22/02/15

i Malaspina



è il cognome della nobile famiglia italiana di origine longobarda, discendente dal ceppo obertengo dei marchesi di Toscana, che resse a cominciare dal XIII-XIV secolo i tanti feudi della Lunigiana e, dal XIV secolo, il marchesato di Massa e Carrara.

Storia

Il capostipite fu Oberto, Conte di Luni nel 945 e nominato Marchese della Marca di Liguria dal re d'Italia Berengario II nel 951.

Nel 1004 il nipote di Oberto, Oberto Obizzo I, combatté insieme al re Arduino contro i Vescovi-Conti di Luni: fu solo il primo incontro-scontro che la famiglia ebbe con i Vescovi della cittadina di fondazione romana.

Da lui discendono il figlio Oberto Obizzo II (?-1090) ed il nipote Alberto (?-1140), il primo a farsi chiamare Malaspina (e per questo a volte considerato il vero capostipite della famiglia).

Sulle origini del cognome ci sono varie teorie: alcuni le fanno risalire addirittura ai tempi di Anco Marzio (come illustrano i dipinti nelle sale del Castello di Fosdinovo), alcuni pensano ad un episodio di uccisione di un nemico tramite una grossa spina, altri ancora le collegano alla probabile brutta condotta da parte di Alberto o qualche suo parente.

Alberto Malaspina ampliò i possedimenti della sua famiglia, portandosi dagli Appennini a ridosso della Lunigiana ed entrando in conflitto con Genova ed i Vescovi di Luni.

Nel 1124, nel trattato di pace di Lucca, si fa riferimento a divisioni di beni che coinvolgono i discendenti di Oberto che, nel tempo, daranno vita a diverse e celebri famiglie nobili europee: Brunswick, Estensi, Pallavicino, dei Marchesi di Massa, Sardegna e Corsica e dei Malaspina.

Il figlio di Alberto, il Marchese Obizzo Malaspina (?-1185), combattete dapprima contro Federico Barbarossa a sostegno dei Comuni ribelli, ma poi, quando Federico prese il sopravvento, lo sostenne e lo appoggiò nella battaglia contro Milano (1157). Questi lo ricompensò investendolo dei domini di Liguria, Lunigiana, Lombardia ed Emilia. Nel 1176, però, Obizzo, dopo aver scortato il Barbarossa a Pavia, si alleò a sorpresa con la Lega Lombarda e attaccò l'imperatore. Anche proprio per questo doppio, se non triplo gioco, il Barbarossa fu sconfitto nella Battaglia di Legnano. Nella Pace di Costanza, Obizzo fu comunque perdonato da Federico, che gli confermò i suoi possedimenti. I due ultimi eventi (la Battaglia di Legnano e la Pace di Costanza) sono raffigurati nei dipinti conservati nel salone del Castello di Fosdinovo che tengono la firma di Gaetano Bianchi (fine '800).

Obizzo ebbe due figli: Obizzone e Moroello. I discendenti del primo figlio verranno chiamati Malaspina dello Spino Secco, i discendenti del secondo verranno chiamati Malaspina dello Spino Fiorito (1221).

Figlio di Obizzone fu Corrado Malaspina (che Dante chiama "l'antico"), che ottenne tutti i possedimenti alla destra del Magra più il territorio di Villafranca, che si trova sulla sinistra del fiume. Da lui discese Franceschino Malaspina, che prese parte alle guerre tra guelfi e ghibellini e ospitò più volte Dante durante il suo esilio in Lunigiana, nominandolo suo procuratore e procuratore degli altri Malaspina (compresi alcuni dell'altro Ramo) nelle trattative di pace con il Vescovo di Luni Antonio da Camilla, che porteranno alla Pace di Castelnuovo (1306). Altro discendente celebre è Corrado Malaspina il Giovane, a cui Dante si rivolge nell'VIII Canto del Purgatorio per riconoscenza nei confronti della sua famiglia.

Discendente di Moroello fu invece Obizzino Malaspina, che ricevette tutti i possedimenti alla sinistra del Magra. Ebbe tre figli: Bernabò, Isnardo e Alberto.

Proseguendo, la spartizione delle terre tra gli eredi di numero sempre crescente portò ad un frazionamento dei domini in feudi sempre più piccoli. La storia dei vari feudi è riportata in seguito.

I Malaspina appoggiarono ora i ghibellini ora i guelfi. Come appartenente alla fazione guelfa prese parte alle lotte dei Lombardi contro gli Hohenstaufen. Con Moroello dei Malaspina di Giovagallo fu a capo dei guelfi toscani che difesero Firenze contro Enrico VII. La fazione ghibellina toscana a difesa di Enrico VII fu guidata da un altro esponente della famiglia, Spinetta Malaspina detto il Grande.

Ebbe anche un'ampia e compatta signoria nella zona a nord di Genova (area delle Quattro province), nelle valli dei fiumi Trebbia e Staffora. Entrambe le signorie, quella della Lunigiana e quella a nord di Genova (detta lombarda), andarono ben presto sfaldandosi per l'adozione del diritto longobardo che prevedeva la spartizione dei beni (e anche dei feudi) tra tutti i figli maschi.

Alcuni esponenti dei Malaspina ressero una parte del Giudicato di Torres nei secoli XIII e XIV secolo e soprattutto, dal XV al XVIII secolo, il ramo dei Cybo-Malaspina governò il principato indipendente di Massa e Carrara (poi Ducato di Massa e Carrara). Possedimenti sardi dei Malaspina:Castello di Serravalle (Bosa) con le curatorie di Planargia e Costa de Addes; Castello di Osilo (Osilo) con le curatorie di Montes, Figulinas e Coros.

Gli appartenenti alla famiglia avevano il titolo di Principi di San Colombano.

Origini della casata

I Malaspina sono una delle famiglie discese dal ceppo degli Obertenghi, il cui capostipite fu Oberto I (Otbert o Odebertus), che fu attorno alla metà del X secolo conte palatino (conte del Sacro Palazzo di Pavia e massima autorità giudiziaria nel Regno), e dal 951 marchese di Milano e conte di Luni e della marca da lui detta Obertenga, nella Liguria Orientale, comprendente i comitati di Milano, Genova, Tortona, Bobbio, Luni e zone limitrofe.

Questo ampio territorio andò riducendosi e spezzettandosi, sia per le divisioni ereditarie (non avendo l'istituto del maggiorascato), sia per avvecendamenti con altre famiglie (Fieschi, Spinola, Doria ed altri) e sia per la pressione dei nascenti comuni (Milano, Genova, Piacenza, Tortona, Pavia e Bobbio).

Da Oberto I, attraverso i successivi discendenti Oberto II, Oberto Obizzo I, Alberto I, Oberto Obizzo II, si giunge ad Alberto o Adalberto (morto nel 1140) detto Malaspina, capostipite della famiglia. Il figlio Obizzo I ("il grande") (morto nel 1185) ebbe nel 1164 confermati i suoi feudi dall'imperatore Federico I e fu nominato vassallo imperiale: essi si componevano già dei due blocchi storici: parte della Liguria (Tigullio, Cinque Terre e Levanto sul mare, persi per acquisizioni di Genova e dei Fieschi), con la Lunigiana e la Garfagnana e la zona delle valli del Trebbia (fino a Torriglia), la Val d'Aveto (fino a Santo Stefano d'Aveto) e Staffora (Oltrepò); e in quella che allora si diceva Lombardia (Val Bormida e Oltregiogo).

Dei suoi vari discendenti nel 1220 erano viventi i soli Corrado e Obizzino, confermati dall'imperatore nei loro feudi invero alquanto ridotti per le cessioni fatte specie a Piacenza. Nel 1221 essi divisero le loro signorie: Corrado ebbe la Lunigiana a ovest del Magra e la val Trebbia in Lombardia, dando origine al ramo dello Spino Secco; Opizzino ebbe la Lunigiana a est del Magra e la valle Staffora in Lombardia, dando origine al ramo dello Spino Fiorito.

Linea dello Spino Secco

Dai figli di del capostipite Corrado, ricordato da Dante Alighieri come l'antico, derivarono (divisione effettuata nel 1266) quattro ulteriori linee.

Malaspina di Mulazzo

Trassero origine da Moroello (morto nel 1284), che oltre al castello di Mulazzo in Lunigiana, principale castello della linea dello Spino Secco, possedeva feudi in Val Trebbia attorno a Ottone, e partecipazioni nei domini della famiglia in Sardegna. La linea primogenita tenne sempre il marchesato di Mulazzo fino all'abolizione del feudalesimo, e si estinse (1810) con il marchese Alessandro Malaspina, celebre politico e navigatore. Il marchesato, sovrano dal 1266 al 1797 e feudo imperiale fin dal 1164, si estese con varie acquisizioni anche su Pozzo, Montereggio, Montarese, Castagnetoli (dal 1746), Calice, Veppo e Madrignano (questi tre ultimi dal 1710 fino al 1772sono amministrati dalla linea minore, quando per difficoltà finanziarie furono venduti al granduca di Toscana). Nel XVI secolo si distaccarono temporaneamente le linee di Madrignano (1523-1634) e di Monteregio (1523-1646) e il feudo di Mulazzo dal 1473 fu governato ad anni alterni fino al 1776 da due linee familiari conosciute come "Malaspina del Castello" e "Malaspina del Palazzo". La linea diretta maschile si estinse con il famoso esploratore Alessandro Malaspina. Suoi sovrani furono:

Moroello dal 1355 ha l'investitura imperiale del feudo
Antonio 1365-1406
Azzone -1473
Cristoforo -1511
Azzone II
Gian Paolo -1517 e Gian Gaspare -1531 (del Palazzo)
Moroello II -1573 e Gian Cristoforo -1574
Francesco Antonio -1574
Giampaolo II -1584 e Gian Gaspare II -1584
Leonardo -1605 e Anton Maria -1600
Gian Vincenzo - 1623
Ottavio -1646 e Gian Cristoforo II -1643
Moroello III -1657
Azzo Giacinto -1674 e Corrado -1676
Carlo Maria -1705 e Obizzo -1691
Azzo Giacinto II -1746 e Gian Cristoforo III -1763
Carlo Moroello -1774 e Cesare -1776
Azzo Giacinto III -1797 (e Luigi -1797, de jure)

Tra le linee collaterali derivate da questa di Mulazzo ricordiamo:

Malaspina di Cariseto e Godano, da Cariseto  fraz. di Cerignale in Val Trebbia, trassero origine da Antonio (morto nel 1477), figlio di Antonio di Mulazzo, e si estinsero nel giro di due generazioni: il marchesato di Cariseto passò ai Fieschi nel 1540 e successivamente ai Doria.

Malaspina di Santo Stefano, da Santo Stefano d'Aveto, in una valle tributaria della Val Trebbia, trassero origine da Ghisello I (morto nel 1475), figlio di Antonio di Mulazzo; già nel 1495 vendettero il marchesato di Santo Stefano ai Fieschi, mantenendo i feudi di Gòdano e Bolano (entrambi in val di Vara, intermedia tra la Lunigiana e la Val Trebbia), e si estinsero nel XVII secolo, lasciando i loro feudi alla linea principale di Mulazzo.

Malaspina di Edifizi, da Edifizi fraz. di Ferriere in val Nure, trassero origine da Pietro, figlio di Ghisello I di Santo Stefano, e si estinsero nel 1624.

Malaspina di Casanova (da una Casanova probabilmente presso Ottone), trassero origine da Antonio, figlio (forse) di Barnabò di Mulazzo, e si estinsero nel XVIII secolo dopo aver venduto il feudo ai Doria nel XVI secolo.

Malaspina di Croce (da Croce Fieschi nell'Appennino ligure) che venderono il feudo ai Fieschi nel 1504.

Malaspina di Fabbrica, da Fabbrica fraz. di Ottone (da non confondersi con Fabbrica Curone di cui erano marchesi un ramo dei Malaspina di Varzi), trassero origine da Moroello, figlio di Bernabò o di Galeazzo di Mulazzo, venderono nel 1540 il feudo ai Fieschi, sopravvissero alla fine del feudalesimo ed esistono tuttora.

Malaspina di Ottone, da Ottone in Val Trebbia, trassero origine da Giovanni, figlio di Bernabò o di Galeazzo di Mulazzo; venderono il feudo nel 1540 ai Fieschie si estinsero all'inizio del XIX secolo.

Malaspina di Orezzoli, da Orezzoli fraz. di Ottone, trassero origine da Galeazzo figlio di Giovanni di Ottone, si ramificarono moltissimo; estinti nel XVIII secolo nella linea principale, esistono ancora in varie linee collaterali. Da una di esse, residente a Bobbio, derivò per adozione la linea dei Malaspina-Della Chiesa, marchesi di Volpedo e Carbonara.

Malaspina di Frassi, da Frassi fraz. di Ottone, trassero origine da Giovanni, figlio di Galeazzo di Orezzoli, ed esistono tuttora in varie linee. Venderono il feudo nel 1656 ai Doria.

Malaspina di Madrignano, linea indipendente dal 1355 con Azzone fino al 1631. La linea indipendente fu ricostituita dal 1710 al 1772 con i consignori di Mulazzo (linea del Palazzo).

Sui marchesi furono:

Azzone II 1446
Bonifazio 1531-55
Stefano -1592
Bonifazio II
Stefano II -1600
Giulio Cesare -1631.
Rinaldo di Suvero
Moroello di Mulazzo.
Gian Cristoforo II 1710-63, consignore di Mulazzo
Cesare -1772, consignore di Mulazzo.

Malaspina di Castevoli

Linea autonoma dal XV secolo costituitasi con Azzone di Antonio di Mulazzo, possedeva anche i feudi di Stadomelli, Cavanella ed il governo congiunto di Villafranca. I principali esponenti furono Tommaso II (-1603) e il figlio Francesco (-1649). La linea diretta si estinse nel 1759 e con il consenso imperiale il feudo fu unificato con quello di Villafranca (1796). Dal 1794 iniziarono le rivolte contro il governo autoritario del marchese Tommaso III. Dal 1757 una parte del feudo fu acquisito dalla linea di Mulazzo.

Suoi Marchesi:

Azzone 1465
Cristofano
Tommaso -1547
Giovan Battista consignore di Villafranca 1547-61
Tommaso II -1603
Francesco -1649
Niccolò -1676
Clarice -1678.
(Alfonso 1561-1584; linea di Stadomelli)
(Alessandro -1604)
(Marzio -1616)
(Scipione -1656)
Alfonso III 1678-1722, erede di Castevoli
Scipione II -1744.
Opizzone Paolo -1759
Tommaso III -1797, erede di Villafranca

Malaspina di Giovagallo

Trassero origine da Manfredo, figlio di Corrado l'antico verso il 1260. Possedevano il castello di Giovagallo (fraz. di Tresana in Lunigiana) con la zona circostante. Si estinsero nel 1365, e i loro feudi passarono alla linea di Villafranca (vedi sotto), mentre gran parte del marchesato fu assorbito da quello di Tresana.

Malaspina di Villafranca

Trassero origine da Federico, figlio di Corrado l'antico, ed ebbero il castello di Malnido a Villafranca in Lunigiana con le terre vicine. Le successive divisioni ereditarie, le guerre e la perdita di numerosi territori nelle valli vicine della Vara, Aulella e Taverone, portano la linea familiare alla povertà e decadenza. Dal XVI secolo si pongono sotto la protezione (accomandigia) di Modena e per la loro lealtà, con decreto del 3 maggio 1726 il duca Rinaldo d'Este di Modena gli concede la denominazione "Malaspina Estensi". Lo staterello si estendeva su Garbugliaga, Beverino, Villa, Rocchetta di Vara, castello della Virgoletta, e castello di Malnido a Villafranca, sede congiunta con i consignori della linea di Castevoli. I marchesi sovrani furono

Federico -1367
Spinetta -1402
Federico I -1406
Gabriele -1437
Giovanni Spinetta -1469
Tommaso - 1521
Bartolomeo -1549
Federico II -1580
Alfonso -1601 e Scipione -1656
Tommaso e Federico III -1603
Bartolomeo II -1628.
Annibale -1652
Niccolò - 1697
Giovanni -1715
Annibale II Malaspina Estense -1721
Federico IV Estense -1786
Giovanni II Estense -1796.
Tommaso III -1797 (linea di Castevoli)

Si sono molto ramificati, sopravvivendo alla fine del feudalesimo, ed esistono tuttora in varie linee. Di esse alcune hanno avuto proprie signorie e un'identità separata. Ricordiamo:

Malaspina di Cremolino, da Cremolino nel Monferrato, trassero origine da Tommaso I (1361), figlio di Federico di Villafranca e di Agnese del Bosco, di stirpe aleramica, da cui provennero i suoi feudi (comprendenti anche la consignoria sulla città di Ovada); si estinsero nel XVI secolo.

Malaspina di Lusuolo, da Lusuolo fraz. di Mulazzo in Lunigiana, trassero origine da Azzone (morto nel 1364), figlio di Opizzino di Villafranca, eredita anche i feudi dei Malaspina di Giovagallo ormai estinti (vedi sopra). Si estinsero nel XVII secolo dopo aver venduto i loro feudi al Granduca di Toscana.

Malaspina di Tresana, da Tresana in Lunigiana, già feudo dei Malaspina di Giovagallo, trassero origine da Opizzino, figlio di Giovanni Jacopo di Lusuolo, e si estinsero con Guglielmo nel 1652.

Malaspina di Licciana, da Licciana Nardi in Lunigiana, trassero origine da Gian Spinetta, figlio di Giovanni Spinetta di Villafranca e divennero una linea indipendente dal 1535; ebbero il feudo di Licciana e si estinsero alla fine del XVIII secolo, poco prima dell'abolizione del feudalesimo. Il marchesato estendeva la propria sovranità anche su Panicale, Monti, Piancastelli, Solaro, Bigliolo, Catanasco, Mulesano, Amola. Ferdinando nel tentativo di porsi sotto la protezione della Spagna venne ucciso nel corso di una rivolta popolare nel 1611. Dal 1778 è posto sotto il protettorato modenese e la linea familiare nel 1783 eredita parte del feudo della Bastia. Dopo Ignazio lo staterello è ereditato dalla linea di Podenzana (1795)

Suoi marchesi furono:

Jacopo 1535-80, nel 1549 riceve l'investitura imperiale
Cornelio
Alfonso -1600
Ferdinando -1619
Obizzo -1641
Jacopo II -1669
Obizzo II -1704
Jacopo Antonio -1746
Francesco Maria -1749
Cornelio -1778
Ignazio -1794
Amedea -1796.
Alfonso -1797 (linea di Podenzana e Aulla)

Malaspina della Bastia, da Bastia, fraz. di Licciana Nardi, trassero origine da Fioramonte II, figlio di Gian Spinetta di Licciana (-1528) come linea indipendente dal 1535. Nel corso del XVII secolo il feudo fu funestato dalle vicende criminose di Nestore, fratello minore del marchese Carlo, i cui arbitrii terminarono solo con al sua uccisione durante una violenta rivolta popolare, nonostante l'intervento arbitrale del granduca di Toscana. Nel 1704 lo staterello si pone sotto il protettorato toscano, accogliendo un auditore ed un podestà nominati dal governo fiorentino. Si estinsero nel 1783, lasciando il feudo alla linea di Ponte Bosio. La marchesa Anna,consorte del marhcese Giovanni, donna bellissima, fu inviata a Versailles nel tentativo di sostituirla come favorita di Luigi XV alla Pompadour, ma ritornò nel suo feudo solo con una modesta pensione concessa dal re.

Fioramonte II di Licciana 1535-74
Camillo -1619
Camillo II -1629
Ippolito-1641
Francesco -1671
Serafino -1736
Antonio -1740
Giovanni -1783.
Claudio -1797 (linea di Pontebosio)

Malaspina di Terrarossa, da Terrarossa, fraz. di Licciana Nardi, trassero origine da Fabrizio, figlio di Fioramonte di Bastia, che vendette il suo feudo al Granduca di Toscana nel 1617; si estinsero nel giro di due generazioni.

Malaspina di Ponte Bosio, da Pontebosio, fraz. di Licciana Nardi, trassero origine da Ludovico I, nipote abiatico di Fioramonte della Bastia e divenendo linea sovrana dal 1631, ricevendo l'investitura imperiale nel 1639; ereditarono il feudo di Bastia nel 1783 e nel 1794 parte di quello di Licciana; sopravvissero alla fine del feudalesimo ma si estinsero nel XIX secolo.

Suoi marchesi furono:

Ludovico 1579-21
Giulio II -1662
Claudio -1662
Ferdinando -1722
Ludovico II -1748
Giulio III -1768
Claudio II -1797
Giulio IV -1797.

Malaspina di Monti, da Monti fraz. di Licciana Nardi, trassero origine da Moroello (1535-75), figlio di Gian Spinetta di Licciana e si estinsero in due generazioni con Orazio (1575-85).

Malaspina di Suvero, da Suvero, fraz. di Rocchetta di Vara (in provincia della Spezia ma al confine con la Lunigiana), ebbero origine nel 1535 da Rinaldo, figlio di Gian Spinetta II di Licciana; ereditarono Monti, poi venduto nel 1664 alla linea di Podenzana e sopravvissero alla fine del feudalesimo. Esistono tuttora. Torquato (-1594) fece molto per il proprio staterello, favorendo iniziative filantropiche e con la costituzione di un "monte frumentario" per prevenire le carestie. Dopo la guerra ereditaria tra Rinaldo II e Spinetta della linea di Olivola (1627) il feudi imperiali godette di una relativa tranquillità fino all'invasione spagnola del 1733 che distrusse il possente castello.

I marchesi sovrani furono:

Rinaldo 1535-63
Torquato -1594
Rinaldo II -1639
Pier Torquato II -1663
Francesco Antonio -1714
Torquato III -1736
Rinaldo III -1770
Francesco Antonio II -1771
Torquato IV -1796.

Malaspina di Podenzana, da Podenzana in Lunigiana, trassero origine da Leonardo, figlio di Gian Spinetta di Lusuolo nel 1536. Alessandro nel corso della Guerra di Successione spagnola divenne governatore imperiale di Aulla, spossessandone i genovesi Centurione, proprietari dal 1543; rifiutatosi di giurare fedeltà al re di Spagna Alessando si vide demolito la possente rocca nel 1706, tuttavia ne entrò definitivamente in possesso dal 1710 come marchese di Aulla, acquistando dall'imperatore il feudo per 30.000 fiorini. Nel 1794 ereditano una parte di Licciana; si estinsero alla fine del XVIII secolo, contemporaneamente all'abolizione del feudalesimo. Oltre Podenzana e Aulla possedevano anche, Montedivalli, Amola e 1/4del feudo di Monti.

Furono marchesi sovrani:

Leonardo 1535-65
Alessandro -1587
Leonardo II -1637
Francesco -1676
Alessandro II -1712
Francesco II Maria -1754
Alessandro III -1789
Alfonso -1797.

Malaspina di Pregòla

Trassero origine da Alberto (morto nel 1298), figlio di Corrado l'antico. Ebbero il feudo di Pregòla (fraz. di Brallo di Pregola) con un vasto territorio sul lato sinistro della Val Trebbia (il fiume divideva i loro feudi da quelli del ramo di Mulazzo), a monte di Bobbio. Nel 1304 Corradino Malaspina signore della rocca di Carana (Corte Brugnatella) (non compresa nella donazione del Barbarossa, ma donata in feudo dall'abate di Bobbio Rainerio in cambio del diritto di riscuotere il pedaggio sulla strada della Val Trebbia) d'accordo con Visconte Pallavicino e l'Abate di Bobbio Guido prende Bobbio e la trasforma in una signoria costruendovi l'attuale castello; nel 1341 i Visconti di Milano si impossessano di Bobbio e di Corte Brugnatella, togliendogli la rocca di Carana e distruggendo il castello nero (da colore delle pietre) ma lasciando la torre di guardia sul Bricco (805 m), dopo il 1347, quando muore Corradino, il feudo viene ridato ai figli, ma nel 1361 lo devono cedere sempre ai Visconti e poi nel 1436 passa ai Dal Verme divenuti Conti di Bobbio e Voghera; inoltre gli viene tolta la zona dell'antica parrocchia di San Cristoforo nella Valle del Carlone, rimanendogli solo Dezza che era sempre nella parrocchia di San Cristoforo e dandola ai Malaspina di Pregòla. Con una prima divisione nel 1347 si staccarono i feudi di Prato (fraz. di Cantalupo Ligure, nella Val Borbera, adiacente alla Val Trebbia) e di Corte Brugnatella, che ebbero breve vita. Nella successiva divisione del 1453 si determinarono i quattro quartieri del marchesato di Pregola, ognuno infeudato a un distinto ramo della famiglia.

Questi rami furono dunque:

Malaspina di Vezimo, da Vezimo fraz. di Zerba in Val Trebbia, si estinsero alla fine del XVI secolo.

Malaspina di Pei e Isola, da Pei, frazione di Zerba, e Isola, località ormai disabitata in comune di Brallo di Pregola, si estinsero nel XVII secolo (ma forse esistono ancora loro discendenti tra i Malaspina della zona, di cui si ignora la genealogia).

Malaspina di Alpe e Artana, da Alpe fraz. di Gorreto e Artana fraz. di Ottone, si estinsero nel XVII secolo.

Malaspina di Pregòla, Campi e Zerba, da Zerba e Campi fraz. di Ottone, diedero origine alla linea che, acquistando la maggior parte delle quote del feudo principale, riebbe in esclusiva il titolo di Marchesi di Pregòla (ricordati ed omaggiati sempre durante la festa e la sfilata medioevale in costume di Bobbio che si tiene nella festa di San Colombano a novembre). Con il marchese Oliviero, ottennero nel 1541 l'investitura come feudo imperiale e tale rimase nonostante le aspre contese con i Savoia fino alla fine del feudalesimo in Italia (1797). L'ultimo marchese titolare del feudo fu Baldassarre che ebbe forti pressioni dalla corte di Torino per rinunciare ai sui diritti feudali. Per motivi ereditari il feudo era divenuto un condominio con altri rami della famiglia e con marchesi Pallavicino di Cabella che, con Gerolamo, avevano usurpato nel 1660 porzioni pro quota del feudo malaspiniano. Nel 1782 Gian Galeazzo Malaspina di Santa Margherita, Antonio Giuseppe Malaspina di Orezzoli, eredi di Corrado Malaspina di Pregòla (la cui vedova Maria Teresa Farnese dal Pozzo dal 1777 era divenuta pensionaria dei Savoia) e Giovan Carlo Spinola Pallavicino, rivendicano presso la corte di Vienna le loro prerogative feudali nei confronti della politica annessionista dei Savoia, facendo intervenire l'imperatore.
La linea diretta sopravvisse alla fine del feudalesimo, e resta tuttora un ramo della famiglia emigrato in Grecia e attualmente negli USA.

Linea dello Spino Fiorito

Da tre nipoti e un figlio superstite del capostipite Opizzo Malaspina detto Obizzino, per divisione attuata nel 1275, ebbero origine quattro ulteriori linee.

Malaspina di Varzi

Discesero da Azzolino, nipote di Obizzino e figlio di Isnardo, che morì prima della divisione del 1275; Azzolino ebbe in comune con il fratello Gabriele un terzo delle signorie del nonno Obizzino, parte in Lunigiana e parte in Lombardia, e successivamente, in accordo col fratello, tenne per sé i soli feudi lombardi, localizzati in valle Staffora attorno a Varzi. Il marchesato di Varzi fu diviso tra i tre figli di Azzolino: la linea di Isnardo, che possedeva Menconico, si estinse nel XV secolo, le altre due invece sopravvissero:

Malaspina di Fabbrica, da Fabbrica Curone in una valle adiacente alla valle Staffora, discendevano da Obizzo figlio di Azzolino. Si estinsero alla fine del XIX secolo dopo che erano divenuti Sforza-Malaspina.

Malaspina di Varzi (linea primogenita), si estinse nel XIX secolo dopo essersi molto ramificata e aver perso gradualmente il controllo del marchesato.
Forse ne esistono ancora discendenti tra i molti Malaspina della valle Staffora, di cui si ignora la genealogia, provenienti da rami decaduti. Da essi derivarono dei rami che acquisirono una propria identità:

Malaspina di Santa Margherita, da Santa Margherita, fraz. di Santa Margherita di Staffora, trassero origine da Cristoforo (morto dopo il 1420), si estinsero nel 1821.

Malaspina di Casanova, da Casanova Staffora, fraz. di Santa Margherita di Staffora, ebbero origine da Baldassarre figlio di Bernabò di Varzi, e si estinsero nel XVII secolo.

Malaspina di Bagnaria, da Bagnaria di cui avevano solo il titolo nominale, ebbero origine da Bernabò figlio di Bernabò di Varzi, e si estinsero nel XVII secolo.

Malaspina di Fivizzano

Discesero da Gabriele, nipote di Obizzino e figlio di Isnardo, che morì prima della divisione del 1275; Gabriele ebbe in comune con il fratello Azzolino un terzo delle signorie del nonno Obizzino, parte in Lunigiana e parte in Lombardia, e successivamente, in accordo col fratello, tenne per sé i soli feudi in Lunigiana, consistenti nel castello della Verrucola presso Fivizzano, e dei territori circostanti nella Lunigiana orientale. Dei tre figli di Gabriele, Isnardo lasciò una discendenza che si estinse nel XV secolo, lasciando Fivizzano alla Repubblica di Firenze di cui erano alleati, e determinando quindi la presenza fiorentina prima e toscana poi in Lunigiana (la futura Lunigiana Granducale contrapposta a quella malaspiniana e poi modenese); Spinetta si mise al servizio di Verona e la sua discendenza si chiuse coi suoi figli; Azzolino ebbe Fosdinovo e diede origine alla linea dei Malaspina di Fosdinovo, la più importante della casata, vicari imperiali in Italia. Nipote di Azzolino fu Spinetta detto il Grande (morto nel 1352), che ebbe importanti incarichi politici presso vari Stati italiani, da cui discende Antonio Alberico, che come marchese di Fosdinovo ottenne Massa nel 1441. A lui successe il figlio Giacomo (?-1481) che alla signoria su Massa aggiunse quella su Carrara e territori limitrofi. Il figlio Alberico cacciò dallo stato il fratello Francesco e la sua prole, privandogli di ogni diritto, lasciando come unica erede la figlia Ricciarda sposata a Lorenzo Cibo, da cui discesero i Cybo-Malaspina, successivi marchesi e poi Principi di Massa e Carrara.

Questo ramo della famiglia ebbe poi vari rami collaterali, tra cui:

Malaspina di Sannazzaro, da Sannazzaro de' Burgondi presso Pavia, discesero da Francesco, figlio di Giacomo I di Massa che era stato investito di Sannazzaro nel 1466. Si estinsero nel 1835 con Luigi, cittadino di Pavia in cui ebbe un preminente ruolo politico e culturale.

Malaspina di Fosdinovo

Discesero da Galeotto (+1367), figlio di Azzolino. Gabriele figlio di Antonio Alberico I di Fosdinovo, tenne il feudo avito di Fosdinovo, lasciando ai fratelli gli altri possedimenti. Spinetta nel 1340 consolida il proprio stato garantendone la signoria nei secoli successivi. Il marchesato come sovranità autonoma si costituì nel 1367 e si estese su Viano, Castel dell'Aquila, Gragnola (1646), Cortila, Pulica, Giucano, Ponzanello, Tendola, Marciaso e Posterla, Caniparola.

Nel 1529 gli viene riconosciuta la carica ereditaria di Vicari imperiali per i feudi italiani e nel 1666 l'imperatore gli concede il diritto di zecca. L'ultmo marchese sovrano, Carlo Emanuele, si dimostra favorevole all'abolizione dei feudi imperiali in Italia, aderendo al decreto napoleonico del 2 luglio 1797; la famiglia Torrigiani-Malaspina è ancora proprietaria del castello fosdinovese.

I marchesi sovrani furono:

Galeotto 1362-1367
Spinetta 1367-98
Antonio Alberico I 1398-1445
Gabriele 1467-1508
Lorenzo 1508-1533 con Galeotto II 1508-1523
Giuseppe 1533-1565
Andrea 1565-1610
Giacomo 1610-1663
Pasquale 1663-1669
Ippolito 1669-1671
Carlo Agostino 1671-1722
Gabriele II 1722-1758
Carlo II Emanuele 1758-1797

Malaspina di Olivola, da Olivola fraz. di Aulla, ebbero origine da Lazzaro figlio di Giovanni Battista di Fosdinovo, e nipote di Gabriele che era subentrato nel marchesato di Olivola dopo l'assassinio di tutti gli eredi della prima linea dei Malaspina di Olivola (vedi sotto). Si estinsero nel XIX secolo. Il marchesato possedeva anche Pallerone (1572), Bibola, Bigliolo, Agnino, Quercia, Saracco e Vaccareccia. Dal 1569 è sottoposto ad accomandigia toscana.

Lazzaro 1509-44, nel 1525 riceve l'investitura imperiale
Spinetta II -1571
Lazzaro II -1630
Spinetta III - 1655
Giuseppe -1682
Lazzaro III -1714
Giuseppe Massimiliano -1758
Lazzaro IV -1783
Carlo -1796.

Malaspina di Verona, ebbero origine da Spinetta figlio di Antonio Alberico I di Fosdinovo, che rinunciò ai feudi ma ebbe grandi proprietà private a Verona. Si estinsero nel XX secolo.

Malaspina di Gragnola, da Gragnola fraz. di Fivizzano, discesero da Leonardo, fratello di Spinetta il Grande; si estinsero in due generazioni, ma il titolo passò in eredità a un ramo dei marchesi di Fosdinovo, anch'esso estintosi in breve tempo (1642), per essere riassorbito dalla linea maggiore di Fosdinovo (1644), dopo la lite sorta con il granduca di Toscana che era stato nominato erede del feudo dall'ultimo marchese Alessandro.

Marchesi sovrani:

Lazzaro 1445-51
Galeotto
Leonardo -1505
Giacomo
Giovanni -1550
Leone -1568
Alfonso -1594.
Linea cadetta (erede del feudo sovrano dal 1594)
Galeotto -1544
Corrado -1576
Giovan Battista -1602
Cosimo -1638
Alessandro -1642.

Malaspina di Olivola

Trassero origine da Francesco, figlio di Bernabò e nipote di Obizzino. Nella divisione del 1275 ebbe terre sia in Lunigiana (incentrate sul castello di Olivola, fraz. di Aulla) sia in Lombardia (comprendenti il castello di Pizzocorno, fraz. di Ponte Nizza). Tutti i discendenti furono assassinati nel 1413 nel castello di Olivola. I loro feudi furono spartiti tra gli altri rami della famiglia (Fosdinovo e Godiasco). Olivola è dato alla linea di Gragnola e alla sua estinzione passa ad Alberico I di Fosdinovo ed al figlio Gabriele IV (-1485) che lo lascia al figlio Giovan Battista. Viene ereditato dal figlio Lazzaro che dal 1525 crea una nuova linea autonoma fino all'abolizione dei feudi imperiali del 1797 (vedi sopra).

Marchesi sovrani:

Bernabò 1249-65
Franceschino -1339
Domenico -1355
Marco -1398
Manfredi, Bernabò II, Giovanni -1413.

Malaspina di Godiasco

Discesero da Alberto, figlio di Obizzino, che nella divisione del 1275 coi nipoti ebbe feudi sia in Lunigiana sia in Lombardia, incentrati sui castelli di Filattiera (per cui furono inizialmente detti anche Malaspina di Filattiera, titolo poi rimasto solo a una linea) e di Oramala (fraz. di Val di Nizza), cui successivamente subentrò il borgo di Godiasco come centro principale della famiglia. Nel 1743 si formò la Provincia di Bobbio sotto il Marchesato di Bobbio (dal 1516) sotto i Savoia e sotto il mandamento di Varzi, che racchiuse i territori. Attraverso Nicolò detto Marchesotto, figlio di Alberto, e ai suoi cinque figli, derivarono le cinque linee della famiglia, che ebbero tutte quante feudi sia in Lunigiana sia nel marchesato di Godiasco in Lombardia (Oltrepò Pavese):

Malaspina di Castiglione e Casalasco, da Castiglione del Terziere fraz. di Bagnone in Lunigiana, e da Casalasco fraz. di Val di Nizza nell'Oltrepò Pavese, ebbero origine da Franceschino detto il Soldato, figlio del Marchesotto; si estinsero in tre generazioni, Castiglione passò a Firenze e Casalasco ai Malaspina di Oramala.

Malaspina di Bagnone e Valverde, da Bagnone in Lunigiana e Valverde nell'Oltrepò Pavese, ebbero origine da Antonio, figlio del Marchesotto. I figli di Antonio divisero i beni: Bagnone rimase a Riccardo, i cui nipoti lo vendettero a Firenze, e la cui discendenza è estinta nella linea maschile nel 1987; Valverde rimase al fratello Antonio, la cui discendenza probabilmente esiste ancora nell'Oltrepò.

Malaspina di Treschietto e Piumesana, da Treschietto fraz. di Bagnone in Lunigiana e da Piumesana fraz. di Godiasco nell'Oltrepò Pavese, ebbero origine da Giovanni, figlio del Marchesotto; nel 1698 vendettero Treschietto al Granduca di Toscana, e anche la loro signoria su Piumesana e la consignoria su Godiasco si ridusse a quote modeste. Si estinsero nel XIX secolo.

Malaspina di Filattiera e Cella, da Filattiera in Lunigiana e Cella fraz. di Varzi nell'Oltrepò Pavese, ebbero origine da Obizzino, figlio del Marchesotto; nel 1514 Bernabò, ribelle agli Sforza, fu squartato a Voghera, e il feudo di Cella fu confiscato; suo figlio Manfredi vendette Filattiera al Granduca di Toscana; la discendenza si estinse nel XVIII secolo.

Malaspina di Malgrate e Oramala, da Malgrate fraz. di Villafranca in Lunigiana e da Oramala fraz. di Val di Nizza nell'Oltrepò Pavese, ebbero origine da Bernabò, figlio del Marchesotto. Fu uno dei pochi rami della famiglia, insieme a quello di Fosdinovo, a non diminuire il proprio potere, ma anzi incrementarlo nel tempo, acquisendo la quasi totalità delle quote del marchesato di Godiasco, il marchesato di Pozzol Groppo e il marchesato di Fortunago, oltre che partecipazioni nella maggior parte degli altri feudi malaspiniani nell'Oltrepò. Furono quindi chiamati poi Malaspina di Godiasco, Pozzol Groppo e Fortunago.

Bernabò 1351-68
Niccolò -1408
Bartolomeo -1456
Ercole -1477
Malgrate -1499
Giambattista -1514
Cesare -1549
Ercole II -1581
Pier Francesco -1622
Giuseppe
Pier Francesco II -1692
Ercole III Benedetto -1723
Agostino -1750
Ercole IV -1797

Si divise nei due rami di Godiasco-Pozzol Groppo e di Fortunago, che si estinsero rispettivamente nel XIX e nel XX secolo.

Malaspina di Sagliano, da Sagliano Crenna fraz. di Varzi, ebbero origine da Azzo, figlio di Nicolò di Oramala e Malgrate, e si estinsero nel XVIII secolo.

Altre linee

Linea di Ascoli Piceno

Malaspina di Ascoli Piceno, da Ascoli Piceno nelle Marche; il feudo passò poi ai Malatesta, ma gli Sforza lo ridiedero ai Malaspina fino al 1502 quando passò al papato.

Malaspina di Grondona, solo il feudo di Grondona, fino alla fine del feudalesimo.

Linee esistenti alla metà del XVIII secolo

Spino secco:

Mulazzo, Montereggio e Castagnetoli (1746): Carlo Moroello 1746-74, protettorato toscano

Calice, Veppo, Madrignano, Mulazzo (1710): Gian Cristoforo 1710-63; feudo ceduto alla Toscana nel 1772

Suvero, Monti: Rinaldo III 1736-70

Orezzoli, Volpedo: Marco Antonio 1691-52 (linea non sovrana), ai Savoia

Fabbrica di Ottone (linea non sovrana), ai Savoia

Ottone (linea non sovrana), ai Savoia

Frassi (linea non sovrana), ai Savoia

Villafranca, Virgoletta, Garbugliaga, Beverone: Federico III Malaspina Estense 1722-86; feudo modenese

Castevoli, Cavanella, Stadomelli: Opizzone Paolo 1744-59, poi alla linea di Villafranca

Licciana, Monti, Panicale, Bigliolo: Cornelio 1741-78; estinti nel 1794 e annesso da Villafranca

Bastia, Varano, Monti: Giovanni 1740-83, poi alla linea di Ponte Bosio

Ponte Bosio, Monti: Giulio 1748-68, dal 1794 a Licciana

Podenzana, Aulla (1710): Francesco Maria 1712-54

Pregola, Campi, sotto il Groppo: Corrado 1720-77 (linea non sovrana); Ercole III di Malgrate 1750-97, ai Savoia

Spino fiorito:

Fosdinovo, Gragnola, Castel dell'Aquila: Gabriele III 1722-58, vicario imperiale in Italia

Fabbrica Curone: Antonio Sforza Malaspina 1739-59 (linea non sovrana), ai Savoia

Santa Margherita, Menconico: Francesco Agostino 1749-57: Corrado di Pregola 1720-77 (linee non sovrane)

Malgrate, Filetto, Godiasco, Oramala, Fortunago, Piumesana: Ercole IV 1750-97, in parte feudi non sovrani ai Savoia

Olivola, Pallerone, Bibola: Giuseppe Massimiliano 1714-58

Treschietto, Valle, Corlago: Giulio di Filattiera 1710-61 (linea non sovrana), alla Toscana dal 1698

Sagliano, Godiasco, Piumesana: Francesco 1743-58 (linea non sovrana)

Grondona (linea non sovrana)

Valverde, S.Albano, Monfalcone, Godiasco, Piumesana: Carlo Antonio 1704-59 (linea non sovrana)

Varzi (linea non sovrana), ai Savoia

Verona (linea non sovrana), sotto Venezia

Altri componenti non appartenenti alle linee note

Ricordano Malaspina: (o Malespini), storiografo fiorentino (* verso il 1200, †; 1281) scrisse una storia della sua città ("Istoria fiorentina") in italiano, proseguita dopo la sua morte dal nipote, Giaccotto. Dopo la battaglia di Montaperti (1260) andò in esilio a Roma. Fece ritorno a Firenze dopo la Battaglia di Benevento del 1266.

Giacotto Malaspina, che proseguì la storia fino al 1286.

Saba Malaspina segretario del papa Giovanni XXI, scrisse una storia della Sicilia ("Rerum sicularum", 1250-76) dal punto di vista guelfo.

fonte: Wikipedia

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