tratte dalla relazione tecnica di restauro da me redatta (Restauri Nicora anno 2004)
Sul colle che a sud di Daverio domina tutta la vallata sottostante, estendendo lo sguardo sino alla catena del Rosa, si trova il piccolo abitato di Dobbiate di origini antichissime, a dimostrazione di quanto la sua particolare posizione geografica fosse considerata strategicamente di grande valore. Infatti essendo un punto di osservazione privilegiato è possibile sia stato in epoca romana un luogo di convergenza tra le vie che mettevano in comunicazione i pagi (dal latino pagus -circoscrizione territoriale rurale-) di Varese, Arsago Seprio, Brebbia e Castelseprio e poi nel medioevo stazione di riposo sulle vie di pellegrinaggio che attraversavano il territorio varesino.
Qui sorge la piccola chiesa dedicata a S. Giovanni Battista addossata al nucleo abitativo del paese che ha ospitato, sino ai primi anni dell’ottocento, un convento di Frati dell’ordine dei Minimi. La Chiesa presenta una semplice facciata, rivolta a Ovest, arricchita da un lineare portale in pietra che incornicia il portone d’ingresso sopra il quale campeggia la sigla D O M (abbreviazione dal latino “DEO OPTIMO MAXIMO” che significa “a Dio Ottimo Massimo”).
L’interno si compone di un’unica piccola navata rettangolare terminante con un altrettanto piccola abside quadrata, entrambe coperte da volte a vela decorate con cielo stellato e con la ripetizione del sole raggiante, simbolo della carità e insegna tipica di San Francesco di Paola, fondatore dei Minimi.
L’interno si compone di un’unica piccola navata rettangolare terminante con un altrettanto piccola abside quadrata, entrambe coperte da volte a vela decorate con cielo stellato e con la ripetizione del sole raggiante, simbolo della carità e insegna tipica di San Francesco di Paola, fondatore dei Minimi.
Le lunette laterali, arricchite da motivi geometrici, disegnano finte aperture al cui interno è ripetuta l’immagine dell’agnello con croce trasversale.
La trabeazione, con motivo a palmette e foglie d’acanto, corre lungo tutta la fascia perimetrale..
Le pareti, semplicemente tinteggiate, sono scandita da lesene decorate con capitelli curiosi e singolari a vello d’agnello. Una zoccolatura a finto marmo rifinisce l’insieme.
Una piccola rientranza è stata ricavata nella parete Sud per essere adibita a cappella.
Sulla controfacciata, attorno alla bussola della porta d’ingresso, si trova una bella cornice in legno intagliata con foglie d’acanto e teste di putti, dipinta a finto legno.
L’arciprete D. Francesco Bombognini, nella sua nota e pregevole opera L’Antiquario della diocesi milanese (1828) parlando di Daverio riporta: “…Su d’un colle vicino sta Dobbiate con un bell’oratorio di S. Francesco di Paola, dove era un ospizio dei Minimi, soppresso già da un secolo…”
Forse però il Bombognini si sbagliava datando verso la prima metà del settecento la soppressione del monastero dei Frati Minimi. Un Istromento 14 Marzo 1783, menzionato nel Chronicus parrocchiale da don Francesco Cazzaniga – parroco di Daverio dal 1895 al 1936, documenta la messa in asta dei beni stabili dell’ordine proprio in quella data anche se nello stesso precisa che il convento fu soppresso nel 1897.
“Su d’un colle vicino a San Pietro sta Dobbiate con un bel Oratorio di San Francesco di Paola, dove era un antico ospizio o convento dei Minimi, soppresso nel 1897 circa. Con Istrumento 14 Marzo 1783, i Minimi misero all’asta i loro beni stabili colla condizione che il compratore dei beni di Dobbiate facessero celebrare Messe 255 in una Partita e Messe 65 in un’altra, nel pubblico Oratorio di San Giovanni Battista del detto luogo di Dobbiate. E così pure sarà obbligato a far solennizzare le solite feste del Ss. Rosario e di San Giovanni Battista ogni anno coll’intervento di 6 sacerdoti – applicazione di 5 Messe basse e della Contata ed a supplire alla manutenzione di dette Messe.”
E ancora in un Legato n.16 Dobbiate:
“I Rev.ndi Padri della Congregazione Lombarda-Austriaca dei Minimi di San Francesco di Paola, vendettero nell’anno 1783 i beni componenti il latifondo di Dobbiate, e come risulta dall’estratto autentico dell’Istrumento di vendita 14 marzo 1783 imponevano al compratore quegli obblighi già annunciati. I beni di Dobbiate, gravati dal peso sovra indicato, pervennero ai Sign.ri fratelli Carlo, Pietro e Ing. Gian Battista Bossi, contro i quali la Fabbriceria Riccorrente, otteneva in base a decreto 30 Giugno 1856 N° 904 in forza della quale prenotazione ipotecaria venivano iscritte sugli stabili dei detti fratelli la somma di L. Stat. 13529. In divisione avvenuta tra i sunnominati fratelli Bossi, l’onere dell’adempimento dei pesi qui sopra ricordati fu accollato completamente all’Ing. Gian Battista Bossi (Istr: 31 Marzo 1857 – a rogito Not. Alberti).
La Legge 15 Agosto 1867 che da per iscopo ed effetto di rendere liberi gli stabili dai pesi reali e quindi dalle ipoteche, lascia però come di giustizia a carico dei patroni l’obbligo dell’adempimento dei pesi religiosi. E appunto mentre pendeva la lite iniziata al Tribunale di Varese, con citazione 15 Aprile 1874 (circa la somma che doveva versarsi dai patroni per l’adempimento degli oneri) che fu poi abbandonata, la patrona Sig. Migliavacca Ved. Bossi Gian Battista, il 6 settembre 1878 depositò presso il rev. Parroco Cristoforetti, per consegnare alla Ven.da Curia d Milano L. 705 di annua rendita per l’adempimento degli oneri, già visti, del legato stesso.”
Nel Chronicus viene anche descritto il passaggio della Chiesa di San Giovanni Battista da Patronato a proprietà della Parrochhia di Daverio:
“Circa l’anno 1870 l’Oratorio di Dobbiate minacciava di cadere quindi permisero all’antico patrono De Angeli di fabbricare l’attuale sacrestia e granaio in modo che servissero di appoggio all’intorno assicurandolo. Si dovette lasciare il permesso agli utenti di quel granaio di passare per la sacrestia, permesso che diventò nocivo per il sacerdote che andava a celebrare. Epperò il Parroco scrivente, stanco, fece uso del coro come sacrestia. Devesi però sapere che da 40 anni e più il patrono suddetto non fece spesa di nessun genere per la manutenzione dell’Oratorio, che la chiave d’esso stette sempre presso il Parroco e che ormai havvi piena prescrizione.”
Sempre dal Parroco Cazzaniga veniamo a sapere che l’Oratorio di Dobbiate aveva sotterranei, nei quali fino all’agosto 1848 giacquero, seduti in poltrone arcaiche, tre cadaveri degli antichi Frati, dispersi poi ai venti per far spazio alle armi che servirono alla rivoluzione lombarda contro il generale Radetzky (1848-’49)
Questa affermazione è confermata tra l’altro dall’Ing. Giuseppe Quaglia nei suoi scritti “Dei sepolcreti antichi scoperti in undici comuni del circondario di Varese”, (1881) al capitolo V “Daverio colle frazioni di Dobbiate e Crosio”:
“Dovendo descrivere le molte circostanze, che riguardano una necropoli da me personalmente esplorata ed al certo delle più estese, che diede svariati prodotti, mi si permetta ul largo tempo con premesse minuziose, ed incomincio: al termine della vasta e ridente pianura lombarda verso nord della provincia di Milano, si elevano amene colline isolate, dell’altitudine quasi parificate a disposte a corona di un vasto piano tra i territori di Azzate e di Daverio. Nella parte di quel piano verso il colle di Dobbiate e precisamente al campo detto della Torre, di proprietà dei signori sac. Alessandro, Zaverio e Giuseppe fratelli Bossi fu Filippo, avvi la necropoli. La circondano a brevi distanze: Azzate verso est, grossa borgata, antichissima, con palazzi e famigle cospique per lontana nobiltà, avente il suo castello, già della regina maria Cristina di Spagna (leggi Savoia) ora del conte Collobiano: – il colle S. Quirino, colla nuova torre della casa Riva, e dove dicesi esistesse un convento, ora disfatto, del quale se ne hanno tracce in un avanzo del coro della Chiesa, e presso cui si escavarono ossa, chiodi e cocci di vasi verniciati con fregi. Molte pietre del convento in isfacelo, diconsi state riimpiegate nell’erezione del campanile di Azzate: – a sud, sempre dela necropoli, vi sono gli abitati di Dobbiate, sopra terreno elevato, morenico e misto a massi granitici, visibili nel versante nord. Ebbe un antico convento coll’attuale oratorio di S. Giovanni, avente sotterranei, nei quali fino all’agosto del 1848 giacquero sedutiin poltrone arcaiche tre cadaveri degli antichi frati. Questi vennero sloggiati e dispersi ai venti, colla distruzione anche dei loro sedili, onde far luogo a nascondere alcune armi della rivoluzione Lombarda, compressa dal ritorno degli Austriaci, guidati dal generale Radetschy. Quell’altura di Dobbiate domina le vicinanze con estesa visuale, ed al convento sovr’essa venne sostituito un palazzotto, già della famiglia Bossi, ora in possesso del signor Angeli; – a poca distanza avvi Crosio, con una piccola chiesa molto antica, alla quale nel 1119 era annesso un chiostro di benedettine, che vivevano sotto la protezione del proposto plebano di Varese, corrispondendo il famoso canone di milanesi soldi 19; – a nord di Daverio, quasi fosse stata una dipendenza di Azzate, per case signorili ed abitatori di molto riguardo, e che ebbe un fiorito Collegio maschile tenuto dalla casa Sessa.”
Non possiamo essere certi, basandoci sui documenti rinvenuti fino ad ora, in quale anno fu soppresso il convento dei Minimi così come non si conosce la data di edificazione della chiesa stessa. Se è vero come si crede che la chiesetta venne edificata nel XV sec., quando i Minimi non erano ancora arrivati nella Diocesi di Milano (1547), dobbiamo pensare che l’abbiano rilevata, insieme al complesso monastico, da un altro ente religioso.
Don Luigi Del Torchio, già amministratore Parrocchiale di Daverio, nella sua pubblicazione del 2004 dalla quale abbiamo tratto alcuni riferimenti documentari, suggerisce l’ipotesi dell’Ordine degli Umiliati. Innanzitutto per il titolo della Chiesa a San Giovanni Battista, che deve risalire almeno alla costruzione quattrocentesca perché, se i Frati Minimi l’avessero edificata avrebbero sicuramente pensato di dedicarla al loro santo fondatore, San Francesco di Paola. E il Battista, in qualità di patrono dei cardatori della lana per via dell’emblema dell’agnello, era particolarmente venerato dagli Umiliati al punto da essere considerato quasi il loro patrono in quanto la loro principale occupazione era la lavorazione della lana.
Sempre per il Del Torchio i fabbricati attigui all’Oratorio di Dobbiate potevano essere i complessi assai simili ai monasteri, denominati prevosture, dove vivevano i sacerdoti mentre i fratelli laici, maschi e femmine abitavano in domus e grange, fattorie strutturate come vere e proprie aziende agricole.
I simboli poi presenti all’interno della chiesa sembrerebbero avvalorare l’ipotesi dell’ordine degli Umiliati; l’agnello, antica insegna umiliata e i capitelli, trattati in modo da rendere l’idea del vello d’agnello presenti anche nell’antica abbazia umiliata di Mirasole a Milano.
I simboli poi presenti all’interno della chiesa sembrerebbero avvalorare l’ipotesi dell’ordine degli Umiliati; l’agnello, antica insegna umiliata e i capitelli, trattati in modo da rendere l’idea del vello d’agnello presenti anche nell’antica abbazia umiliata di Mirasole a Milano.
Dopo la soppressione dell’Ordine, nel 1571, San Carlo Borromeo assegnò ad altri religiosi tutti i beni e le case degli Umiliati. Considerando il fatto che i Minimi si stabilirono per la prima volta a Milano nel 1547 si potrebbe far risalire proprio agli ultimi decenni del XVI sec. il loro ingresso nella comunità dobbiatese.
Paola Mangano
Bibliografia
-Dei Sepolcreti Antichi Scoperti in Undici Comuni Del Circondario Di Varese, Provincia Di Como. Memoria … Corredata Col Catalogo Degli Oggetti Archeologici E Preistorici Posseduti Dall’autore in Varese , Giuseppe Quaglia, 1881
– La cascina monastero degli umiliati in Dobbiate di Daverio, Don Luigi del Torchio, G.A.V. Cuveglio 2004
– La cascina monastero degli umiliati in Dobbiate di Daverio, Don Luigi del Torchio, G.A.V. Cuveglio 2004
fonte: passionarte.wordpress.com
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