21/10/18

Helgoland, la presunta Atlantide del Mare del Nord


Helgoland è un piccolo arcipelago del Mare del Nord le cui isole, che videro prima la bandiera danese ed in seguito quella inglese, appartengono alla Germania. Alla fine del 2016 l'arcipelago contava una popolazione di 1127 persone. Sono le uniche isole tedesche non nelle immediate vicinanze del continente. Oltre al tedesco la popolazione locale, che appartiene all'etnia dei Frisoni, parla la Heligolandic, un dialetto della lingua frisone chiamato Halunder. 


Un tempo questo arcipelago era noto come Heyligeland, o terra santa, probabilmente a causa dell'associazione delle isole con il dio Forseti, nella locale lingua colui che presidia. Forseti era il dio della giustizia, della pace e della verità. Era considerato il più saggio e il più eloquente fra gli dei. Nel corso dei secoli sono state proposte diverse teorie alternative per dare un riscontro al nome dell'arcipelago. Queste idee si legano al nome di un re danese, Heligo, o alla parola frisone Hallig, che significa isola della palude salata. L'Encyclopedia Britannica del 1911 suggerisce l'etimologia Halligland, ovvero terra di banche, che copre e scopre. L'area intorno all'isola è nota per essere abitata fin dalla preistoria. Strumenti di selce furono recuperati dal fondo del mare che circonda le due isole che compongono l'arcipelago. Scavi archeologici hanno riportato alla luce manufatti e scheletri. Inoltre lastre di rame preistoriche sono state rinvenute sott'acqua nei pressi delle isole. 
Correndo nel tempo giungiamo all'anno 697 quando Radbod, l'ultimo re frisone, si ritirò nelle Helgoland dopo la sconfitta subita dai Franchi, stando a quanto si può leggere nella Vita di Willebrord di Alcuino. Nel 1231, Helgoland fu elencata come proprietà del re danese Valdemar II. Nei secoli successivi l'arcipelago rappresentò un ottimo punto di partenza per le imbarcazioni da pesca, soprattutto dedite alla cattura delle aringhe. Di conseguenza sino al 1714 la proprietà dell'isola mutò più volte. Nel 1714 la Danimarca ottenne la sovranità che durò sino al 1807. Il giorno 11 settembre del 1807, durante le guerre napoleoniche, l'ammiraglio Thomas Macnamara Russel annunciava la capitolazione di Helgoland ed il suo passaggio definitivo all'Inghilterra. L'annessione di Helgoland fu ratificata dal trattato di Parigi del 30 maggio 1814. 


Nel 1826 Helgoland divenne una stazione balneare, molto popolare all'interno dell'alta classe europea. L'isola attirò artisti e scrittori, in modo particolare dalla Germania e dall'Austria. Uno scritto di quel periodo ricorda che “era una terra dove non ci sono banchieri, avvocati, crimine, dove tutte le mance sono severamente vietate, le padrone sono oneste”. La Gran Bretagna abbandonò le isole nel 1890, in seguito al trattato di Helgoland-Zanzibar. La Germania, preoccupata di proteggere l'isola e l'ingresso al canale Kiel, iniziò importanti opere militare sulle coste di Helgoland. Il motivo dell'interesse tedesco al controllo di queste isole, tanto da concedere molto in cambio, risiedeva nella loro posizione strategica, che avrebbe permesso a chi le occupava di dominare e controllare gli accessi ai principali porti tedeschi sul Mare del Nord. Infatti la marina germanica provvide immediatamente a fortificare pesantemente queste isole, trasformandole in un punto di difesa chiave contro eventuali attacchi da parte della flotta britannica in caso di guerra. 


Lo scoppio della prima guerra mondiale comportò la totale evacuazione della popolazione civile verso la terraferma. A guerra finita, gli abitanti tornarono alle proprie case sperando in un periodo di pace e prosperità. La tranquillità durò sino allo scoppio della seconda guerra mondiale. All'inizio del conflitto Helgoland fu marginalmente interessata ai bombardamenti che avvenivano sul territorio tedesco. La situazione mutò radicalmente con l'avvicinarsi della fine della guerra. Tra il 18 ed il 19 aprile del 1945, con due diverse ondate di attacchi, 1000 aerei della Royal Air Force britannica scaricarono sul territorio di Helgoland circa 7000 bombe. La maggior parte della popolazione civile riuscì a salvarsi grazie ai rifugi antiaerei. Nei bombardamenti perirono circa 280 persone, per la maggior parte marinai tedeschi e militari delle postazioni antiaeree. A seguito di questi eventi, l'isola risultò instabile e la popolazione civile fu evacuata, nuovamente, verso la terraferma. 


Dal 1945 al 1952, le isole disabitate di Helgoland furono utilizzate come obiettivo di bombardamenti. Il 18 aprile del 1947, la Royal Navy fece detonare 6.700 tonnellate di esplosivi, operazione conosciuta come Big Bang o British Bang, creando una delle più grandi detonazioni non nucleari della storia. Il motivo di tale attacco era la distruzione completa delle fortificazioni militari. L'esplosione scosse l'isola principale cambiandone la forma. Agli inizi degli anni cinquanta nacque un movimento per la restituzione delle isole alla Germania, che trovò il sostegno del parlamento tedesco. Il 1 marzo del 1952, Helgoland fu restituita alla Germania e gli abitanti furono autorizzati a tornare. Le autorità tedesche dovettero svuotare le munizioni ancora esistenti sull'isola e ricostruire le case prima che la popolazione potesse tornare ad animare Helgoland. 


Attualmente Helgoland è un rinomato luogo di villeggiatura che gode di una status particolare di esenzione fiscale da parte della UE. L'isola è esclusa dall'area di applicazione di determinate imposte, di conseguenza gran parte dell'economia si basa sul commercio di sigarette, bevande alcoliche e profumi per i turisti che visitano l'isola. 
Perché questo interesse per un piccolo arcipelago tedesco? 
Il motivo risiede nella possibile localizzazione di Atlantide con una terra affondata vicino ad Helgoland. 


Il Mare del Nord è conosciuto per contenere nel proprio ventre delle terre che un tempo erano emerse: la città medievale di Dunwich, per esempio, si sbriciolò in mare in seguito a diverse manifestazioni naturali tra il 1200 ed il 1300; un secondo esempio è quell'area conosciuta come Doggerland, tra Inghilterra e Danimarca, che affondò nel 6200 aC a causa di una frana sottomarina al largo della Norvegia. 
Tra le diverse teorie sulla reale esistenza, e collocazione, di Atlantide una merita una citazione per fantasia.


Il pastore tedesco Jurgen Spanuth nel 1953 suscitò grande sensazione con la teoria sulla collocazione di Atlantide vicino all'isola di Helgoland, da lui individuata grazie a certi presunti resti archeologici. Merita una menzione la trovata del pastore per superare lo scoglio dei novemila anni su cui erano naufragate tante ipotesi: Spanuth leggeva il testo di Platone “novemila mesi” anziché anni, collocando così la distruzione di Atlantide intorno al 1253 aC. La data proposta da Spanuth era meglio gestibile dal punto di vista storico. L'autore sostenne fortemente l'opinione che l'Atlantide del Mare del Nord fosse affondata durante l'età del bronzo, per riemergere parzialmente durante l'età del ferro. Inoltre questa datazione permetteva a Spanuth di connettere questo evento con la comparsa dei popoli del mare che minacciarono il Nuovo Regno dell'antico Egitto più o meno in quel periodo storico. Ma il pastore-archeologo-scrittore non si fermò qui. Un esame accurato, secondo lo stesso Spanuth, delle raffigurazioni egizie gli permetteva di affermare l'origine nordica, anzi germanica, degli invasori.  In Germania, l'enorme successo del ciarlatano Spanuth costrinse seri studiosi di varie materie a dire la loro sulla sua strampalata ipotesi. (Pietro Janni , Miti e falsi miti: luoghi comuni, leggende, errori sui greci e sui romani)
Su Atlantide chiunque può scrivere quelle che gli pare e le voci che smentiscono, facilmente, i deliri e le idee più strampalate, restano poco ascoltate poiché espresse da pesanti studiosi privi di una qualsiasi scintilla di fantasia.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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