25/04/17

smascherati i vaccini di regime




di Gianni Lannes

 Sia chiaro: con la salute dei bambini non si scherza e non si fanno affari. «Solo in casi specifici, quali ad esempio alcuni stati di deficit immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica» (8 luglio 2016: documento FNOMCeO). «Negli asili nido deve esserci chiarezza, basta con alchimisti e stregoni, i nostri asili devono avere i bambini vaccinati. Basta propaganda, coi vaccini non si scherza» (13 Ottobre 2016, Matteo Renzi). «Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, per esempio, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati» (24 Ottobre 2016, Sergio Mattarella).  
 Secondo l’Istituto Superiore di Sanità «nel 2016, da gennaio a dicembre, ci sono stati 844 casi e 238 soltanto nel gennaio 2017». Ripetono in coro a reti unificate politicanti, camici bianchi e pennivendoli: “il morbillo è tornato per colpa di chi non si vaccina”. Comunque, nessun deceduto. Sempre in Italia, ogni giorno, mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e si calcola che 485 persone al dì muoiano di cancro (la stima è al ribasso, appartiene alle sole regioni dotate di registro tumori nel 2013). Sempre al 2013 si riferiscono gli 11.124 morti per leucemie e linfomi. Già, nel Paese che per diversi mesi all’anno, da anni, supera il limite delle polveri sottili e del benzene nessuna-amministrazione-nessuna ha mai promosso la circolazione di veicoli elettrici. Forse vogliamo mettere a confronto gli 844 malati di morbillo (vivi) con gli 11.124 morti di leucemie e linfomi? Vogliamo ammettere l’esistenza del danno post vaccinazione e pretendere studi comparativi?  




Il grido di allarme lanciato dalle istituzioni e dalle più alte cariche dello Stato - compreso il ministro della salute Lorenzin (non laureata) che ha confuso i virus con i batteri - ha destato allarme sociale e confusione di massa nella popolazione. Si tratta di un grave reato penale.  Dati ufficiali alla mano: prima degli anni Novanta, ogni lustro il morbillo si presentava a ondate epidemiche, e così tutti diventavano protetti entro una decina d’anni. L’87-89 per cento dei bambini è vaccinato contro il morbillo ma della durata della protezione degli adulti non si sa nulla. Più della metà di chi ha contratto la malattia di recente ha dai 15 ai 40 anni. Dei pochi casi analizzati in gennaio, un 12 per cento era stato vaccinato una o più volte, di un altro 7 per cento non si sa niente. Da precedenti studi è noto che circa il 5 per cento di vaccinati non è immunizzato. La protezione data dalla malattia, invece, dura tutta la vita. Nessuna autorità medica o comunque istituzionale ha mai verificato quanta parte di popolazione sia effettivamente immunizzata, naturalmente o in seguito a vaccino, quindi non si conosce la percentuale dell’immunità di gregge da morbillo, a maggior ragione fra i ventenni-quarantenni che non hanno contratto la malattia.  



Da una tabella sull’incidenza del morbillo nei Paesi europei si evince che l’elevato numero di vaccinati non coincide con assenza o poca presenza di malattia. In ogni caso l'utilità dei vaccini non può essere stabilita da chi i vaccini li produce e ha interesse a trarne profitto, specie se la produzione è nelle mani di individui senza scrupoli, il cui scopo non è certo la tutela della salute umana o il bene comune.

Così, se, come affermano le autorità “le morti per morbillo e pertosse cominciano a farsi rivedere a causa del calo delle vaccinazioni”, è auspicabile che il nesso tra calo delle vaccinazioni e le morti per morbillo e pertosse, sia un fatto semplice da accertare e dimostrare. Infatti, è sufficiente l’ultima rilevazione sulla mortalità infantile, per constatare come le affermazioni del presidente della Repubblica, dell’ordine dei medici, di Renzi e della Lorenzin   siano assolutamente prive di qualsiasi fondamento. I fatti  relativi alla mortalità infantile per morbillo e pertosse, secondo il più accreditato istituto nazionale di statistica, attestano che:

«In Italia, dal 1887 al 2011, il tasso di mortalità sotto i 5 anni diminuisce progressivamente; nel 1895 la mortalità sotto i 5 anni in Italia è pari a 326 per mille nati vivi ed è dovuta nel 65% dei casi (212, in tutto) a malattie infettive;  nel gruppo residuale delle altre malattie infettive e respiratorie (14% della mortalità) si annoverano il morbillo (responsabile di circa il 3% dei decessi), la meningite (3%), la pertosse (2%), e la malaria (2%); negli anni successivi, fino al 1931, il tasso di mortalità si dimezza passando a 170 per 1.000 nati vivi.   Alcune malattie infettive, infatti, come vaiolo e difterite, arrivano quasi a scomparire, nel periodo in esame, altre (scarlattina, pertosse, morbillo e malaria) diminuiscono in maniera consistente (ma, del vaccino, in quel periodo non vi è ancora traccia)».

Questi riscontri statistici rivelano che morbillo e pertosse non sono mai stati un vero problema epidemiologico, per l’Italia, ma che essi erano naturalmente diminuiti, fin quasi a scomparire, già nel lontano 1931, ovvero diversi decenni prima che le vaccinazioni specifiche fossero introdotte dalle normative.
Inoltre, il più qualificato documento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici - che preannuncia sanzioni disciplinari ai medici che sconsigliano le vaccinazioni - oltre a porsi in contrapposizione con il dettato dell’articolo 4 del Codice Deontologico Professionale (“L’esercizio della Medicina è fondato sulla libertà e sull’indipendenza della professione”), cita, a sostegno dell’utilità dei vaccini, opere di autorevoli e stimati scienziati   che, però hanno lavorato e costruito la propria carriera proprio sui vaccini. 

I vaccini sono “farmaci”: in greco la parola farmaco deriva dapharmakon, che significa “veleno”. Un dato allarmante riguarda proprio le malattie dovute all’abuso o all’uso non corretto dei farmaci (malattie iatrogene) che, secondo i dati della rivista dell’Ordine dei medici americano (Jama), rappresentano la terza di causa di mortalità negli Stati Uniti.   

D’altra parte, se i vaccini fossero sicuri e la loro somministrazione non comportasse rischi perché mai in Italia è in vigore la legge 210 del 1992, sui danni provocati dai vaccini? Perché mai l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicherebbe, proprio alla sicurezza dei vaccini, un libro di oltre 200 pagine, intitolato “I basilari della sicurezza dei vaccini”? (WHO: Vaccine Safety Basics. 2013)? Perché gli Stati Uniti d’America si sarebbero dotati del cosiddetto “VAERS”, ossia il “Vaccine Adverse Event Reporting System”, ossia un sistema di registrazione degli eventi nocivi dei vaccini, nell’ambito di un programma nazionale di sorveglianza sulla sicurezza dei vaccini? Perché il VAERS si occupa della sorveglianza sulla sicurezza che si effettua dopo che il vaccino è stato immesso in commerci, ed è co-sponsorizzato,   dai Centers for Disease Control (CDC) e dalla Food & Drug Administration (FDA)? Perché mai esisterebbe il National Vaccine Injury Compensation Program (NVICP), ovvero il programma federale che prevede risarcimenti per tutti coloro che hanno subìto danni da vaccini, e l’obbligo da parte di chi somministra vaccini, nel caso delle vaccinazioni pediatriche, di informare accuratamente i genitori, riguardo al rapporto rischi/benefici delle vaccinazioni? Come mai se ora su “PubMed” (il motore di ricerca della US National Library of Medicine) digitiamo “vaccine toxicity” (tossicità dei vaccini), “Vaccine adverse effects” (effetti nocivi dei vaccini) o “vaccine side effects” (effetti collaterali dei vaccini), otteniamo, rispettivamente, oltre 5.113, oltre 31.031 e oltre 33.402 articoli scientifici (in costante e progressivo aumento!)? Ma cosa avranno mai rilevato così tanti scienziati, in numerose pubblicazioni sulla tossicità dei vaccini, se i vaccini secondo la vulgata corrente delle autorità sono “innocui” fanno solo bene e si possono anzi, si devono assumere per imposizione?


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il mercato dei vaccini (nelle grinfie affaristiche di Novartis, Pfizer, Sanofi, Glaxo Smith Kline, Merck e Astra Zeneca) ammontava a 5 miliardi di dollari USA nel 2000 ed è passato a 24 miliardi nel 2013, mentre nel 2025 toccherà i 100 miliardi. Come si raggiunge il traguardo dei 100 miliardi di dollari, se non incentivando le pratiche di vaccinazione di massa, a tutti i livelli (sociale, sanitario, politico, amministrativo? A proposito: c’è una corrispondenza tra gli interessi di chi tutela (si fa per dire) la salute pubblica e quelli di chi produce farmaci e vaccini?La risposta si trova in un documento ufficiale del Parlamento Britannico: “L’influenza dell’industria farmaceutica”.   

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