È attraversata interamente dal torrente Ovesca, emissario del lago di Antrona, che confonde le sue acque con quelle della Toce a Villadossola, poco prima della più nota Domodossola.
È una valle poco abitata, con una bassa densità di popolazione. Il suo territorio è interamente montuoso. Si sviluppa nelle Alpi Pennine con la Catena dell’Andolla, che con i suoi 3.656 metri costituisce una meta interessante per numerosi escursionisti esperti.
Una risorsa molto importante in Valle Antrona è costituita dall’acqua. Numerosi sono i torrenti e i lagni che decorano questa parte delle Alpi. Fra i laghi digati ricordiamo quello di Antrona, formatosi in modo naturale in seguito ad una frana nel 1642, quello di Campliccioli, il lago di Cingino, e quello di Camposecco. Fra i bacini naturali una menzione particolare per la loro bellezza meritano i laghi di Trivera, raggiungibili dopo una camminata impegnativa.
Vorrei dedicare uno spazio particolare ad un altro lago digato della zona, il lago di Cheggio o lago dell’alpe Cavalli. Una volta che si è percorsa la statale che si dipana come un serpente lungo la valle, si arriva al comune di Antrona Schieranco, costituito nel 1928 dalla fusione di altri due centri, Antrona Piana e Schieranco. Storia e tradizione qui convivono da sempre, lasciando un piacevole ricordo a chi decide di venire a visitare questi luoghi. Anziché proseguire dritti verso il lago di Antrona, occorre svoltare a destra verso la chiesa di San Lorenzo e poi subito a sinistra seguendo le indicazioni che ci portano fino a Cheggio. Da qui in avanti la strada si stringe, percorrendo una valle laterale lussureggiante, dai toni di verde smeraldo che colpiscono gli occhi e il cuore.
La montagna nasconde in questo angolo di mondo numerosi alpeggi, frutto di accurate riqualificazioni soprattutto nell’ultimo ventennio. Fiori di tutti i tipi colorano i prati, numerose e variopinte sono le farfalle che si possono ammirare. Larici e pini si alternano lungo la salita, fino ad arrivare al grazioso e tranquillo abitato di Cheggio, le cui abitazioni in sasso e legno rappresentano una gradevole sorpresa per chi arriva per la prima volta.
In estate i prati circostanti sono popolati da numerose mucche di razza Pezzata Rossa. Da questi rigogliosi pascoli arriva l’ormai famoso formaggio denominato Cheggio, conosciuto anche all’estero grazie alla sua ottima qualità.
In inverno un piccolo impianto di risalita e una pista per bob, consentono agli amanti della neve di poter godere della tranquillità e della bellezza del paesaggio. In fondo all’abitato, si erge la diga Alpe Cavalli.
La struttura è stata edificata fra il 1922 e il 1926. È di tipo a gravità, in muratura di pietrame a secco, leggermente curvata. Nel punto più profondo delle fondazioni è alta 41 metri e larga 165. La sua capacità massima è di 8.600.000 mc. Il lago odierno è situato nella conca formata da un antico lago glaciale, che era delimitato in maniera naturale nella parte più a valle da un cordone morenico. A causa dell’erosione di questa barriera spontanea, il lago con il passare del tempo si è asciugato, lasciando il posto ad un pianoro in parte verdeggiante, in parte paludoso, attraversato dal torrente Loranco. In quel punto è stata costruita la diga. Il materiale utilizzato es stato ricavato dall’esplosione, a monte della barriera morenica, di una grossa mina, costituita da esplosivo e materiale proveniente da residuati bellici. A detta dei testimoni l’esplosione è stata “formidabile”. Le acque della diga alimentano la centrale di Rovesca, dopo aver percorso una galleria di derivazione lunga 3600 metri e una condotta forzata lunga 1600 metri.
Una volta lasciato alle spalle l’abitato di Cheggio possiamo incominciare la nostra passeggiata, percorrendo il muraglione fino in fondo e costeggiando il lago dalla parte sinistra. Il fresco del bosco accompagna il cammino di chi percorre questo sentiero, fra larici e rododendri, farfalle, gigli martagone, primule, mirtilli e pini. Il percorso è intervallato da cascate e ruscelli laterali che vanno ad alimentare il lago, donando frescura a chi in estate si avventura in questo giro. Giunti al lato opposto della diga, un fitto bosco di larici scende fino alla sponda del lago, creando un piacevole angolo con una spiaggetta che invita alla sosta. Passato il torrente Loranco si sale leggermente fino ad arrivare ad un promontorio che permette la vista completa dello specchio d’acqua, piacevole sia col bello che col cattivo tempo. Il giro del lago è completabile seguendo il sentiero, che diventa un po’ più impegnativo nell’ultimo tratto. Cielo e acqua giocano con riflessi unici, diversi a seconda delle ore del giorno.
La valle Antrona offre molto a chi vuole pace e tranquillità. La cosa che più mi colpisce in questi luoghi è come lo stesso cielo si rifletta in modo diverso a seconda del lago che guardiamo. Antrona, Campliccioli, Cheggio, ognuno ha un colore diverso, bagaglio prezioso del viaggiatore che qui si avventura.
Rosella Reali
fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/
Tutte le fotografie sono di proprietà dei componenti il team dei viaggiatori ignoranti.
Rosella Reali
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ROSELLA REALI
Sono nata nel marzo del 1971 a Domodossola, attualmente provincia del VCO. Mi piace viaggiare, adoro la natura e gli animali. L'Ossola è il solo posto che posso chiamare casa. Mi piace cucinare e leggere gialli. Solo solare, sorrido sempre e guardo il mondo con gli occhi curiosi tipici dei bambini. Adoro i vecchi film anni '50 e la bicicletta è parte di me, non me ne separo mai. Da grande aprirò un agriturismo dove coltiverò l'orto e alleverò animali.
Chi mi aiuterà? Ovviamente gli altri viaggiatori.
Questa avventura con i viaggiatori ignoranti? Un viaggio che spero non finisca mai...
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