10/05/19

l'ultima cena di Fadil, del cavaliere e dell'orso...

Dopo l'avvocato di Ruby RubaCuori, Egidio Verzini, ed un giornalista di inchiesta, ci lascia anche la modella Imane Fadil, testimone delle "Ultime Cene" di Silvio, dove viene raccontato di una "Setta Satanica" (definizione approssimativa, forse di un rito magico sessuale) guidata da una vestale, poco vestita, composta di sole donne che interagiscono con i potenti di turno e non solo con Berlusconi.
Tre persone muoiono in circostanze a dir poco curiose, l'avvocato decide improvvisamente di sottoporsi all'eutanasia in Svizzera, dopo aver saputo di avere un male incurabile, e non prima di gettare ulteriori sospetti sui ricatti e le pressioni che Berlusconi e il suo entourage avrebbero fatto ai vari testimoni di quelle feste.
Il giornalista che si occupava dell'inchiesta muore anche lui all'improvviso per un male incurabile non meglio identificato, lasciando un vuoto incolmabile, ed infine, dopo un mese di lunga agonia, muore Imane Fadil, testimone chiave che, fin da subito, aveva detto ai suoi avvocati ed ai suoi parenti di essere stata avvelenata.
La modella marocchina, forse ingenuamente, aveva più volte rilasciato alla stampa, dichiarazioni molto pesanti e gravi, fatti che voleva pubblicare in un libro verità sulla vicenda, contenuti di intercettazioni telefoniche, documentazione che proverebbe il coinvolgimento di Berlusconi nel pagamento di milioni di euro per comprare il silenzio delle varie olgiettine ed ospiti annessi.
Questo però è solo il primo livello di accuse imputate al padrone di casa di Arco-Re.
Sia Imane Fadil che gli altri due "ammalati", hanno sempre fatto intendere che c'era qualcosa di ben più grosso in ballo e che la questione non si limitava a descrivere una squallida orgia per ricchi annoiati, ma che erano coinvolti personaggi potenti ed importanti che orbitavano come ospiti graditi a queste tristi sciarade.
La modella era venuta a conoscenza di fatti che riguardavano proprio alcuni ospiti stranieri (potenti uomini d'affari e politici stranieri cari al nostro Presidente) che avrebbero messo in cattiva luce la loro reputazione ed avrebbero creato problemi diplomatici.
Quindi, oltre al discorso della compravendita del silenzio di tutte le ragazze dei festini, è trapelato il discorso che riguardava più da vicino alcuni personaggi che non sarebbero dovuti risultare presenti e che forse si sono lasciati scappare qualche parola di troppo riguardo a fatti gravi successi in quelle serate ed altrove.
Tralasciando l'aspetto della celebrazione della Setta Satanica che ritengo per adesso marginale, in quanto, come scrivevo all'inizio, sia stato più una messinscena in stile Eyes Wide Shut che altro, proprio riagganciandomi al capolavoro di Kubrick, volevo far notare come nel film, la prostituta che decide di parlare, salvando Tom Cruise da un impasse imbarazzante e pericoloso, fa una brutta fine e viene trovata morta per overdose il giorno dopo.
Nella scena successiva un grande Sydney Pollack, nella parte del ricco massone amico del medico Cruise, spiega come funzionano certi mondi, certe serate a tema e come vengono puntualmente puniti chi tradisce l'Entità, perché è obbligo dare l'esempio del "memento mori" a chiunque cerchi di denunciare certi potenti.
Kubrick mette in scena magistralmente come funziona il potere e come esso si comporta in certi casi.
Le analogie ci sono, anche nella nostra storia abbiamo una ragazza che decide di non piegarsi al ricatto e decide addirittura di sputtanare quel potere che inizialmente l'aveva sedotta, ma che ben presto ha capito essere molto pericoloso e malvagio.


Ritengo, quindi, che Imane Fadil sia stata uccisa, probabilmente avvelenata, come esempio da dare a tutti quanti, per far capire chi è che comanda a chiunque osi mettere il bastone tra le ruote di certi personaggi.
La morte di Fadil ristabilisce i ruoli sociali in campo ed anche i loro destini annessi, non può passare l'idea che una povera straniera disperata possa permettersi di svergognare i potenti di turno, è un fatto che non può essere assolutamente accettato e contemplato.
Ci sono delle convergenze parallele, parafrasando un vecchio politico famoso, su questi morti.
Faceva comodo a tutti che loro morissero in circostanze particolari, faceva comodo all'ambiente di Berlusconi, come faceva comodo a certi ambienti legati a politici stranieri, bisognava dare una lezione a questa ragazza che parlava troppo.
Ed è proprio la modalità dell'avvelenamento della modella che ci riporta all'amico Putin, grande frequentatore delle sciarade a tema, ed a come solitamente LORO uccidono i testimoni scomodi, gli esempi di giornalisti e persone non gradite avvelenate in Russia, e un po' ovunque, si sprecano.
La ragazza non si drogava, non aveva alcuna malattia rara e prima del ricovero era in perfetta salute, intenta a pubblicare quel famoso libro-documento dove avrebbe messo alla berlina diversi potenti di turno, probabilmente anche personaggi legati al doppio filo con la mafia russa.
L'avvocato di Ruby RubaCuori, ammalatosi anche lui in circostanze poco chiare, ed il giornalista che indagava sulle intercettazioni di personaggi politici legati a certe vicende criminali, avevano parlato di fatti gravi venuti fuori proprio in quelle serate, con nomi e cognomi.
Muore proprio Fadil, che in arabo significa fedele, degno, un bel contrappasso per chi ha tradito ed è stato poco FEDELE.

L’ex consulente della Commissione Mitrokhin ha parlato così della misteriosa morte di Imane Fadil:
 «All’impronta direi che potrebbe trattarsi di l’utilizzo di cosiddetti BRV cioè sostanze radiologiche da combattimento, per una possibile eliminazione fisica, ma ripeto è roba da agenzie statali o di gruppi specializzati del livello di Al Qaida o di Mohylevyč (ritenuto il capo della mafia russa nel mondo) per intenderci». «Un veleno è fatto per non essere individuato e questi sono veleni di Stato o della cosiddetta State sponsored Mafia. Difficile per gli inquirenti farsi una idea in tempi brevi sui fatti di Milano, credo in Italia non ci siano le competenze tecnico-militari necessarie, solo i pochi governi che possiedono arsenali nucleari o che gestiscono questo livello di operazioni di intelligence hanno quel che serve per orientarsi, l’ideale sarebbe richiedere la collaborazione del Regno Unito in questa indagine».


Vittima di convergenze parallele. Non è Putin in prima persona che ordina: "UCCIDETELAAA...", diciamo che, la sua uscita di scena, è stata CONDIVISA. Fatti puntualmente avvenuti, ed il modus operandi è stato piuttosto chiaro. 
Quando la mafia nostrana incapretta delle sue vittime designate, usa determinate modalità rituali per uccidere, altri ne usano solitamente diverse, più consone alle loro usanze.
L'omicidio in questi casi, ed oggi dovremmo averlo capito tutti, viene firmato...
Perché quello che è emerso era solo una piccola, piccola parte dell'inchiesta.
Alla fine risulta una storia penosa e squallida, mi riferisco al fatto che a 80 anni suonati, un uomo pubblico debba ancora mentire su una ragazza, dicendo che non l'ha mai conosciuta alle sue feste, nonostante le prove oggettive delle intercettazioni e delle sue 8 presenze alle serate, e non parliamo di un cristiano qualunque, ma di un ex Presidente del Consiglio che ha pesanti responsabilità politiche.
Poi la morte, avvenuta chissà, forse per caso....
Tanto a breve la gente si scorderà di tutto, a chi può interessare la sorte di una straniera considerata dalla maggioranza silenziosa solo una prostituta, meglio un imbarazzo iniziale e poi il LIMBO ETERNO, domani è un altro giorno e già siamo alle elezioni europee.  
Il punto è che sono morte più persone intorno a questa vicenda, e non credo siano morte per sincronicità.
Cui prodest?

Leggiamo sul sito dell' ANSA e sul Fatto Quotidiano:
La procura di Milano ha aperto un’indagine per omicidio volontario e sono stati gli esiti degli esami tossicologici disposti lo scorso 26 febbraio dai medici dell’Humanitas di Rozzano, dove era ricoverata, ed effettuati in un centro specializzato di Pavia a evidenziare che la donna è deceduta a causa di un “mix di sostanze radioattive”. Gli esiti, scrive l’Ansa, sono arrivati il 6 marzo e trasmessi immediatamente dallo stesso ospedale alla Procura di Milano.
Disposta autopsia: “Sintomatologia da avvelenamento”.
La notizia, infatti, è stata diffusa direttamente dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco.
È lo stesso capo dell’ufficio inquirente lombardo a spiegare che la giovane aveva detto ai suoi familiari e avvocati che temeva di essere stata avvelenata. 
Nella cartella clinica di Fadil, spiega Greco, ci sono “più anomalie” e per capire la causa esatta della morte “è stata disposta l’autopsia, che dovrebbe essere seguita a breve”. Ma visto il risultato degli esami tossicologici, i tempi per effettuarla sono tutti da verificare, visto che le sostanze rilevate potrebbero mettere in pericolo i medici stessi.
La procura ha riferito di essere stata informata del decesso solo la settimana scorsa, quando l’avvocato di Fadil si è rivolto alla magistratura. 
“I medici della clinica non hanno avvisato la procura del decesso”, ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, titolare dell’inchiesta. 
Il primo marzo la giovane è morta e, da quanto si è saputo, quello stesso giorno sono state sequestrate le cartelle cliniche. Il 6 marzo è arrivato il referto tossicologico che parlava di sostanze radioattive, immediatamente trasmesso dall’ospedale all’autorità giudiziaria. La ragazza era risultata anche negativa agli esami che le erano stati effettuati per capire se facesse uso di sostanze stupefacenti.

Secondo le indagini, la modella era stata ricoverata prima in terapia intensiva e poi rianimazione: è stata vigile fino all’ultimo, nonostante i forti dolori e il “cedimento progressivo degli organi”. “Non c’è una diagnosi precisa sulla morte – ha detto l’aggiunto Siciliano – ma dalle analisi emerge una sintomatologia da avvelenamento“. 
“Ha detto di essere stata avvelenata” – “Sono in corso gli accertamenti sui campioni di sangue prelevati durante il ricovero – spiega Greco – non si può escludere nessuna pista visto che dalla cartella clinica non emerge nessuna malattia specifica“.
La giovane riferiva di gonfiori e dolori al ventre. “Fadil – ha detto il procuratore di Milano – durante il ricovero ha telefonato ad alcune persone, il fratello e l’avvocato, sostenendo di essere stata avvelenata. 
“Che sostanza poteva essere ad averla avvelenata? 
Ci sono diverse ipotesi che sono al vaglio della Procura”, ha spiegato il legale. 
Che poi ha aggiunto: “Ho letto il libro che aveva scritto Imane sul caso Ruby ma non so se avesse trovato un editore. Di sicuro l’aveva terminato diversi mesi fa. Conoscendo la situazione e conoscendo bene Imane, io una mia idea me la sono fatta, ma ci sono delle indagini in corso e di più non posso dire”.

L’intervista al Fatto: “Ad Arcore setta che adora il demonio” – Di quel libro aveva parlato anche in un’intervista al Fatto Quotidiano dell’aprile scorso. “Voglio raccontare tutto. La cosa non si limita a un uomo potente che aveva delle ragazze. C’è molto di più in questa storia, cose molto più gravi”
La modella sosteneva di avere lasciato Arcore dopo aver ricevuto una proposta indecente. Dopo poco tempo era diventata una testimone dell’accusa. 
Al Fatto, però, Fadil aveva raccontato anche dettagli mai resi in tribunale. “Questo signore fa parte di una setta che invoca il demonio. Sì lo so che sto dicendo una cosa forte, ma è così. E non lo so solo io, lo sanno tanti altri, che in quella casa accadevano oscenità continue. Una sorta di setta, fatta di sole donne, decine e decine di femmine complici”.
“Non manca molto, devo solo finire questo libro. E poi il mondo saprà”.
Il caso dell’ex avvocato di Ruby – Recentemente, tra l’altro, il caso Ruby era tornato al centro della cronaca quando il procuratore aggiunto Siciliano e il sostituto Luca Gaglio avevano ascoltato come persona informata sui fatti la socia di studio dell’avvocato Egidio Verzini, morto col suicidio assistito in Svizzera il 5 dicembre, dopo che il giorno precedente aveva raccontato, in un comunicato affidato all’Ansa, che Berlusconi avrebbe versato 5 milioni di euro a Karima El Mahroug, con i soldi transitati da Antigua in Messico. Verzini fu legale di Ruby nel 2011. 
La sua socia di studio ha confermato che il legale decise di fare quelle rivelazioni per una “esigenza di giustizia” e per un “dovere etico“, come da lui stesso scritto nel comunicato, ma che lei non sapeva altro su questa sua scelta. Verzini era già stato sentito quattro volte nel corso delle indagini, avvalendosi più volte del segreto professionale: era anche un teste dell’accusa nel processo in corso. Nel comunicato diffuso un giorno prima di morire parlò di “un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank su un conto presso una banca in Messico”, sostenendo che la “operazione Ruby” sarebbe stata “interamente diretta dall’avvocato Ghedini con la collaborazione di Luca Risso”, ex compagno di Karima. Lo storico legale di Berlusconi aveva annunciato querela. Nell’ultima riga del comunicato Verzini aveva scritto di essere “in possesso di ulteriori elementi ed informazioni documentate“. 
Ed è proprio su questo aspetto, ossia sulla ricerca di carte e documenti per trovare riscontri alle sue dichiarazioni, che si stanno concentrando le indagini in corso dei pm, i quali poi depositeranno gli atti dei nuovi accertamenti nel dibattimento in corso. Il processo ha al centro i milioni di euro che l’ex premier avrebbe versato a Ruby e alle ‘Olgettine’ per ottenere il silenzio o la reticenza sulle serate ad Arcore. A quel processo Imane Fadil voleva costituirsi parte civile.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/15/caso-ruby-morta-la-testimone-imane-fadil-decesso-dovuto-a-mix-di-sostanze-radioattive-la-procura-di-milano-indaga-per-omicidio/5040409/?fbclid=IwAR0WJDWJw5qabJqe64ctSSeLRj6NqqmWPHWnrOb6M4rw57F1wvMCby6zN40

fonte: MAESTRO DI DIETROLOGIA

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