10/03/17

in arrivo vaccinazioni obbligatorie in Puglia

di Gianni Lannes

  
Ogni giorno se ne inventano una per rendere la vita impossibile alla gente. Ora hanno preso di mira i bambini. Chiamatela dittatura addomesticata per far soldi sulla pelle dei minori e favorire le solite multinazionali del crimine medico, o se preferite terrorismo istituzionale. L’obiettivo è approvare una legge regionale che rende obbligatorie le vaccinazioni per i minori come requisito indispensabile per accedere ai servizi pubblici. La proposta normativa porta la firma di Fabiano Amati (pd) e Sabino Zinni (esp). Eppure in Puglia non si registrano emergenze o epidemie, e non esiste alcuna evidenza scientifica dell'utilità dei vaccini, oltretutto ancora imbottiti in deroga alla salute, dei tossici alluminio e mercurio. Peraltro la vaccinazione obbligatoria calpesta i diritti costituzionali ed universali di ogni essere umano. In ogni caso non si può fare un trattamento sanitario a un bimbo per la vaccinazione, ma piuttosto ai politicanti usciti di senno. Perché non aiutare invece concretamente le circa 18 mila persone che in Puglia sono affette da malattie rare, non previste dai LEA?


«Dopo l’introduzione dei nuovi livelli assistenziali di assistenza - ripete Amati - e l’approvazione nazionale vaccinale stiamo riflettendo con i tecnici se non sia il caso di estendere l’obbligo anche alle nuove vaccinazioni». Più o meno quello che ha già fatto calpestando il diritto costituzionale, la regione Emilia Romagna e che il ministro della cosiddetta “salute” tale Beatrice Lorenzin (quella che pubblicamente ha confuso i virus con i batteri, appena diplomata al classico, e quindi non laureata) ha di fatto sdoganato introducendo nuovi obblighi nel nuovo piano vaccinale nazionale.

Una volta l’obbligatorietà normativa veniva pagata - come nel caso Glaxo documentato dagli atti processuali fino alla Cassazione - in cui era coinvolto l’allora venduto ministro De Lorenzo, a suon di mazzette (600 milioni di lire), oggi invece usano la coercizione legislativa, ma sempre di un abuso istituzionale di potere si tratta. 

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