14/05/17

PPP - 24 -

L’Archeologo di Atlantide, la Thule, i 

colonnelli greci, 

Pasolini, la mafia e la Cia.






Spyridon Marinatos archeologo greco famoso in tutto il mondo, ministro della Cultura durante la dittatura dei colonnelli greci, conosciuto soprattutto per la sua teoria su Atlantide, morì il primo ottobre 1974 nel sito preistorico di Akrotiri, che egli stesso aveva riportato alla luce. La sua fu una morte misteriosa, molto probabilmente fu assassinato. Ma la certezza non si avrà mai, perché all’epoca della morte non fu fatta alcuna autopsia, anzi, il suo corpo fu deposto, senza funerale e cerimonie nella stanza numero 16 del palazzo Delta, sulla via Telchines, l’arteria principale di Akrotiri, dove stava lavorando da decenni. Sì, avete letto bene, Marinatos fu sepolto nel sito archeologico che lui stesso dirigeva. All’epoca, nessuno volle indagare sulla sua misteriosa morte. Poi, nel 2001, in circostanze altrettanto misteriose, il suo corpo fu trafugato e sparì. E tuttora non si sa dove sia. Spyridōn Nikolaou Marinatos era nato il 4 novembre 1901 proprio a Santorini, dove anni dopo riportò alla luce i resti di Akrotiri, una città minoica distrutta e contemporaneamente conservata da un'imponente eruzione vulcanica. Marinatos in un articolo del 1939 pubblicato sulla rivista archeologica inglese ‘Antiquity’,file:///D:/Dati_utente/Downloads/Marinatos.pdf,
sostenne che il mito di Atlantide non fosse altro che la memoria, deformata e ingigantita, dell'antica Civiltà Minoica (una teoria supportata e analizzata da molti altri studiosi nel corso dello scorso secolo), e identificò Atlantide con Santorini. Nel 1939 Marinatos aveva 38 anni e sicuramente scrisse quel saggio rispondendo all’invito dei membri occultisti nazisti della Thule, che sin dagli inizi degli anni Trenta si dedicavano a studi, ricerche e pubblicazioni su Atlantide. Marinatos tra il 1927 e il 1928 soggiornò a Berlino e poco si sa su questo periodo. Nel 1937, fu invitato a tenere dei corsi all’Università di Utrecht in Olanda, per esporre le sue scoperte del 1932, relative a degli scavi a Creta. L’affiliazione di Marinatos alla società segreta della Thule, pare confermata dalla sua sepoltura nella stanza numero 16 del Palazzo Delta di Akrotiri. Sappiamo che simboli della Thule erano la svastica e l’aquila. Sappiamo altresì che il Delta è la quarta lettera dell’alfabeto greco, ma anche il simbolo del triangolo ternario sacro: la natura si divide in tre regni, ciascuno di essi è triplo, da qui il novenario, e il tutto è trino ed è rappresentato dal Delta. I Massoni veneravano proprio nel triangolo, nel Delta sacro, il più augusto mistero, cioè il ternario sacro. Ma il Delta è anche un simbolo legato strettamente alla svastica. Nel libro ‘Architettura e Massoneria: l’esoterismo della costruzione’, l’autore, Marcello Fagiolo, riferendosi al catalogo della ‘Mostra degli architetti sconosciuti’ del 1919, evidenzia come sul frontespizio del catalogo spicchi un simbolo grafico particolare: la svastica intersecata da un triangolo, e iscritta idealmente in una circonferenza scandita da sette punte triangolari. Il simbolo sarà poi rimosso dagli storiografi, tuttavia all’epoca, per gli autori del catalogo si intendeva designare con questo simbolo un futuro di fratellanza universale e socialismo, collegandosi con l’antica tradizione esoterica del Rosacrocianesimo e della Teosofia. A partire dagli ultimi anni dell’Ottocento la ‘tradizione’ architettonica si era, infatti, coagulata nelle posizioni della Massoneria, del Rosacrocianesimo e della Teosofia. Il barone e architetto belga Victor Horta, precursore dell’Art Nouveau, che progettò numerosi edifici destinati a destare scalpore, quali la Casa Tassel a Bruxelles nel 1893, la Casa Solvay sempre a Bruxelles tra il 1895 e il 1900, e la Casa Horta, ancora a Bruxelles nel 1898, era un massone membro della Loggia Les Amis philanthropes del Grande Oriente del Belgio. Il fulcro della tradizione arcitettonica era legato al pensiero teosofico, tanto che l’architetto olandese Johannes Ludovicus  Mattheus Lauweriks fu il successore di Rudolf Stainer a capo della Società Teosofica tedesca nel 1913. Come scritto più sopra nell’aprile del 1919 nel catalogo della ‘Mostra degli architetti sconosciuti’ appare una svastica intersecata da un triangolo. Nel 1920 apparirà la prima svastica cucita su uno stendardo nazista. Come ha dimostrato Giorgio Galli nel suo libro ‘Hitler e il nazismo magico’, l’inizio dell’attività politica di Hitler si sviluppa all’ombra di sette e società segrete specializzate in pratiche occulte. Un mondo ‘magico’ ed esoterico che costituì nella Germania dell’epoca quel mix culturale-politico-economico che vide l’affermarsi dell’ideologia nazista. Prima di diventare simbolo del partito nazista, la svastica oltre che simbolo solare di salute e benefico irraggiamento divino, era simbolo di Agni l’amore che vivifica il mondo, era l’immagine della Casa, base di fraternità sociale, e santuario dalla quale scaturisce il Figlio, il giovane dio dell’Avvenire. E il simbolismo massonico e cristiano si saldano nel triangolo, segno del dio biblico e prima figura della perfezione. Il numero 16 ha il suo corrispondente grafico nella svastica. La stanza numero 16 era stata chiamata Delta proprio dallo stesso Marinatos. Era la sua stanza preferita, dove l’archeologo alle volte si ritirava a meditare. Era anche detta la stanza dei Gigli, per via di un affresco raffigurante quei fiori. E la stanza Delta sorgeva lungo la via principale di Akrotiri, che Marinatos stesso aveva chiamato via Telchines ispirandosi ad una popolazione di demoni ai quali, nella mitologia greca, si attribuiva l’invenzione delle arti malefiche. Nel mezzo di tutta questa ricchissima simbologia esoterica fu sepolto, nel più assoluto silenzio, l’archeologo Spyridon Marinatos, che nel 1939 tanto scalpore aveva sollevato con un articolo nel quale identificava Atlantide con l’isola di Santorini. Con il suo articolo Marinatos sapeva bene di fare cosa gradita a determinati ambienti nazisti. E forse sperava di avere aiuti per i suoi scavi proprio da quell’ambiente. Il nazismo ‘magico’ venerava il mito di Thule, l’isola che un giorno sparì come Atlantide. La sua scoperta poteva mettere a disposizione degli iniziati forze che avrebbero consentito alla Germania di dominare il mondo. Hitler leggeva tutto ciò che veniva scritto al riguardo. Amava Platone e le sue idee politiche, ne ammirava soprattutto la concezione dei cicli storici che prevedevano periodiche catastrofi e altrettanti ritorni di semidei. Con il suo articolo del 1939 Marinatos sapeva bene di parlare a questi ambienti nazisti. Infatti, quando il suo saggio fu letto in tutta Europa, al di fuori della Germania ci furono reazioni violente, e ‘Antiquity’ prese ufficialmente le distanze dall’autore e dalle sue tesi.
Ma i collegamenti tedeschi di Marinatos non finiscono qui. Il 16 luglio 1965, giunse a Santorini, per incontrare Marinatos ad Akrotiri, Wernher von Braun, scienziato tedesco portato in America alla fine della seconda guerra mondiale, ormai diventato cittadino americano. Von Braun fu il padre del progetto Saturno, che mandò sulla luna la navicella spaziale Apollo. Lo accompagnava quel giorno a Santorini, lo scrittore Arthur C. Clarcke, famoso per il suo libro The exploration of space, che piacque tanto al presidente John Kennedy, che diede inizio all’attività spaziale americana sotto la regia di Von Braun. I due partecipavano al congresso della federazione astronautica internazionale ad Atene. Ne approfittarono per fare visita a Marinatos. Nessun testimone è in grado ad oggi di riferire gli argomenti che i tre viaggiatori affrontarono.
Marinatos muore a 73 anni nel 1975, a tre anni di distanza dalla caduta della giunta dei colonnelli con cui l’archeologo aveva sempre collaborato, e dalla quale aveva sempre ricevuto cospicui finanziamenti per i suoi scavi a Santorini. In particolare Marinatos era stato molto vicino a Georgius Papadopoulos, militare promotore del colpo di stato del 21 aprile 1967 in Grecia, a capo della giunta militare nel periodo compreso fra il 1967 e il 1973.  Tra i due era nato negli anni un vero e proprio sodalizio, e il colonnello aveva confidato all’amico archeologo chi lo aveva aiutato nel golpe, mettendolo al corrente di fatti e notizie protette dal segreto militare. Un retroscena scottante che faceva di Marinatos un testimone ingombrante proprio alla caduta del regime militare. E qui vale la pena ricordare le parole di Pasolini, nei suoi Scritti corsari (1973-1975) che mettevano in evidenza gli stretti legami del regime dei colonnelli greci con i servizi segreti americani e con la mafia italo-americana:  Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l’aiuto della Cia e in second’ordine dei colonnelli greci e della mafia, hanno prima creato, del resto miseramente fallendo, una crociata anticomunista. Senza contare i legami tra la destra italiana di quegli anni e i colonnelli greci. Pasolini morirà un anno dopo Marinatos, il 2 novembre 1975.
Nel 2003 un colpo di scena. Durante il processo formato contro alcuni membri della formazione terroristica ’17 Novembre’, ufficialmente nata nel 1975 ispirandosi alla rivolta studentesca del 17 novembre 1973 contro il regime dei colonnelli, un membro del gruppo afferma che furono i cervelli dell’organizzazione terroristica a decidere l’eliminazione di Marinatos nel 1974, per punirlo del suo appoggio al regime dittatoriale dei colonnelli. Proprio l’omicidio di Marinatos avrebbe rappresentato il debutto del fuoco per l’organizzazione terroristica che si proponeva come ‘giustiziera del popolo’. E come tale avrebbe iniziato con l’uccisione di Marinatos a Santorini, non nella capitale per non risultare subito sotto i riflettori! Così la versione ufficiale. Ed era così poco desiderosa di essere sotto i riflettori, tale organizzazione, che non ci pensò nemmeno a rivendicare il delitto dell’archeologo….
Certo è che, durante il processo, i reati commessi dall’organizzazione fino al 1983 furono considerati prescritti. E della morte di Marinatos non si parlerà più, sepolta ormai definitivamente dalla rivendicazione tardiva, mai in effetti verificata. Ad oggi, non si sa dove sia finito il corpo di Spirydon Marinatos l’archeologo di Atlantide.

Fonte principale: M. La Ferla, L’uomo di Atlantide. Vita, morte e misteri dell’archeologo di Santorini, Eretica, Stampa Alternativa, 2003.

fonte: http://larapavanetto.blogspot.it/

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