Percorrendo una strada panoramica, su un paesaggio meraviglioso di mare, cielo e colline, si arriva al paese di Monte Sant’Angelo. Un grande paese, con una bellissima parte vecchia fatta di case bianche concatenate le une alle altre, che paiono onde sulla collina che guarda il mare.
Questo paese si è sviluppato intorno alla Grotta dell’Arcangelo Michele.
Posta sulla sommità del monte, la singolare Basilica, costituita da un complesso di costruzioni di varie epoche intorno alla Grotta, testimonia ben 15 secoli di storia. Da tempi remoti è questo un luogo di perdono e di preghiera, rinomato in tutto il mondo cristiano.
Un anonimo scrittore, vissuto più di mille anni fa, lo ha descritto così : " Il Santuario di S. Michele è dovunque conosciuto ed esaltato non per lo splendore dei suoi marmi, ma per gli eventi prodigiosi che qui sono avvenuti : di forma modesta, esso è, però, ricco di celesti virtù, poiché si degnò di edificarlo e consacrarlo lo stesso Arcangelo Michele, il quale, memore della fragilità umana, scese dal cielo per far sì che in quel tempio gli uomini potessero divenire partecipi delle cose divine
Arrivati davanti all’ingresso colpisce la frase “Terribilis est locus iste”
Questa frase è scolpita in molti luoghi sacri. Ad esempio a Rennes le chateau, sulla chiesa di Santa Maria Maddalena. Non si traduce erroneamente in “questo è un luogo terribile”, ma in “Questo luogo incute rispetto”.
È legata anche alla visione della scala tra terra e cielo avuta da Giacobbe.
Entrati attraverso il portale bizantino, costruito a Costantinopoli,ci troviamo all'ingresso, dal quale
parte una lunga scalinata per scendere nel luogo prescelto da Mikael Arcangelo. Questa volta si scende, a differenza degli altri due luoghi che ho descritto.
Nelle profondità della terra di Monte Sant'Angelo, in provincia di Foggia, possiamo
vivere un'esperienza bellissima di contatto con l’ Arcangelo .
Michael si materializzò palesemente in questo luogo, rivelandosi e manifestandosi quattro
volte nell'arco dei secoli.
Gli eventi delle sue apparizioni, trovano riscontro storico, antropologico e archeologico.
Ma è mettendo piede in questa grotta, vibrante di energie, che è possibile contattare la
presenza dell'imponente Arcangelo, a cui Dio ha affidato la protezione incondizionata di tutti gli umani che ne richiedano assistenza. Questa è una delle porte Sacre del Cielo.
Appena arrivati, può essere difficile percepire la sua presenza, a causa della folla di pellegrini e curiosi, che sempre riempie la grotta. Ma, se si entra nel proprio silenzio interiore, se Gli si chiede di aiutarci a percepirlo, ecco che Lui si fa strada e ti coinvolge, a volte ti travolge, ma, soprattutto, ti accoglie. Anche qui, come negli altri luoghi di culto è importante il salto di vibrazione, andare oltre la terza dimensione e tuffarsi in quella dimensione interiore, diversa, più vibrante, che ti permette il contatto col divino...
La statua sull’altare della grotta, differisce notevolmente rispetto alla tradizionale rappresentazione di Mikael:
la spada infatti anzichè essere in posizione d'azione, per trafiggere Satana, è posta dietro la testa dell'Arcangelo.
Il motivo è molto profondo e importante: in questo Luogo, il potente Michael ha già vinto sulle tenebre. Viene rappresentato quindi in posizione di trionfo.
La grotta
Il luogo, mai consacrato da mano umana, è distinta in due parti:
una appena si entra, costruita in muratura, chiamata la Navata Angioina e un'altra
allo stato naturale, una spelonca aperta nella natura stessa, sulla roccia calcarea.
Purtroppo, ma è solo un mio parere personale, qualche anno fa, il pavimento antico è stato sostituito da uno nuovo, assolutamente liscio e normale, forse per questioni di sicurezza.
Ma ancora più grave, sempre secondo me, è stata chiusa la piccola conca dove, dietro l’altare filtrava e gocciolava l’acqua benedetta da Michael.
Una volta entrati sulla sinistra a pochi passi, si ha la possibilità di vivere un'esperienza nell'esperienza: nella piccola cappella della Croce, è possibile sentire il soffio e il suono di Dio.Vi è custodito un frammento della croce in legno dove venne crocifisso Gesù, e , all’interno, l’energia è così potente che pare di sentire un suono.
1600 anni fa Mikael Arcangelo riempi questo luogo della sua presenza.
La prima apparizione
L'episodio del toro
Un giorno un ricco signore di Siponto faceva pascolare i suoi armenti sulla montagna del Gargano. All'improvviso scomparve il più bel toro. Dopo la lunga e affannosa ricerca lo trovò inginocchiato sull'apertura di una spelonca.
Preso dall'ira, scoccò una freccia contro l’animale ribelle, ma in modo inspiegabile, anziché colpire il toro, la freccia ferì ad un piede il ricco signore.
Turbato dall'evento, egli si recò dal vescovo, che, dopo aver ascoltato il racconto della straordinaria avventura, ordinò tre giorni di preghiere e di penitenza.
Allo scadere del terzo giorno, al vescovo apparve l'Arcangelo Michele che così gli parlò:
"Io sono l 'Arcangelo Michele
e sto sempre alla presenza di Dio.La caverna è a me sacra, è una mia scelta;
io stesso ne sono il vigile custode... Là dove si spalanca la roccia
possono essere perdonati i peccati
degli uomini... Quel che sarà qui chiesto
nella preghiera sarà esaudito. Va', perciò, sulla montagna
e dedica la grotta al culto cristiano".
Ma poiché quella montagna misteriosa e quasi inaccessibile era stata anche luogo di culti pagani, il vescovo esitò a lungo prima di decidersi ad obbedire alle parole dell'Arcangelo.
La seconda apparizione
L'episodio della Vittoria.
La seconda apparizione di S. Michele, detta "della Vittoria", viene tradizionalmente datata nell'anno 492.
Secondo la tradizione, la città di Siponto, assediata dalle truppe nemiche, era ormai vicina alla resa.
I1 vescovo S. Lorenzo ottenne dal nemico
una tregua di tre giorni e si rivolse fiducioso al Celeste Condottiero con la preghiera e il digiuno.
Allo scadere del terzo giorno, al vescovo apparve l'Arcangelo Michele che gli predisse una vittoria sicura e completa.
Questo messaggio riempì di speranza i cuori degli assediati. I difensori uscirono dalla città e diedero inizio ad una furiosa battaglia, accompagnata da folgori, tuoni e saette di straordinaria intensità. La vittoria dei Sipontini fu strepitosa.
La terza apparizione
L'episodio della Dedicazione
Secondo la tradizione nell'anno 493, dopo la vittoria, il vescovo era ormai deciso ad eseguire l’ordine del Celeste Messaggero e consacrare la grotta a S. Michele in segno di riconoscenza, confortato anche dal parere positivo espresso da papa Gelasio I (492-496).
Ma di nuovo gli apparve l'Arcangelo e gli annunzio che Egli stesso già aveva consacrato la Grotta.
Allora il vescovo di Siponto insieme ad altri sette vescovi pugliesi in processione con il popolo ed il clero Sipontino, si avviò verso il luogo sacro.
Durante il cammino, si verificò un prodigio: alcune aquile, con le loro ali spiegate, ripararono i vescovi dai raggi del sole. Giunti alla Grotta, vi trovarono già eretto un rozzo altare, coperto di un pallio vermiglio e sormontato da una Croce; inoltre, nella roccia trovarono l'orma del piede di un bambino.
Era il 29 Settembre, data dalla quale ancora oggi si festeggiano gli Arcangeli.
La Grotta stessa, come unico luogo di culto non consacrato da mano umana, ha ricevuto nei secoli il titolo di "Celeste Basilica".
Il segno soprannaturale lasciato da S. Michele è ancora oggi esistente e come si racconta, ricorda l'impronta del piede di un fanciullo posato sulla soffice neve.
La quarta apparizione
La guarigione dalla peste.
Era l’anno 1656 ed in tutta l’Italia meridionale infieriva una terribile pestilenza.
L’Arcivescovo Alfonso Puccinelli, non trovando alcun ostacolo umano da contrapporre all’avanzata dell’epidemia, si rivolse all’Arcangelo Michele con preghiere e digiuni.
Il Pastore pensò addirittura di forzare la volontà divina lasciando nelle mani della statua di San Michele una supplica scritta a nome di tutta la Città.
Ed ecco, sul far dell’alba del 22 Settembre, mentre pregava in una stanza del palazzo vescovile di Monte Sant’Angelo,
sentì come un terremoto e poi S. Michele gli apparve in uno splendore abbagliante
e gli ordinò di benedire i sassi della sua grotta scolpendo su di essi il segno della croce e le lettere M.A. (Michele Arcangelo).
Chiunque avesse devotamente tenuto con sé quelle pietre sarebbe stato immune dalla peste.
Il vescovo fece come gli era stato detto.
Ben presto non solo la Città fu liberata dalla peste, secondo la promessa dell’Arcangelo, ma tutti coloro che tali pietre ne richiedevano, dovunque si trovassero.
Ancora oggi la misteriosa energia racchiusa nella roccia di questa grotta, emana sensazioni inspiegabili di tale portata, da scuotere profondamente l'animo di ognuno che vi si rechi.
Non fa differenza se si tratti di un fedele o un ateo.
Questa è effettivamente una ponte fra Cielo e Terra.
Termino qui, invitandovi poi a leggere il prossimo post, dedicato a un altro luogo, sempre nel Gargano, dedicato al nostro Arcangelo, che pochi conoscono.
Come sempre, incontrare questi luoghi, significa incontrare Lui, ma soprattutto, incontrare se stessi e ricordare che Lui, se noi lo vogliamo, è con noi, in ogni nostro passo.
Questi luoghi lasciano una traccia profonda e, quando esci, non sei la stessa persona che è entrata.
Un abbraccio a tutti voi che avete la pazienza di leggere. Shanti
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti
Top
Ospite
I luoghi di Mikael - Monte Sant'Angelo
Messaggioda Ospite » 03/10/2009, 0:44
Come è Bello e come Vero quello che è scritto in questo post.
Lascio qui una poesia anonima che ho trovato affissa ad una Grotta della Val Brembana che visito spesso, trovo che si adatti molto bene alla Grotta di San Michele.
" Ogni luogo ha un suo volto
un suo messaggio, un suo dono.
Il volto della grotta è la contemplazione,
il messaggio è il silenzio,
il suo dono è la pace.
Nel cuore della roccia
c'è un segreto
che attira nel cuore dell'Universo:
la preghiera.
Tutti coloro che sono assetati
di Bellezza e di Infinito
vi potranno trovare
la pace del loro cuore. "
L'ho visitata quest'estate e devo dire che, davvero, trasuda antichità e forza, un senso di assoluto e di immensità: il profumo, inconfondibile, di Michele.
Un luogo in cui l'energia che scorre nel cuore della nostra amata Terra si congiunge a quella del Cielo.
Una cosa che amo tantissimo è la continuità con cui, nel tempo, questi posti sono stati 'riconosciuti' dall'uomo e, seppur con appellativi e funzioni diverse, sempre hanno potuto esercitare quel loro influsso benefico ed evolutivo sull'essere umano.
Prima che la Puglia venisse cristianizzata, presso il rlievo che ospita il santuario, si trovano attestati due luoghi di culto pagani: il primo, sulla cima, è dedicato a Calcante (il mitico indovino greco a cui Apollo concesse il dono della chiaroveggenza) ed il secondo a Podalirio (figlio di Asclepio e medico dai poteri prodigiosi)
Quello che è interessante è che, nei templi dedicati a Calcante si praticava quella che i romani definiscono 'incubatio' : questo rito consisteva nel passare un certo lasso di tempo (notturno) nel recinto di un santuario dove si dormiva in solitudine sulla nuda terra. Il tal modo ci si trovava esposti alla divinità e alla sua forza profetico-traumaturgica.
[informazione presa da un libretto davvero davvero interessante: "San Michele l'arcangelo armato" di Franco Cardini ]
Tocca di andarci a dormire !!!
E' bello pensare che lui è sempre stato li ... in attesa che noi lo riconoscessimo e lo scoprissimo....
http://www.cittadiluce.net/
fonte: alfredodecclesia.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento