03/02/15

blu

il blu di Yves Klein è un buco nello spazio.
lo guardi e qualcosa succede, dentro.
succede negli occhi, succede nella vista, succede.
si apre una domanda.
è una porta verso l'universo.
è l'apertura verso un altro mondo.
infinito.

strabiliante.

















aveva qualcosa di mistico, era devoto a santa Rita, era un visionario.
Santa Rita da Cascia, io ti chiedo di intercedere presso Dio Padre Onnipotente perché mi accordi sempre in nome del Figlio Gesù Cristo e in nome dello Spirito Santo e della Santa Vergine Maria, la grazia di animare le mie opere perché esse divengano sempre più belle e inoltre la grazia che io scopra continuamente e regolarmente sempre nuove cose nell’arte ogni volta più belle, anche se purtroppo non sono degno di essere un utensile per costruire e creare della Grande Bellezza. Che tutto ciò che viene da me sia Bello. Così sia. 
Dino Buzzati lo aveva colto, il "fenomeno", altri lo avevano deriso, e con lui lo aveva colto anche Lucio Fontana, altro esploratore dello spazio, altro genio.
"Blu Blu Blu", scriveva Buzzati in un articolo dal titolo futurista: «Yves Klein, campione di lotta giapponese e pittore di superavanguardia, presenta la mostra più paradossale che si sia mai vista a questo mondo». il 26 gennaio 1962 Klein vende una "zone de sensibilité picturale immatérielle" proprio a Dino Buzzati che lo aveva sostenuto al tempo della sua esposizione a Milano nel 1957.
c'è una foto che li ritrae insieme, in questo gesto di dono dell'arte, in questo rituale, in questa cerimonia sulle rive della Senna che ha qualcosa di surreale e di profondissimo insieme. un gioco che unisce due anime, la condivisione di un progetto della mente, un legame oltre la vita.
immaginava un'architettura dell'aria, immateriale, un vero e proprio tentativo di ricostruzione dell'universo, un mondo immaginario e libero, un'architettura senza tetto e senza piani, un'architettura filosofica: "muri di fuoco, muri d'acqua, sono con il tetto d'aria, i materiali per costruire una nuova architettura. Con questi tre elementi classici fuoco, aria e acqua, la città di domani sarà costruita, flessibile, spirituale e immateriale".

una figura destrutturante, un pensiero folgorante, un'immagine del mondo fuori, oltre, da un'altra parte. mi ha colpita immensamente ieri sera, alla mostra Klein Fontana. Milano Parigi 1957-1962 al museo del Novecento e devo scriverne adesso.
Yves Klein (1928-1962)

fonte: nuovateoria.blogspot.it

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